La “Guerra delle grucce” tra Prato e l’Europa: la faida tra le mafie cinesi legata al fast fashion

Gli inquirenti ipotizzano che il duplice omicidio dei due cittadini cinesi a Roma sia legato alla criminalità cinese di Prato. Nella città toscana si combatte la "Guerra delle grucce" per il monopolio di alcuni settori relativi al fast fashion. La faida non si disputa solo in Italia, ma si allarga a tutta l'Europa

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All’interno della criminalità cinese in Italia si sta disputando un faida, soprannominata la “Guerra delle grucce“, che porta con sé una scia di episodi violenti avvenuti negli ultimi mesi sia in Italia che fuori dai confini nazionali.

Nelle ultime settimane Prato è diventato il luogo di diverse aggressioni che hanno visto coinvolti cittadini di origine cinese. A Roma, invece, nella tarda serata di lunedì 14, Zhang Dayong, uomo di 53 anni, e Gong Xiaogqing, donna di 38, sono stati freddati fuori il portone del loro appartamento sul tratto di Via Prenestina del quartiere Pigneto. Gli inquirenti indagano sui moventi del duplice omicidio, ma è forte la presunzione che l’omicidio della coppia sia legato con un filo rosso all’ondata di violenza che sta coinvolgendo la comunità cinese di Prato.

Il passato dell’uomo ucciso a Roma

Dayong, infatti, rientra nella lista degli indagati nell’operazione “China Truck”, il maxi blitz, diretto dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, che nel dicembre 2018 a Prato ha portato all’arresto di 33 persone e 21 indagati in stato di libertà. Tutti di origine cinese.

Il processo ancora non ha dato i suoi verdetti, ma i membri dell’organizzazione sono incriminati di reati come gestione illegale del gioco d’azzardo, prostituzione, spaccio, usura e immigrazione clandestina. Tutte attività che sarebbero collaterali al business più redditizio: il monopolio dei trasporti in Europa delle merci prodotte in Cina, in particolare l’abbigliamento.

Prato, il campo di battaglia della “Guerra delle grucce”

Dopo un periodo di calma apparente dopo l’operazione, negli ultimi due anni a Prato si sta combattendo una guerra tra associazioni criminali cinesi per la conquista del monopolio del trasporto di vestiti dalla Cina in Europa. Il gruppo a lungo dominante, indebolito da “China Truck”, è sotto l’attacco di una nuova organizzazione criminale, sempre costituita da cittadini cinesi, che vorrebbe prenderne il posto.

La faida tra queste due fazioni, a tutti gli effetti di stampo mafioso, viene chiamata “Guerra delle grucce“. Le è stato assegnato questo nome perché uno degli elementi della contesa è proprio il controllo del mercato degli appendiabiti, un settore che a Prato, capitale cinese in Italia e cuore produttivo del fast fashion in Europa, frutta oltre 100 milioni di euro all’anno.

Quello che c’è dietro al fast fashion

In ballo nella “Guerra delle grucce” ovviamente non ci sono solo le stampelle per vestiti, ma c’è molto altro. Nel comparto della moda la guerra si gioca sul fronte delle spedizioni e della logistica delle merci provenienti dalla Cina all’Italia.

Questi due settori generano un flusso di circa un miliardo di euro all’anno. Il tutto gestito da società fantasma che si arricchiscono evadendo il fisco e sfruttando il personale irregolare, obbligato a sostenere turni lavorativi anche di sedici ore, 7 giorni su 7.

Gli utili di queste aziende, dunque, hanno una percentuale altissima sul lordo intero, proprio per le spese di gestione ridotte al minimo possibile. I profitti vengono indirizzate a banche clandestine per essere ripuliti e poi spostati in Cina; all’Italia di fatto rimane nulla di questo mercato. 

Non potendo più abbassare i costi delle proprie aziende, perché già minimi, le fazioni interne alla criminalità cinese scelgono la violenza nel tentativo di mettere fuori gioco la concorrenza. Così comincia la “Guerra delle grucce“.

L’ondata di violenza

L’uomo ucciso a Roma e le persone aggredite a Prato, quindi, apparterrebbe al gruppo sotto attacco da parte dell’associazione emergente. Secondo le ricostruzioni Zhang Dayong sarebbe stato il braccio destro del boss della banda colpita dall’operazione “China Truck”. Questo spiegherebbe il collegamento tra il duplice omicidio del Pigneto e la “Guerra delle grucce”.

Il figlio del boss sopra citato è un imprenditore del settore della logistica e titolare di una società chiamata Anda. Diverse sedi della sua azienda negli ultimi mesi sono diventate il campo di battaglia di questa guerra. Lo scorso 16 febbraio nei centri Anda di Seano, Prato e Campi Bisenzio sono esplosi in simultanea tre ordigni attivati da un telecomando.

Ma la “Guerra delle grucce” non si combatte solo a Prato e Roma. Esce anche fuori dai confini nazionali. Il 28 febbraio la sede della Anda Logistica di Fuenlabrada (Madrid) è andata distrutta da un incendio; a marzo è toccato a una sede a Parigi dell’azienda cinese.

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