Il Cavaliere ribatte per una proposta di legge che contempli il presidenzialismo per una modifica sostanziale dell’assetto della Costituzione. E sulla flat tax, cardine del programma elettorale di Forza Italia: «In 3 anni avremo +30% di entrate»
Nel lungo mese di campagna elettorale, la proposta di questa mattina, lanciata da Silvio Berlusconi nel suo intervento a “Radio Capital”, spiazza tutti: «Io spero che la riforma costituzionale sul presidenzialismo si farà. È dal 1995 che ho proposto il sistema presidenziale. Perfettamente democratico, che la democrazia esalta consentendo al popolo di scegliere direttamente da chi essere governato».
Un cambio radicale sull’assetto costituzionale dell’Italia, che oggi è una Repubblica di stampo parlamentare: l’elezione del capo di Stato è affidata dal popolo al Parlamento. L’idea proposta da Berlusconi ricalca, ad esempio, il modello francese dove il nome che andrà all’Eliseo è scelto direttamente nelle cabine di voto.
«Se la riforma entrasse in vigore sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella per andare all’elezione diretta di un capo dello Stato che, guarda caso potrebbe essere anche lui», continua il presidente di Forza Italia. Il Cavaliere esclude, in questo momento, la sua candidatura come presidente del Senato, anche se alla domande sulle sue eventuali mire verso il Quirinale risponde in modo criptico: «Guardiamo al presente. Il futuro è nelle braccia degli dei».
«Ho accolto la richiesta di essere candidato in prima persona e guiderò la campagna con la stessa dedizione, lo stesso amore di quando sono sceso in campo 28 anni fa. Rivincita? No, non penso alle vendette – continua Berlusconi, escludendo che nella sua candidatura al Senato si nasconda un sentimento di rivalsa – Allora è stata la sinistra a cacciarmi sulla base di una sentenza di frode fiscale di 7 milioni quando quell’anno avevo pagato 550 milioni di tasse. Hanno utilizzato la legge Severino in modo contrario alla Costituzione».
Presidenzialismo? Letta: «Attacco a Mattarella è pericoloso»
La proposta di Silvio Berlusconi non lascia spazio alle repliche delle forze politiche del centro e centrosinistra. Così Enrico Letta, segretario del Partito democratico, risponde al Cavaliere ai microfoni di “Radio Anch’io”: «È attacco Mattarella mentre noi lo difendiamo. Il fatto che il centrodestra inizi la sua campagna con un attacco a Mattarella e la richiesta di dimissioni dimostra che la destra è pericolosa per il Paese».
Il leader del centrosinistra ricorda il ruolo avuto dal presidente della Repubblica durante la crisi del governo Draghi. Un’idea condivisa, sostanzialmente, anche da Luigi Di Maio, che ospite a “Mattino 24” commenta: «Che il presidenzialismo fosse nel programma del centrodestra lo sapevamo da tempo Berlusconi voleva fare il Presidente della Repubblica non c’è riuscito. Adesso capiamo che vuole fare il presidenzialismo per buttare giù Mattarella».
E pure Carlo Calenda twitta velocemente la sua risposta alla proposta del leader di Forza Italia e lo attacca: «Dopo aver cacciato Draghi adesso anche Mattarella. Non credo che Berlusconi sia in sé. Berlusconi, non è Mattarella a doversi dimettere, ma tu a non dover essere letto. Ci stiamo lavorando».
Programma elettorale: con flat tax +30% in tre anni
Berlusconi ribatte sull’approvazione della flat tax come riforma fiscale: «Ha tantissimi effetti benefici, come quello di fare strage delle tantissime tasse che oggi paghiamo. In tutti i paesi esaminati al terzo anno produce il 30% delle entrate in più». Il Cavaliere riporta esempi di Paesi all’estero che hanno adottato una formula simile, dalla Russia all’Albania: «Nell’esperienza dei paesi stranieri che l’hanno adottata ha dimostrato di essere uno strumento più efficace».
La pace fiscale e la flat tax non sono ipotesi alternative fra loro, ma possono convivere, afferma il Cavaliere. Allo stesso tempo è molto provabile che si faccia una misura sul rientro di capitali dall’estero e un condono, anche se il programma su questo punto non è ancora chiarito.
Sulla creazione del Terzo polo fra Calenda e Renzi e sul probabile strappo di voti che potrebbero rubare al centrodestra, l’ex premier dice: «No, non credo. Calenda e Renzi non sono nel cuore degli italiani».
© Riproduzione riservata