Dazi, task force del governo contro gli “allarmismi”: Meloni pronta per il viaggio a Washington

Il governo italiano incontrerà domani i rappresentanti delle categorie produttive per proporre eventuali soluzioni che potrebbero sostenere imprenditori e lavoratori svantaggiati dai dazi di Trump. Il premier non cede sul viaggio da Trump, che si ipotizza possa svolgersi già la prossima settimana

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Determinazione pragmatismo“, sono queste le due parole chiave che hanno dettato la linea dell’incontro della task force chiamata a rapporto da Giorgia Meloni, all’alba dell’incontro tra il governo e le categorie produttive toccate da vicino dalle conseguenze dell’imposizione di Washington dei dazi maggiorati. L’Italia sembra ferma nelle sue convinzioni: nessuno strappo che possa peggiorare una situazione che per il momento non sembra catastrofica.

Così, la posizione del paese nei confronti delle possibili risposte da parte dell’Ue è quella di evitare a tutti i costi i contro dazi, cercando invece un accordo con gli Usa, che eviti una guerra commerciale a tutti gli effetti. In questo quadro piuttosto complesso, quindi, si inserisce la volontà del Presidente del Consiglio di recarsi a Washington per incontrarsi con il Presidente americano, Donald Trump, per discutere della questione faccia a faccia.

Dazi: la posizione europea e l’obiettivo del viaggio di Meloni a Washington

Ciò che preme al governo italiano è chiarire che l’eventuale visita di Meloni non sarebbe un tentativo di smarcarsi dalle posizioni europee, in quanto l’Italia sostiene l’Ue nella trattative con gli Stati Uniti. Lo ha confermato oggi stesso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, volato a Lussemburgo per prendere parte al Consiglio europeo straordinari sui dazi per trattare insieme ai ministri del Commercio dei 27 Paesi membri.

Dazi, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

L’unica certezza al momento è che in questo vertice non è stata presa in considerazione la risposta dura ipotizzata dalla Francia e che l’Ue starebbe invece valutando l’ipotesi iniziale di una trattativa. Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, ha voluto ringraziare pubblicamente il ministro italiano per aver sostenuto apertamente il dialogo proposto dalla Commissione e soprattutto la proposta di un eventuale accordo per l’azzeramento dei dazi tra Usa ed Europa.

Una sponda, quella creata con Bruxelles, che potrebbe rivelarsi utilissima anche per Giorgia Meloni. Il viaggio del premier, che dovrebbe verificarsi prima dell’arrivo del vicepresidente Usa, JD Vance, in Italia, potrebbe infatti coincidere con l’annuncio europeo dell’entrata in vigore dei contro dazi. Una situazione che potrebbe rivelarsi scomoda, ma utilissima per gli Usa che potrebbe usare l’immagine di Meloni a Washington per dimostrare la frammentazione delle posizioni europee.

L’obiettivo del Presidente del Consiglio, comunque, sarebbe quello di sfruttare il momento storico, in cui sembra che sia Ue che Usa siano pronti ad aprire ad eventuali trattative. Negli Usa, infatti, iniziano a farsi strada le proteste di coloro che non vedono nei dazi lo strumento giusto per arrivare alla tanto auspicata età dell’oro e in tutto il mondo il crollo del borse continua ad alimentare i timori di una possibile recessione.

Dazi: i dossier sul tavolo della task force

Intanto, oggi a Palazzo Chigi si sono riuniti i vertici del governo. Oltre al Presidente del Consiglio e ai due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, erano presenti il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Nessuna riunione ristretta tra premier e vicepremier, per motivi non chiariti, ma sembrerebbe che i presenti abbiano potuto mettere sul tavolo le proposte per migliorare le condizioni di imprese e industrie a seguito dei dazi Usa.

Al momento sembra chiaro che il governo voglia evitare ogni tipo di allarmismo, in quanto questo potrebbe rischiare di causare “danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi“. Si ipotizza dunque che gli aiuti statali alle imprese potrebbero entrare in vigore solamente se ogni altro tipo di negoziazione dovesse fallire. Le proposte avanzate oggi dai ministri, dunque, saranno presentate davanti alle categorie produttive nell’incontro previsto domani.

Tra le possibilità prese in considerazione vi è quella di compensazione sul modello degli aiuti messi in atto durante il Covid, sempre se sarà possibile svincolarli dal Patto di stabilità Ue, e il rafforzamento del fondo per il Made in Italy. Resta invece piuttosto marcato lo scetticismo sull’uso dei fondi del Pnrr, compresi quelli di Transizione 5.0, come proposto da Confindustria.

L’Italia, quindi, inizia ad organizzare una risposta unitaria nei confronti dei dazi, anche se con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Proprio il presunto immobilismo del governo ha scatenato l’ira delle opposizioni, capitanate da Elly Schlein, che ha voluto sottolineare come la mancanza di preparazione del Paese sia dovuta alla volontà del Presidente del Consiglio di “non infastidire” il presidente Usa. Una scelta che il Paese starebbe pagando con il crollo dello Borse e che potrebbe aggravarsi con la possibile decisione dell’Ue di procedere con i contro dazi.

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