La Pasqua 2025 è finalmente arrivata. Si tratta di una festività centrale per la tradizione cristiana, che, nel tempo, ha ispirato numerose opere musicali. Brani che affrontano temi profondi legati alla spiritualità, alla rinascita e alla speranza. Queste canzoni non si limitano alla narrazione religiosa, ma spesso si spingono verso riflessioni più intime e universali sul senso della vita, della sofferenza e della redenzione.
Tra le melodie da ascoltare assolutamente, ve ne sono quattro in differenti lingue: inglese, francese, spagnolo e arabo. Ognuna di queste ha a che fare proprio con la festività pasquale e apporta all’ascoltatore sempre un’emozione potente.
Leggi Anche
Pasqua 2025, i 4 brani internazionali da ascoltare
- Ad aprire le danze è un evergreen di questo periodo dell’anno. Si tratta del pezzo anglofono Gethsemane (I Only Want to Say), tratto dall’iconico musical del 1971 Jesus Christ Superstar. Questo testo esprime il tormento interiore di Gesù poco prima della crocifissione, in una prospettiva umana e profondamente emotiva.
- Per quanto riguarda i nostri cugini d’Oltralpe, la proposta è Jésus Kitsch, interpretata dalla star Dalida (a cui è dedicato lo spettacolo teatrale Avec le temps, Dalida) nel 1973. Come suggerisce il titolo, il brano è un misto provocatorio di spiritualità, critica sociale e ironia pop. Una vera e propria satira sulla commercializzazione della religione. Il termine “kitsch” indica qualcosa di esteticamente banale o di cattivo gusto e in questo caso associato a Gesù. L’effetto è volutamente dissacrante, per mettere in luce quanto l’immagine divina sia diventata oggetto di consumismo, moda e marketing.
- Per l’idioma di Cervantes, vi è la solenne La Saeta di Joan Manuel Serrat, che ha musicato una poesia del celebre autore sivigliano Antonio Machado.
Generalmente, una saeta è un canto popolare religioso tipico dell’Andalusia: si intona durante la Settimana Santa ed è un lamento rivolto a Cristo o alla Vergine.
In questo particolare componimento, si espone una struggente riflessione, interrogandosi sulla figura di Gesù. Pur rispettando la credenza, si confessa di non riuscire a pregare l’Uomo inchiodato alla Croce. Dunque, si cerca il Figlio di Dio vivo, che cammina tra e verso gli uomini:
“No puedo cantar, ni quiero / a ese Jesús del madero, / sino al que anduvo en la mar“.
(Non posso cantare, né voglio, / a quel Gesù del legno, / ma a quello che camminava sul mare).
Nella versione che segue, è una giovanissima Lolita Flores ad avere la responsabilità di cantare il gioiello della letteratura spagnola.
- Dulcis in fundo, la lingua araba (la cui Giornata Internazionale è il 18 dicembre). Con essa, un tema musicale tratto dalla tradizione cristiana orientale: Qāmat Maryam (قامت مريم), interpretata dalla diva libanese Fayrouz. Si potrebbe dire che è l’equivalente della preghiera latina Stabat Mater. Infatti, il titolo significa “Maria si è alzata” o “Maria stette”, richiamando la scena del Vangelo di Giovanni (19:25) dove si dice: “Stava la Madre sotto la Croce“. Il brano evoca il dolore silenzioso, ma anche la forza interiore della Vergine mentre assiste alla morte terrena del Figlio. La sua figura viene ritratta non solo come madre afflitta, ma anche come donna forte e fedele, che resta in piedi nonostante tutto. Attraverso parole cariche di significato, la canzone invita l’ascoltatore alla contemplazione del mistero pasquale con il cuore di Maria.
Questi quattro brani, così diversi per lingua, stile e contesto culturale, offrono uno sguardo profondo e variegato, andando oltre le celebrazioni ecclesiastiche per toccare corde universali dell’animo umano. Ciascuno racconta a suo modo la forza della desolazione, della fede e della speranza. Ascoltarli in occasione della Pasqua 2025 diventa non solo un viaggio musicale, ma anche un’occasione per riflettere sul significato più autentico della rinascita.
© Riproduzione riservata