Sembra che le indagini sulla morte di Marta Maria Ohryzko, la donna di 33 anni di origini ucraine il cui corpo fu rinvenuto in un dirupo di circa due metri a Barano d’Ischia, siano giunte ad una svolta. Dopo ulteriori attività investigative, il pm ha stabilito che si trattò di femminicidio. Decisione che ha portato all’arresto del compagno della vittima.
Si tratterebbe di Ilia Batrkov, 41enne russo, gravemente indiziato in ordine al reato di omicidio doloso pluriaggravato. Stando quindi a quanto verificato dagli inquirenti, la donna sembra fosse purtroppo già vittima di maltrattamenti per mano dell’indagato. Secondo la ricostruzione, la donna sarebbe stata lasciata da sola in un dirupo nei pressi della propria abitazione a seguito di una caduta che le cagionava la rottura di una caviglia.
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Nel corso della notte la vittima sarebbe stata raggiunta dal compagno che, non sarebbe giunto nel dirupo per prestarle soccorso bensì per ucciderla definitivamente. Infatti, per i carabinieri e la Procura di Napoli, il 41enne avrebbe percosso la vittima sferrandole un pugno nell’occhio sinistro per poi soffocarla cingendole con la mano le vie respiratorie. Un gesto che ha provocato il decesso per asfissia meccanica, ovvero per soffocamento della donna.
Ischia, la misura cautelare del 41enne russo
I Carabinieri della Compagnia di Ischia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli nell’ambito di indagini condotte dalla IV Sezione Ingagini Tutela delle fasce deboli della popolazione. Ilia Batrkov era già detenuto a Poggioreale per la vicenda da agosto 2024.
Infatti, il provvedimento messo agli atti trae origine dagli ulteriori sviluppi investigativi relativi ai fatti che avevano già condotto al fermo di indiziato di delitto dell’indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento morte ai danni della compagna commesso il 13 luglio scorso a Barano. Difatti, la misura cautelare del carcere era stata disposta due giorni dopo e poi confermata al riesame svoltosi proprio il 15 luglio 2024.
Ischia, la svolta per femminicidio
Le attività investigative a riscontro, effettuate mediante attività tecniche, ovvero effettuando intercettazioni ambientali e telefoniche, e in base alla consulenza autoptica effettuata sul cadavere di Ohryzko, hanno fatto emergere l’effettiva morte della giovane donna ucraina, svelando la dinamica chiaramente omicidiaria.
A Batrkov l’omicidio volontario viene quindi contestato nella forma pluriaggravata per motivi abietti e futili della violenza e di aver agito approfittando di circostanze di tempo, luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa della donna. Elementi che hanno difatti portato il giudice a ritenere l’indagato autore del più grave delitto di omicidio doloso pluriaggravato ed a emettere nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nella casa circondariale di Napoli Poggioreale.
La prima ricostruzione dalle parole dell’indagato
Dopo la morte dell’allora 32enne, i carabinieri avevano ascoltato l’imputato che aveva raccontato come la compagna si era allontanata dalla roulotte nella quale vivevano dopo un litigio per poi cadere nel dirupo a Barano d’Ischia a causa della frattura di una caviglia. La donna, era stato accertato dagli inquirenti, aveva tentato di chiedere aiuto più volte con l’ausilio del telefonino, chiamando il compagno, prima di morire non come ipotizzato inizialmente, per un’embolia provocata dalla frattura, ma uccisa, secondo le nuove risultanze investigative, dal 41enne russo.
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