Roberto de Mattei: “Il bergoglianesimo è finito”

Lo storico cattolico tradizionalista, Presidente della Fondazione Lepanto e direttore di Radici Cristiane, delinea quello che sarà il futuro della chiesa, dove sarà "difficile che il prossimo Papa possa essere in linea con Bergoglio", in quanto il "bergoglianesimo era uno stile di governo della chiesa più che una corrente dottrinale". Secondo De Mattei, infatti, si tratta di una linea molto personale e strettamente legata alla persona di Papa Francesco

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Si chiude un’era ma quella che si apre con il nuovo conclave sarà probabilmente più complessa della precedente”. Così, lo storico Roberto de Mattei, cattolico tradizionalista, commenta la morte di Papa Francesco, avvenuta questa mattina alle 7.35 presso la residenza vaticana di Casa Santa Marta dove Bergoglio viveva.

Secondo de Mattei, la complessità del futuro prossimo sarebbe dipesa, “non solo per la situazione internazionale in cui si inserisce, ma anche per la situazione interna della chiesa perché si libereranno una serie di forze, di tensioni che sotto il pontificato di Papa Francesco erano rimaste compresse”.

Si tratta di tensioni di diversa origine e matrice rappresentate ”da una parte con i vescovi tedeschi e chi ha seguito il cammino sinodale non sembra deciso ad arrestare il suo cammino, – puntualizza lo storico con l’Adnkronos – dall’altra parte il processo di espansione della liturgia tradizionale sembra anch’esso un processo irreversibile“.

La situazione di ostilità cui fa riferimento De Mattei riguarderebbe la Conferenza episcopale della Germania che in plenaria avrebbe dovuto approvare gli Statuti del cosiddetto Comitato sinodale, organismo teso a organizzare un Consiglio formato da vescovi e laici per discutere e decidere su temi come ruolo della donna, morale sessuale, vita sacerdotale. Il Segretario di Stato Pietro Parolin e i cardinali Fernández e Prevost avevano inviato una lettera per chiedere di annullare il voto e di rimandare tutto dopo i colloqui tra esponenti della Curia e della DBK a Roma. Si tratterebbe insomma si un Consiglio che non può essere “armonizzato con la struttura sacramentale della Chiesa cattolica“, come lo stesso Papa Francesco aveva più volte comunicato alla DBK.

De Mattei: “A guida della Chiesa nessun bergogliano”

Il futuro della chiesa, a detta di De Mattei, si riuscirà a decifrare già a partire dal Conclave o dalle congregazioni che lo precederanno. Anzi, proprio in relazione alla fumata bianca che si spera verrà raggiunta quanto prima con il Conclave, il Presidente della Fondazione Lepanto che difende i principi e le istituzioni della Civiltà Cristiana, rassicura che sarà ”difficile” che il prossimo Pontefice possa essere in linea con Bergoglio.

Il bergoglianesimo non è una corrente, non ci sarà un Papa bergogliano“, pronostica De Mattei spiegando come la cifra di Papa Francesco fosse molto personale. Di conseguenza, potranno essere eletti papi più progressisti o più conservatori di lui “ma con Papa Francesco finisce il cosiddetto bergoglianesimo”.

Il direttore di Radici Cristiane ammette comunque che Papa Francesco abbia nominato la maggior parte dei cardinali che compongono il Conclave, “ma questi cardinali sono di diverse aree geografiche, di diverse tendenze ideologiche o dottrinali ma non possono essere definiti bergogliani, se non per il fatto che Bergoglio li ha nominati“.

Quindi, considerando il bergoglianesimo uno stile di governo della chiesa, piuttosto che una corrente dottrinale, per Roberto de Mattei le tradizionali correnti dottrinali, “quelle contrapposte di conservatori e progressisti“, riusciranno a trovare “una nuova polarizzazione” mentre “sembrano destinate a scontrarsi nell’era post bergogliana”.

Il Conclave

Le Congregazioni generali dei Cardinali, che si terranno nelle prossime ore, dovranno decidere quando convocare il Conclave che solitamente viene previsto tra i 15 e i 20 giorni dopo la morte del Santo Padre e l’inizio della sede vacante. Se i cardinali elettori sono già arrivati a Roma, secondo una una modifica normativa che venne introdotta da Benedetto XVI, si può derogare a questa previsione e iniziare le elezioni del successore di Papa Francesco qualche giorno prima.

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