I metalupi de Il Trono di Spade tornano in vita: l’incontro con George Martin, autore della saga

L'azienda sostiene di aver "de-estinto" l'enocione, specie predatoria dell'era glaciale ed estinta oltre 10mila anni fa. Eppure molti esperti non sono d'accordo

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George R.R. Martin ha incontrato i metalupi, animale simbolo della sua saga Il Trono di Spade. Per mesi ha tenuto nascosto la notizia, dopo essere andato a febbraio nei laboratori della Colossal Biosciences, società americana di biotecnologia e ingegneria genetica, nota per estinguere diversi animali estinti. “Ho tenuto la bocca chiusa per mesi, giurando silenzio ma morendo dalla voglia di dirlo al mondo”, ha detto lo scrittore sul sito personale, mostrando una foto che lo ritrae con uno dei cuccioli tra le braccia.  

Eppure in questo incontro c’è lo zampino di Peter Jackson, il regista del Signore degli anelli, che è uno degli investitori principali del progetto di “de-estinzione” di Colossal Biosciences. Jackson aveva saputo mesi prima che grazie all’editing genetico l’azienda era riuscita a ridare vita alla specie.

L’ispirazione dietro i metalupi di Il trono di spade

L’ispirazione per i metalupi è arrivata durante una visita ai pozzi di catrame di La Brea a Los Angeles, luogo in cui sono stati trovati i resti di centinaia di questi animali. “Quando ho visto  quei quattrocento teschi disposti su un muro, qualcosa si è mosso dentro di me“, ha dichiarato Martin. Qui è arrivata l’idea del primo capitolo di Il trono di spade, dove sono trovati i cuccioli di metalupo nelle nevi estive. Eppure George Martin sostiene di non aver ancora capito perché quei teschi lo abbiano colpito in maniera così prepotente, tanto da accantonare il progetto precedente e iniziare la stesura di “A Song of Ice &Fire”.

Per George Martin “I metalupi erano una parte rilevante della storia. Senza di loro, Westeros potrebbe non esistere“. Infatti, ogni componente della famiglia Stark è accompagnata dal proprio metalupo personale: Nymeria accompagna Arya Stark, Spettro è accanto a Jon Snow, Estate a Bran, Cagnaccio a Rickon, Vento grigio a Rob Stark e Lady a Sansa.

I metalupi non sono solo animali da compagnia, ma all’interno della storia alcune azioni dei metalupi sembrano un riflesso delle emozioni, dei pensieri o dei desideri dei loro padroni. Per questo, ogni amante della saga sa perfettamente chi e cosa sono i metamorfi: persone con l’abilità di entrare nella mente degli animali e controllarne le azioni. Lo si vede principalmente con Bran Stark e tra Arya e Nymeria.

La polemica del metalupo farlocco

Colossal Biosciences è una società privata il cui valore è aumentato di oltre 10 miliardi di dollari dal 2021, quando è stata fondata da George Church, un biologo della Harvard Medical School, e dall’imprenditore tecnologico Ben Lamm. Probabilmente ispirandosi a Jurassic Park, l’obiettivo era riportare in vita il mammut lanoso.

I cuccioli di enocione, (anche detto “dire wolf”, ossia “lupo terribile”), specie predatoria dell’era glaciale ed estinta oltre 10mila anni fa, sono rinati grazie a una tecnica di ibridazione con i geni del lupo grigio.

Ma dov’è il problema? Come riporta il Time, il Dna è stato estratto da resti antichi, un dente di 13mila anni fa e un osso dell’orecchio interno di 72mila anni fa, e da embrioni sviluppati in cani che hanno fatto da madri surrogate. In questo modo sono tre i cuccioli nati da tre madri diverse, tra ottobre 2024 e gennaio 2025: due maschi Romolo e Remo, come i due gemelli figli della Rea Silvia, e la femmina Khaleesi, chiaro riferimento a Daenerys Targaryen di Il trono di Spade.

Eppure la notizia desta più di qualche dubbio: sarebbero in realtà dei lupi grigi, modificati geneticamente per ottenere tratti fenotipici (caratteristiche osservabili) quanto più simili alla specie estinta. Nello specifico, sono state apportate 20 modifiche in 14 geni. Di queste modifiche, 15 sono state apportate usando il DNA recuperato dai fossili di metalupo, mentre le rimanenti sono state ottenute lavorando direttamente sul DNA originario.

Per questo gli esperti faticano a parlare di “de-estinzione” in senso stretto. Il patrimonio genetico è quasi totalmente quello del lupo grigio, ad esclusione delle caratteristiche fenotipiche.

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