Dazi, Milano affonda, in rosso tutte le borse europee e Asia in crisi. Trump minaccia la Cina con 50% dazi in più

Pechino ha risposto ai dazi del Tycoon con contro tariffe del 34%, dimostrando di non volersi piegare alla volontà Usa. Di conseguenza, l'Asia si trova ad affrontare uno dei peggiori periodi di instabilità della sua epoca. "A volte è necessario assumere farmaci per curarsi", ha sostenuto il titolare della Casa Bianca, ribadendo la sua ferma posizione sui dazi e la controffensiva di Trump

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Un’altra giornata nera, non adatta ai deboli di cuore, per i mercati di tutto il mondo, dopo i dazi imposti da Donald Trump. Milano in profondo rosso, ha chiuso a -5,18% rimanendo in coda alle Borse Europee che hanno lasciato molte perdite per il terzo giorno consecutivo dall’annuncio del Tycoon.

Mentre, Wall Street ha aperto male e in parte recuperato per la possibile moratoria di 90 giorni delle tariffe per tutti, esclusa la Cina, ma subito smentita dalla Casa Bianca: “Una fake news“.

Il Presidente statunitense mantiene nel mirino la Cina ed ha scosso nuovamente il mondo. Scrivendo su Truth, il Tycoon, minaccia di ulteriori tariffe del 50% sulla Cina, con conseguente interruzione dei negoziati con Pechino e l’avvio immediato delle trattative con tutti gli altri Paesi. “Se entro domani, 8 aprile 2025, la Cina non ritirerà il suo aumento del 34% rispetto agli abusi commerciali già in atto da lungo tempo, gli Stati Uniti imporranno alla Cina tariffe aggiuntive del 50%, a partire dal 9 aprile“, si legge nel post del Presidente.

Una stima di Bloomberg ha registrato che in soli tre giorni sulle piazze globali siano stati bruciati circa 9.500 miliardi di dollari, con nello specifico le borse europee che hanno visto andare in fumo oltre 683 miliardi di euro.

La crisi asiatica

I riflettori dell’economia mondiale sono puntati tutti sull’Asia che, dopo anni di tentativi di trovare una stabilità, oggi si trova ad affrontare una delle giornate più complesse e negative della sua storia. Donald Trump continua a non cambiare idea sull’imposizione dei dazi e le conseguenze delle sue scelte si fanno sentire. I mercati asiatici sono sottoposti ad un crollo brutale, dovuto proprio alla posizione inflessibile del Tycoon.

Le azioni di Hong Kong hanno perso oltre il 12% in quella che è stata definita la loro peggior giornata dal 2009. Taipei ha registrato un -9,7%, Shenzen un -8,7%, Tokyo un -6,8%, Shanghai un -6,5%, Seoul un -5,3% e Mumbai un -3%. Numeri che non sono affatto rincuoranti e che in parte risentono anche della decisione della Cina di imporre contro dazi del 34% nei confronti degli Usa. Una risposta dura, che dimostra la volontà del Dragone di non piegarsi al gioco di Trump.

Al contrario, Taiwan ha deciso di allinearsi con la posizione del presidente Usa, non rispondendo in alcun modo all’aumento delle tariffe ma cercando di rendere il commercio con gli Stati Uniti più semplice e soprattutto non ostacolato da barriere commerciale. Il premier giapponese, Shigeru Ishiba, ha invece annunciato alla sua popolazione l’intenzione di recarsi a Washington per trattare direttamente con Trump su dazi del 34% imposti dagli Usa alla sua Nazione. Una posizione già adottata da Benjamin Netanyahu, che ieri sera è giunto negli States e oggi incontrerà il Tycoon.

Le Borse asiatiche hanno chiuso in una condizione piuttosto preoccupante. Ad Hong Kong, l’Hang Seng ha chiuso con -13%, registrando la sua peggiore giornata negli ultimi 3 decenni. Si tratterebbe, inoltre, del calo più pesante che sia stato registrato dal 1997, ovvero nel periodo della crisi finanziaria asiatica.

Il sell-off storico dopo i dazi

Il profondo rosso che caratterizza le borse europee ed asiatiche in questa giornata rappresenta un “sell off storico“, come dichiarato dall’analista della Swissquote Bank, Ipek Ozkardeskaya all’Afp. Si tratterebbe dell’evento critico più grande dal 2020, anno della pandemia, e soprattutto il più grande negli ultimi 16 anni per i mercati asiatici. “Il panico sta attraversando i titoli azionari senza eccezioni“, hanno sostenuto gli analisti di Saxo Banque, chiarendo che il crollo delle azioni è dovuto principalmente al timore che possa scoppiare una guerra commerciale.

In ogni caso, il Tycoon sembra irremovibile nella sua scelta, come spiegato anche da Stephen Innes, analista di Spi Am, che ha chiarito come i dazi siano visti dal team di Trump come “una vittoria e non come una leva negoziale“.

Dazi, il crollo in apertura delle Borse europee: a Milano -6,4%

L’apertura delle Borse europee non ha rivelato eccessive sorprese, soprattutto a causa del pessimo annuncio proveniente dall’Asia. Il crollo dovuto ai dazi di Trump continua stabile anche nel nuovo continente. Milano lascia il -6,4% e si allinea con il resto dei mercati europei, ancora in evidente difficoltà a seguito degli annunci del Tycoon. La Borsa di Francoforte lascia il 9,1%, Parigi cede il 6,5%, Madrid perde il 4,7% e Londra flette del 5,5%. Questo è il quadro generale dell’apertura della seconda settimana di aprile.

Tornando in Italia, la Borsa di Milano apre con una certa difficoltà, a causa di buona parte dei titoli che non riescono a fare prezzo e nessuna azione al momento risulta al rialzo. Malissimo i titoli energetici, con Eni a -7,14%, Enel a -6,75%, ed Hera a -6,58%. Risultati preoccupanti anche per il settore bancario, con Bper a -11%, Unipol e Mps a -10%.

Dazi, il rischio di una guerra commerciale tra Usa e Cina

Il crollo delle borse asiatiche si spiega anche con il timore che presto tra Pechino e Washington possa scoppiare una vera e propria guerra commerciale. Nel fine settimana, i leader cinesi si sono incontrati proprio per discutere dei possibili tentativi di stabilizzazione dell’economia e dei mercati di fronte alle scelte di Trump. Lo ha riportato la testata Bloomberg, citando alcune fonti vicine al governo cinese, che hanno parlato anche di un presunto dossier riguardante una stimolo ai consumi della popolazione.

L’obiettivo del Dragone è quello di rimanere unaterra promettente” per gli investimenti stranieri, nonostante i contro dazi del 34% sulle importazioni statunitensi. Secondo il vice ministro del Commercio, Ling Ji, le tariffe di Pechino “proteggono fermamente i diritti e gli interessi legittimi delle imprese, comprese quelle americane“. Un’affermazione che, però, non riesce a nascondere adeguatamente i timori di una possibile ecalation tra i due Paesi.

A rincuorare la popolazione cinese è intervenuto il “Quotidiano del popolo“, grazie ad un editoriale da esso pubblicato e scritto da un esponente del Partito comunista cinese. In esso viene chiarito che Pechino non vuole il disaccoppiamento da Washington e che non sono ancora state chiuse “le porte” del negoziato. Al momento, tutti vengono invitati a fare la loro parte, in quanto le conseguenze dei dazi non saranno così catastrofiche come annunciato.

Il cielo non può crollare“, si legge nell’editoriale, con riferimento ad una celebre frase utilizzata da Mao Zedong nel 1962 durante l’incontro con 7.000 alti funzionari del Pcc, dopo 13 anni disastrosi segnati dalla Grande carestia e dalla rottura con l’Urss, la superpotenza comunista. La resilienza cinese, quindi, permetterà al Paese di superare anche questa crisi, in quanto avrebbe “gli strumenti per gestire la pressione“.

Dazi, Trump: “Aperto ad ascoltare chiunque voglia un negoziato”

Nel frattempo negli Usa il presidente Trump ha incontrato alcuni cronisti sull’Air Force One, durante il volo di ritorno a Washington dopo il week-end passato a Mar-a-lago, in Florida. Secondo Trump, chiunque volesse realmente eliminare i dazi imposti dagli Usa dovrà essere disposto a “pagare un sacco di soldi” su base annuale. Non è chiaro al momento cosa il Tycoon stia implicando con tale affermazione, ma la questione potrebbe essere più chiara nei prossimi giorni.

Elon Musk su Starlink in Ucraina
Elon Musk su Starlink in Ucraina

Il titolare della Casa Bianca si è detto soddisfatto dell’apertura di diversi Paesi, che “stanno venendo al tavolo per parlare“, a dimostrazione che lo strumento dei dazi si è dimostrato più che sufficiente. Alcuni giornalisti hanno riportato al capo dello Stato Usa le parole che Elon Musk ha pronunciato sul palco del congresso della Lega, a Firenze, dove ha sostenuto di volere “zero dazi tra Usa ed Europa“. Sulla questione, Trump ha ripetuto quanto già detto in precedenza, ovvero che “l’Ue ha trattato molto male e ha fatto una fortuna sugli Usa“.

Per quanto riguarda, invece, il crollo delle borse, Trump ha sostenuto di non aver agito con l’intenzione di provocare queste conseguenze, ma anche chiarito che al momento queste risposte sono più che necessarie, in quanto “a volte è necessario assumere farmaci per curarsi“.

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