L’industria italiana potrebbe trovarsi di fronte a una preoccupante minaccia. Il Centro Studi di Confindustria ha infatti lanciato un allarme sul rischio di una crisi strutturale dovuta all’impatto dei dazi internazionali. Nell’ultima analisi del CsC viene infatti sottolineato come l’instabilità commerciale stia accentuando la debolezza del comparto manifatturiero nazionale, provocando un ripido calo della fiducia negli italiani e di conseguenza un calo della domanda, che potrebbe rivelarsi catastrofico.
L’effetto dei dazi, quindi, rischia di trasformare quella che finora nel nostro Paese è stata una crisi ciclica in una crisi strutturale, con ripercussioni su tutto il comparto produttivo. A febbraio 2025, la produzione industriale ha registrato un calo dello 0,9%, dopo il rialzo di gennaio del +2,5%. Nonostante la variazione del primo trimestre sia positiva, con un +0,4%, è un modesto miglioramento dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione.
Leggi Anche
Dazi e incertezza frenano investimenti e crescita di Confindustria
Il clima di fiducia di imprese e famiglie registra infatti un deterioramento costante. Le preoccupazioni maggiori riguardano l’effetto dei dazi in comunione all’incertezza politica sulle decisioni di investimento. Il Centro Studi sottolinea come l’aumento come della volatilità economica, ossia la differenza di prezzo delle attività finanziarie dal proprio valore medio, stia inibendo le scelte strategiche.
Una simulazione del CsC stima inoltre che l’effetto dei dazi e dell’instabilità economica potrebbe costare fino a 0,3 punti percentuali di PIL (prodotto interno lordo) nel biennio 2025-2026. La contrazione prevista dell’export di beni è pari all’1,2% e degli investimenti in macchinari dello 0,4%.
Nonostante sia stato registrato un calo del costo dell’energia, il contesto generale rimane difficile. Risulta fondamentale, quindi, evitare ulteriori ritorsioni tariffarie, soprattutto nei confronti degli Stati Uniti, e puntare su nuovi accordi commerciali. Per gli industriali, diventa piuttosto “cruciale concludere nuovi accordi commerciali Ue con altri importanti partner economici“, come Mercosur e India. In questo modo si riuscirebbe a rafforzare la competitività delle imprese italiane e sostenere una ripresa, oltre ad evitare che in futuro possano ripresentarsi situazioni simili.
In un contesto economico globale già fragile, l’Italia rischia di pagare un prezzo molto alto se non si agisce tempestivamente per contenere l’impatto dei dazi e ristabilire un clima favorevole agli investimenti. Resta comunque da capire in che modo i 90 giorni di stop ai dazi reciproci indetto da Usa ed Europa possa concludersi.
© Riproduzione riservata