USA, giudice frena piani anti-immigrazione di Trump: salve oltre 500.000 persone

La giudice Indira Talwani di Boston ha bloccato la revoca dello status legale per cittadini di Venezuela, Cuba, Haiti e Nicaragua. Trump voleva espellerli entro aprile, ma secondo la corte Usa si sarebbe trattato di un'erronea interpretazione della legge da parte del presidente Usa

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Negli Usa, mezzo milione di immigrati possono tirare un sospiro di sollievo. Una giudice federale degli Stati Uniti, Indira Talwani di Boston, ha temporaneamente bloccato l’intenzione dell’amministrazione del presidente Donald Trump di revocare lo status legale a oltre mezzo milione di immigrati provenienti da Venezuela, Cuba, Nicaragua e Haiti.

La sentenza, firmata dalla giudice distrettuale Indira, rappresenta un’importante battuta d’arresto per le politiche restrittive sull’immigrazione. Uno degli obiettivi di Trump era effettuare deportazioni di massa, in particolare ai danni della popolazione latinoamericana.

Le politiche migratorie di Trump contro la legge

A marzo 2025, l’amministrazione Trump aveva annunciato la volontà di revocare lo status legale di circa 532.000 immigrati originari dei quattro Paesi citati, entrati negli Stati Uniti grazie a un programma di “libertà condizionata”. Il piano era stato varato dall’ex presidente Joe Biden nell’ottobre 2022 e prevedeva l’ingresso legale per massimo 30.000 persone al mese, che avrebbero potuto rimanere negli USA per due anni. L’unica condizione era avere un garante negli Stati Uniti e superare controlli di sicurezza.

Nella sua ordinanza la giudice ha scritto: “La corte concede un provvedimento di emergenza che sospende la conclusione delle procedure di libertà condizionata per cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani“. La sentenza sottolinea come l’amministrazione Trump abbia interpretato erroneamente la legge sull’immigrazione. Per questo, è stata applicata la procedura di espulsione accelerata anche a migranti che erano legalmente presenti sul territorio americano, grazie al programma speciale di Biden.

Secondo la decisione del governo Trump, la protezione legale per questi migranti sarebbe scaduta a partire dal 24 aprile 2025, appena 30 giorni dopo la pubblicazione dell’ordine sul Federal Register da parte del Dipartimento per la Sicurezza interna. Senza l’intervento del tribunale, centinaia di migliaia di persone sarebbero a rischio immediato di espulsione.

Record 2024, tra espulsioni dei migranti e presidenza Biden

Nel 2024, gli Stati Uniti hanno registrato un record storico di espulsioni di migranti, con circa 270.000 persone rimpatriate da ottobre 2023 e settembre 2024. È stato il numero più alto dal 2014.

Il dato è emerso sotto la presidenza dell’ex presidente Joe Biden, nonostante le promesse di una politica migratoria più umana. Il quadro rende evidente l’aumento significativo delle azioni di controllo alle frontiere, soprattutto verso messicani e centroafricani in fuga da condizioni di povertà, guerra e violenza.

Allo stesso tempo, la crescita demografica degli USA nel 2024 è stata di circa 3,1 milioni di persone, di cui 2,79 milioni derivanti dal saldo migratorio netto. Tuttavia, il flusso di immigrazione irregolare ha raggiunto un picco di 370.000 intercettazioni a dicembre 2023. Ad agosto 2024, grazie a misure restrittive adottate a metà anno, il numero è diminuito del 77%.

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