Ucraina, Kellogg propone di dividere il Paese come Berlino dopo la guerra. Poi smentisce

In un’intervista al Times, il generale americano, inviato speciale per i negoziati di pace tra Russia e Ucraina, Keith Kellogg parla della possibilità della divisione del Paese come accordo di pace con le truppe dei Volenterosi a fare da “forza di rassicurazione” nell’Ovest. Su X la smentita: “Mi riferivo a zone di responsabilità per gli alleati”

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Spartire l’Ucraina come Berlino dopo il 1945″. Questa è la proposta avanzata dall’inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per Ucraina e Russia, Keith Kellogg, che vedrebbe nell’ambito di un accordo di pace tra Kiev e Mosca, la “suddivisione” del territorio ucraino come la capitale tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La città fu poi divisa da un muro costruito nel 1961, che non sarebbe stato abbattuto fino al 1989, al culmine del declino dell’Unione Sovietica, aprendo la strada all’unificazione del Paese. Al posto del muro, il generale, figura di spicco negli sforzi statunitensi per porre fine al conflitto in corso da tre anni, in un’intervista rilasciata al Times, avrebbe proposto di usare come barriera naturale il fiume Dnepr, che attraversa l’Ucraina centrale da nord a sud.

Poi, l’eventuale presenza delle truppe britanniche e francesi potrebbe agire come un controllo nell’ovest del Paese come parte di una “forza di rassicurazione“, con l’esercito russo nell’est occupato. Tra queste, figurerebbero anche le forze ucraine e una zona smilitarizzata. Nello specifico, quindi nel disegno di Kellogg ci sarebbe la forza guidata dagli anglo-francesi a ovest del fiume Dnipro, che “non sarebbe affatto provocatoria” per Mosca, anche se ha riconosciuto che il Cremlino potrebbe non accettare questa proposta.

Un piano, che a detta del generale ottantenne, sarebbe sostenuto anche dal fatto che l’Ucraina è un paese abbastanza grande da ospitare diversi eserciti che cercano di imporre un cessate il fuoco. Kellogg ha poi chiarito che gli Usa non fornirebbero forze terrestri, suggerendo che una zona demilitarizzata di circa 29 km potrebbe essere implementata lungo le attuali linee di controllo a est.

Implicito nel piano di Kellogg su come passare da un cessate il fuoco a un accordo di pace duraturo è il riconoscimento da parte degli Stati Uniti del controllo di fatto della Russia sul territorio attualmente occupato.

Solo ieri l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff ha affermato, secondo quanto ha riferito la Reuters, che “il modo più rapido” per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina sarebbe “sostenere una strategia che darebbe alla Russia la proprietà delle quattro regioni orientali ucraine che Mosca ha tentato di annettere nel 2022“. Intanto Witkoff ha anche incontrato per ore Putin a San Pietroburgo per discutere l’accordo sul cessate il fuoco in Ucraina, anche se subito dopo il Cremlino ha raffreddato le aspettative, escludendo “svolte” imminenti.

La smentita del piano Kellogg

Uno schema che sembra essere già stato studiato per filo e per segno a tavolino dall’amministrazione Trump ma che tuttavia in un messaggio su X, l’emissario della Casa Bianca ha totalmente smentito. Nell’intervista, in verità, sembra che Kellogg non volesse riferirsi “a una spartizione dell’Ucraina“, ma parlava “di una forza di resistenza post-cessate il fuoco a sostegno dell’Ucraina“. E quindi, nell’ambito della discussione sulla spartizione, il generale si stata riferendo ad aree di specifiche o “zone di responsabilità” da attribuire ad una forza alleata.

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