Turbolenze nella Lega: Castelli si scaglia contro Salvini

A.B.
3 Min di lettura

Lo storico dirigente del Carroccio punta il dito contro l’attuale leader per la disfatta delle elezioni e lo accusa di incoerenza

Si è rivelato un leader usa e getta”: è questa l’accusa pesante che Roberto Castelli, storico dirigente della Lega, lancia contro Matteo Salvini nell’intervista rilasciata a “La Stampa”. La disfatta delle elezioni del 25 settembre, in cui il Carroccio ha raccolto solo l’8,9% delle preferenze, è stata lampante, considerando che nel 2018 era risultato la prima forza vincente nel centrodestra. 

Castelli continua sancendo la fine del sogno da premier per Salvini, perché solo così paga la sua incoerenza e il fatto di non essere più credibile. La colpa del leader del Carroccio è quella di aver snaturalizzato il partito, ribaltandolo e smantellandolo da quella che era la sua vera essenza. 

Da forza autonomista e federalista quale era, infatti, negli ultimi anni la Lega ha vissuto un rilancio nazionale al fine di arrivare nelle posizioni più alte di palazzo Chigi. Per questo, secondo l’ex ministro, bisognerebbe tornare al territorialismo della vecchia linea leghista, che difende la questione settentrionale. 

Il futuro della Lega

I nuovi scenari per il Carroccio sono due, secondo Castelli: “O Salvini fa una profonda seduta di autocoscienza e convoca un congresso, oppure nasce un nuovo soggetto che tiene accesa la fiammella dell’autonomia”. Ma il dirigente vede più coerente la strada del ricambio di volto come guida del partito. 

Castelli vede nei governatori una nuova luce per tornare ad essere la Lega Nord: Fedriga, Fontana e Zaia possono essere i prossimi nomi a essere tirati in ballo come leader del Carroccio. Fra tutti, è il presidente della Regione Veneto ad affascinare di più

Grande rammarico per Bossi fuori dal Parlamento, che fa un “effetto tristissimo”. “Sono stato il primo a proporlo senatore a vita. Lo meriterebbe come uomo e come politico, è stato uno dei protagonisti dell’Italia degli ultimi 40 anni”, ammette Castelli. 

L’applauso a Giorgia Meloni

Se Salvini per Castelli ha tutta la colpa della rovina della Lega, il merito del successo di Fratelli d’Italia va interamente a Giorgia Meloni e alla sua linea coerente. “L’elettore non è stupido, capisce se segui una strategia o salti da una posizione all’altra”, ammette Castelli. 

Giorgia Meloni è stata paziente e abile, tanto che anche nelle regioni storicamente governate dalla Lega ha fatto man bassa di voti, sia nelle amministrative che nelle politiche. Fratelli d’Italia ha preparato bene il suo lunghissimo cammino, chiude Castelli, ponendosi all’opposizione, mentre la Lega, sulla scia salviniana, si è adagiata in una comoda posizione che le è stata fatale. 

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