I funerali di Papa Francesco: le riforme di Bergoglio ai riti esequiali

La celebrazione delle esequie di Papa Francesco in Piazza San Pietro sarà tra il quarto e il sesto giorno dei "novendiali". L'esposizione della salma non avverrà sul catafalco ma direttamente in bara e la tumulazione non sarà nelle Grotte Vaticane come da tradizione, bensì presso la Basilica di Santa Maria Maggiore

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Le esequie di Papa Francesco saranno celebrate, prevedibilmente tra sei giorni con una cerimonia riformata, più sobria rispetto al passato, come lo stesso Pontefice aveva annunciato in più occasioni e coerentemente con la sobrietà con cui ha cercato di vivere. Quindi, le procedure, dettagliatamente stabilite dalla “Universi Dominici Gregis“, la costituzione apostolica promulgata da Giovanni Paolo II per la “Sede vacante”, si adegueranno alle disposizioni lasciate dal Pontefice defunto.

La constatazione della morte

Infatti, il suo funerale seguirà quanto previsto dalla seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvato dallo stesso Papa Francesco il 29 aprile 2024. Tra i cambiamenti ci sono la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella di Casa Santa Marta dove Bergoglio aveva deciso di risiedere. Come la deposizione che sarà immediata dentro la bara e l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere. Quindi, una semplificazione delle esequie che, come ha spiegato il Maestro delle Celebrazioni Pontificie, Monsignor Diego Ravelli, “sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo“.

Le nuove norme stabiliscono che alla morte del Romano Pontefice, il Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, il professor Andrea Arcangeli, “prepara la relazione sull’esame del corpo, sulla constatazione della sua morte e sulla causa che l’ha provocata. Quindi dispone ogni cosa per un perfetta conservazione della salma, affinché la sua esposizione avvenga con il massimo decoro e rispetto“.

Per la constatazione della morte e la disposizione della salma nella bara, si recano nella cappella il Cardinale Camerlengo, Kevin Farrell, il Decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, Diego Revelli, nonché gli eventuali famigliari del Pontefice e lo stesso Direttore della Direzione Sanità e Igiene del Vaticano.

Nel dettaglio, la semplificazione dei titoli pontifici per le esequie prevede, per la prima stazione nella “casa del defunto”, la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima della traslazione a San Pietro per la Messa esequiale. È così stata eliminata la tappa intermedia del passaggio del feretro nel Palazzo apostolico.

In passato il Camerlengo picchiettava la fronte del Papa con un martelletto d’argento, ormai l’accertamento del decesso, alla presenza dei medici, prevede il gesto di stendere un velo sul volto del defunto.

Il cardinale Camerlengo sfila l’anello del Pescatore dall’anulare del Papa, per essere successivamente distrutto, appone i sigilli allo studio e alla camera, gesto non compiuto in quanto residente a Casa Santa Marta, e comunica la morte del Pontefice al cardinale vicario per la Diocesi di Roma che, in teoria, è colui che dà notizia al popolo romano, mentre il Decano del Collegio cardinalizio, appena informato, avvisa i cardinali, convocandoli a Roma, e al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede perché trasmettano la notizia ai rispettivi governi. E le campane di San Pietro suonano rintocchi a martello con il portone di bronzo chiuso a metà.

Decesso di Papa Francesco, cosa accadrà domani

All’indomani del decesso, a San Pietro viene celebrata una prima messa in suffragio del Pontefice defunto e in tempo brevi si tiene la prima Congregazione generale dei Cardinali, chiamati a “stabilire il giorno, l’ora e il modo, in cui la salma del defunto Pontefice sarà portata nella Basilica Vaticana, per essere esposta all’omaggio dei fedeli” e a “predisporre tutto il necessario per le esequie del defunto Pontefice“.

La norma difatti vuole che dopo la sua morte “i Cardinali celebreranno le esequie in suffragio della sua anima per nove giorni consecutivi“, i cosiddetti novendiali, e la Messa funebre, con la tumulazione, ha luogo come indicato dalla legge speciale, “salvo ragioni speciali, fra il quarto e il sesto giorno dopo la morte”. Data che sarà stabilita dalla Congregazione dei Cardinali. La messa sarà celebrata dal Decano del Collegio cardinalizio.

L’esposizione della salma

La bara sarà poi portata a San Pietro. La seconda stazione nella Basilica Vaticana considera dunque un unico trasferimento e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana, secondo le nuove disposizioni liturgiche di Bergoglio, il feretro sarà esposto non più su un alto catafalco, come da tradizione, ma direttamente nella bara. E, in conformità con quanto stabilisce il Cæremoniale Episcoporum per le esequie del vescovo diocesano, durante questa esposizione non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale.

Infine, la terza stazione “nel luogo della sepoltura” include lo spostamento della bara al sepolcro e la tumulazione. Tutti i Papi del Novecento sono sepolti nelle Grotte Vaticane, mentre Papa Francesco ha stabilito che la sua bara sia fuori dal Vaticano, in una cappella sulla navata sinistra della Basilica di Santa Maria Maggiore, a lui particolarmente cara.

Il fondatore dell’ordine dei gesuiti, cui Bergoglio apparteneva, Sant’Ignazio di Loyola, ha celebrato la sua prima messa nel Natale del 1538, inoltre rappresenta un luogo dove Papa Francesco si recava in occasione di ogni viaggio all’estero, per pregare la Madonna Salus Popoli Romani, salvezza del popolo romano, di cui era devoto e non lontano dalla quale sarà sepolto.

Il Conclave

Successivamente alla tumulazione, le celebrazioni esequiali proseguono fino al compimento del nono giorni di novendiali. Al termine dei quali si terrà la messa con la partecipazione di tutti i cardinali riuniti in vista del Conclave che eleggerà il nuovo Papa.

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