L’amministratore delegato di Sogin (Società italiana gestione impianti nucleari), Gian Luca Artizzu, è tornato a parlare delle opportunità legate al rilancio del settore nucleare nel nostro Paese. In occasione dell’evento organizzato dalla Lega, svoltosi questa mattina, l’Ad ha sostenuto l’importanza del ruolo che Sogin potrebbe svolgere in questo ambito. Non si tratterebbe solo di mettere a disposizione del Paese le competenze mai perse in questi decenni, in cui le centrali in Italia non hanno prodotto energia, ma anche di permettere l’utilizzo dei “siti delle vecchie centrali che stiamo smantellando“.
Si tratterebbe di parti di territorio in cui effettivamente sorgevano le vecchie centrali nucleari, di cui Sogin sta gestendo lo smantellamento. Questi siti, però, non verrebbero eliminati, in quanto, come spiegato da Artizzu, “sono stati progettati e manutenuti come siti per ospitare una centrale nucleare e sono la naturale destinazione per un futuro nuovo impianto“. Un passo in avanti importante che potrebbe risolvere uno dei dubbi su cui continua a lavorare il ministero dell’Ambiente, ovvero le nuove destinazioni degli eventuali reattori del futuro.
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L’amministratore delegato di Sogin ha espresso tale possibilità nel corso di un panel di confronto, moderato da Fabio Tamburini, Direttore del Sole 24 Ore, in cui sono intervenuti Flavio Cattaneo, Amministratore Delegato di Enel Group, Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, e Fabrizio Fabbri, Amministratore Delegato di Ansaldo Energia. La discussione si è svolta alla presenza di rappresentanti istituzionali, politici ed esperti, tra cui Vincenzo Pepe, Responsabile Nazionale Dipartimento Ambiente della Lega, Armando Siri, Coordinatore Nazionale Dipartimento Lega e Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. I lavori sono stati chiusi dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
Sogin, Artizzu: “Il primo peccato del nucleare è non farlo lavorare”
Nel corso dell’evento, Artizzu ha voluto ricordare il lavoro che quotidianamente svolge Sogin sul territorio nazionale, procedendo al decommissioning, ovvero allo smantellamento dei siti nucleari in Italia. “Smantellare significa prima di tutto confinare ciò che è radioattivo rispetto alla biosfera e rispetto alle attività umane, ovvero rendere innocuo ciò che è pericoloso, riducendone via via la pericolosità per l’ambiente“, ha spiegato l’Ad, sottolineando la sicurezza e le competenze da sempre garantite dalla Società gestione impianti nucleari.
Gian Luca Artizzu ha poi ribadito un concetto già presentato nei giorni scorsi, riguardante la possibilità che il settore nucleare in Italia non torni mai attivo. “Il primo peccato è proprio quello di non farlo lavorare“, ha infatti dichiarato L’Ad Sogin nel corso dell’evento dal titolo emblematico “Il nucleare sostenibile: l’Italia riparte!“, riprendendo un concetto espresso all’inizio dei lavori da Edoardo Ventafridda, Fondatore di Giovani Blu.
Artizzu, per rendere più concreta la questione, ha portato al panel l’esempio della centrale nucleare di Caorso, che è rimasta attiva solo cinque anni ed è riuscita a produrre 30 miliardi di kilowattora. “Oggi, se non l’avessimo fermata con il referendum di allora, staremmo discutendo dell’allungamento dell’esercizio di questa centrale, come sta avvenendo nel mondo per impianti simili“, ha spiegato l’amministratore delegato, ricordando le opportunità che in questi decenni sono già state perse dal nostro Paese in termini di produzione energetica.
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