Si sa la Pasqua oltre ad essere un’importante ricorrenza religiosa è anche un momento di condivisione, di festa e di tradizioni culinarie. Dal sud al nord dell’Italia brillano ricette tipiche pasquali, dolci e salate, da far invidia a tutto il mondo: c’è la colomba, il casatiello, le pardulas, i fiadoni, e tanti altri, ognuno con la propria storia, il proprio significato e le proprie varianti. Fra queste c’è la pastiera, la regina della Pasqua napoletana, uno dei dolci pasquali più famosi in Italia, secondo soltanto alla colomba. Pochi gli ingredienti: la ricotta, il grano dell’impasto, i canditi e qualche spezia, ma la bontà è assicurata. Dal 2018 è ogni anno fra le ricette più cercate su internet, uscendo dalla zona partenopea e conquistando i nostri palati. Molti non sanno però che la pastiera è un dolce misterioso, circondato da storie e da leggende, che affondano le loro radici nelle più antiche tradizioni italiche.
Le origini
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Le origini della pastiera si perdono nel tempo, e nessuno potrà mai dire di sapere con certezza da dove derivi la ricetta, o chi l’abbia creata. Gli storici credono che la ricetta della pastiera derivi da antichi riti pagani dell’Italia preromana che avevano a che fare con l’arrivo della Primavera e la rinascita della natura. Proprio le offerte votive di queste celebrazioni sarebbero stati gli ingredienti della pastiera: il grano, prodotti caseari come la ricotta e frutta. La leggenda invece si ricollega al mito della sirena Partenope, che aveva scelto il golfo di Napoli come propria dimora. Gli abitanti di quelle terre per ringraziarla della sua illustre presenza le regalarono 7 doni che la stessa sirena unì e creò un unico dolce: la pastiera. Altra versione afferma che le mogli dei pescatori napoletani avevano lasciato delle provviste sulla spiaggia per i propri mariti in delle ceste; pasticcere di eccezione fu allora il mare, che con le sue onde mischiò il contenuto delle ceste e creò il celebre dolce napoletano, che venne quindi trovato al ritorno dei pescatori in città.
La regina che non sorride mai
La prima ricetta accertata del dolce napoletano risale al 1693, dove compare ne “Lo scalco alla moderna” di Antonio Latini, uno dei più antichi ricettari della storia italiana, dove si racconta che sia stata creata dalle suore del convento di San Gregorio Armeno. Qui in aggiunta ai classici ingredienti vi si aggiungeva anche il pepe e il parmigiano, sembrando più un piatto salato che dolce. Già al tempo però il dolce era molto celebre e nei secoli successivi la sua popolarità crebbe sempre più fino a raggiungere anche la corte dei Borbone. Un’altra leggenda, si lega alla famiglia reale borbonica durante la seconda metà dell’‘800. All’epoca sul trono del Regno delle due Sicilie regnava Ferdinando II, sposato con Maria Teresa d’Austria la “regina che non ride mai”. Il re preoccupato per questo fatto provò qualunque cosa pur di far anche solo sorridere sua moglie, ma fu tutto vano. Si racconta però che quando la regina assaggiò la pastiera, sul suo volto si dipinse un bellissimo sorriso, e Ferdinando II, che non voleva aspettare fino alla successiva Pasqua per vedere sua moglie sorridere, ordinò che la pastiera non mancasse mai a corte.
Storia e leggende concordano tutte su un punto: la bontà di questo dolce, simbolo non solo di Napoli ma di tutta Italia e che testimonia la superiorità dei prodotti Made in Italy.
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