La pausa di 90 giorni imposta da Donald Trump sui suoi stessi dazi è un segnale positivo per l’Italia che ha ora di fronte a sé tre interi mesi per correre ai ripari ed evitare pericolose escalation. Si tratta di una informazione fondamentale anche per la stessa figura del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che il prossimo 17 aprile volerà a Washington consapevole della possibile volontà di disinnescare del presidente Usa, Donald Trump.
Eppure l’Italia, come ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Il Sole 24Ore, deve continuare a lavorare tenendo in considerazione i dazi di Trump come un semplice avvertimento sui rischi che la mancata diversificazione dei mercati porta con sé. Alla luce di questa presa di coscienza, quindi, la Farnesina è al lavoro per individuare nuovi mercati fertili su cui l’Italia potrà puntare e costruire una rete di protezione tale da evitare che in futuro si presentino nuovamente situazioni simili.
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Quindi, oltre all’impegno del governo a riprogrammare circa 25 miliardi di euro dai fondi del Pnrr e quelli della Coesione, l’esecutivo Meloni è impegnato a cercare nuove realtà su cui concentrare parte delle esportazioni. “Con dazi o senza dazi, il nostro impegno per rafforzare l’export non può interrompersi“, ha spiegato il ministro al Sole 24Ore, chiarendo che i primi passi del suo ministero riguardano India e Giappone, due mercati strategici per l’Italia e in cui Tajani si recherà in visita nei prossimi giorni.
L’obiettivo, al momento, è quello di raggiungere i 700 miliardi di esportazioni rispetto ai 626 che sono stati toccati nel 2024. “L’India può essere un partner politico ed economico sempre più centrale nelle strategie italiane“, ha confermato Tajani, sottolineando che nel corso del suo viaggio si tratterà anche della possibilità di un accordo di libero commercio “a fasi“. Per quanto riguarda il Giappone, invece, il titolare della Farnesina ha ricordato che la Nazione asiatica quest’anno ospiterà l’Expo, che sarà “la vetrina del made in Italy“.
Nei prossimi mesi, poi, è previsto un viaggio in Messico, ovvero un mercato strategico nel continente americano. In questo modo, l’azione dell’Italia si concentra in tre continenti che potrebbero rivelarsi fondamentali, anche con la prospettiva di “rafforzare gli strumenti di informazione e comunicazione per le aziende“. In questo senso, Tajani ha chiarito che Ice, Sace e Simest continueranno ad aggiornare le aziende in cui favorire l’export, al fine di renderlo effettivamente efficiente.
Per quanto riguarda, invece, i rischi di una recessione, Tajani non si dice preoccupato, sostenendo invece che i reali rischi potrebbero essere individuati negli Stati Uniti. In Europa, invece, la speranza è che la Bce prosegua sulla strada dei tagli di interesse, arrivando anche a prendere in considerazione “un nuovo quantitative easing“, ovvero una manovra monetaria necessaria a stimolare la crescita economica attraverso l’acquisto da parte della Bce di titoli di Stato o altri strumenti finanziari per immettere liquidità sul mercato.
Le prospettive di Giappone e India
Il viaggio di Tajani in Giappone e India si inserisce in un quadro piuttosto specifico per le esportazioni. New Delhi è infatti il secondo partner commerciale dell’Italia, con scambi che nel 2022 hanno toccato i 14 miliardi di euro annuali. Il nostro Paese importa dall’India prodotti intermedi, come metalli di base e derivati per 2 miliardi, ma i rapporti tra i due Paesi potrebbero essere rafforzati dall’Accordo di Libero Scambio Ue-India, annunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.
Il Giappone, invece, è il terzo partner commerciale italiano in Asia, grazie ai 12,6 miliardi guadagnati nel 2024, tra gli 8,2 miliardi di esportazioni italiani e i 4,4 miliardi di importazioni da Tokyo. La Nazione asiatica è per il nostro Paese un partner prioritario nell’Indo-Pacifico anche per la forte affinità di valori e interessi strategici, che rendono più semplici i commerci.
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