Il Conclave dalla lettera ai Cardinali fino all’Habemus Papam: come funziona l’elezione del nuovo Papa?

Poco più di un centinaio di cardinali chiusi nella Cappella Sistina a decidere il nuovo capo della Chiesa cattolica. Tre scrutatori e molteplici elezioni che non raggiungeranno il numero minimo di voti necessario per eleggere il nuovo Pontefice. Ciò che non tutti sanno è che all'interno del Conclave sono numerosi i riti e le tradizioni da seguire prima della famosa fumata bianca

6 Min di lettura

Tra il 5 e il 10 maggio, i Cardinali elettori di tutto il mondo arriveranno al Vaticano per partecipare all’elezione del nuovo Pontefice. Papa Francesco è deceduto, dopo 12 anni di pontificato, ed ora è arrivato il momento di scegliere il nuovo Vicario di Dio in Terra. Sono 135 ad oggi i Cardinali che rispettano le caratteristiche per essere elettori, e di conseguenza eleggibili, ma il diritto canonico prevede che al Conclave possano partecipare un massimo di 120 cardinali.

Nel passato, però, non è una rarità che questa prescrizione non fosse rispettata e si presume che anche questa volta sia possibile modificare le regole e quindi procedere con la votazione anche alla presenza di un numero maggiore di cardinali. L’attesa della prossima fumata bianca, che significherà l’elezione del nuovo Papa, cresce sempre di più, mentre le varie fazioni di cardinali iniziano a riflettere su quali siano le possibilità che si prospettano davanti a loro.

Il Conclave rappresenta infatti un momento in cui diverse ideologie di una stessa Chiesa si trovano in conflitto per l’elezione di un nuovo leader spirituale, il quale deve incarnare al meglio l’indole della Chiesa cattolica e soprattutto mantenerla unica. Quali sono però le fasi del Conclave e come si svolge la votazione finalizzata all’elezione di un Capo di Stato che ha il compito di trasferire in Terra i dettami di Dio?

Il Conclave: regole, riti e preghiere prima del voto

Subito dopo la morte del Papa hanno inizio i preparativi per il nuovo Conclave. Innanzitutto, il cardinale decano, che ad oggi è Giovanni Battista Re, ha il compito di convocare i cardinali elettori con una missiva loro inviata che li richiama in Vaticano per partecipare al Conclave. Poi, iniziano i preparativi presso Casa Santa Marta, dove alloggeranno i cardinali, e la Cappella Sistina, che sarà il vero e proprio teatro delle votazioni.

Sembrerebbe che coloro che oggi risiedono a Santa Marta siano stati invitati a lasciare le proprie stante proprio per permetterne la preparazione in vista del Conclave. Dopo che tutti i cardinali sono giunti al Vaticano, iniziano i riti che precedono la votazione. È usanza che i cardinali elettori cenino tutti insieme la sera prima dell’inizio del Conclave, sempre all’interno della residenza dove ieri è deceduto Papa Francesco.

Conclave: l’arrivo nella Cappella Sistina

Il mattino dopo, il cardinale decano celebra la messa in San Pietro aperta al pubblico e che prende il titolo di “Pro eligendo Papa“, ovvero “a favore dell’elezione del Papa“. In seguito, i cardinali elettori si recano in processione alla Cappella Sistina, invocando l’assistenza dello Spirito Santo con il canto “Veni Creator“.

Giunti nella Cappella Sistina, dopo aver indossato l’abito corale, si procede con il giuramento e con la celebre frase “extra omnes“, ovvero il “fuori tutti” pronunciato dal Maestri per le celebrazioni liturgiche, che simboleggia che da questo momento in poi i cardinali saranno gli unici a poter rimanere nella Cappella Sistina. Ad essi è vietato tenere con sé qualunque strumento che permetta loro di avere contatti con l’esterno.

Conclave: il momento della votazione

Solitamente, subito dopo l’arrivo nella Cappella si procede con una votazione. Nello specifico, ogni cardinale scrive su un foglietto di carta, sotto la scritta “Eligo in Summum Pontificem“, il nome del cardinali che ritengono degno di divenire Papa. Una volta piegato adeguatamente il foglietto, singolarmente ogni cardinale si alza e con il foglietto ben in vista raggiunge un’urna in cui, tramite un vassoio di argento, fa scivolare al suo interno il suo biglietto.

Una volta conclusa la sessione di voto, i primi due scrutatori aprono e leggono in silenzio il nome scritto sulla scheda, mentre il terzo pronuncia il nome. Le schede vengono quindi forate, in corrispondenza della parola “Eligo” e poi legate insieme. Queste saranno quindi bruciate nella stufa, insieme a un colorante nero o bianco a seconda dell’esito della votazione. Sono proprio le stesse schede dei cardinali elettori a provocare l’ormai famosissima fumata bianca o nera.

Solitamente si svolgono 4 votazioni al giorno: 2 la mattina e 2 il pomeriggio. Se il primo giorno il Conclave dovesse iniziare di pomeriggio invece che di mattina, allora si procederà con una sola votazione. Le fumate avvengono alle 12 o alle 19, ma vi possono essere variazioni a seconda dell’esito del Conclave. Nel momento in cui un nome dovesse raggiungere la maggioranza dei voti (ovvero i 2/3 di tutti i voti), allora l’eletto viene interrogato sulle sue intenzioni e, nel caso in cui accetti la nomina, gli viene chiesto il nome scelto per il suo pontificato.

La vestizione del nuovo Papa, quindi, avviene nella cosiddetta “stanza delle lacrime“, chiamata così perché è il primo luogo in cui al nuovo Pontefice viene permesso di sfogare le sue emozioni. Intanto, il cardinale protodiacono dà l’annuncio dell’elezione dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, con la celebre formula: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!“. Dalla stessa loggia, successivamente, si affaccerà il nuovo Papa per la benedizione Urbi et Orbi.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo