L’ex presidente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, è tornato a parlare del riarmo dell’Unione europea, sottolineando la complessità della situazione in corso e ribadendo i pericoli che la comunità europea potrebbe vivere se questo momento non venisse sfruttato nel modo corretto. Nello specifico, in occasione di un panel all’Hsbc Global Investment Summit di Hong Kong, l’ex premier ha fatto riferimento al ruolo cruciale che nel processo di riarmo potrebbe svolgere la Germania di Friedrich Merz e come le capacità e la potenza di questa Nazione potrebbe mettere a rischio l’equità del processo di riarmo
“Se questo processo non viene gestito correttamente, la Germania si riarmerà, ma gli altri no“, ha avvertito Draghi, ribadendo la necessità che il piano di Ursula Von der Leyen venga attuato senza eccessive differenziazioni tra gli Stati. Draghi ha poi ricordato che la decisione dell’Ue di procedere con questa “svolta epocale” sia ovviamente legata all’elezione del presidente degli Usa, Donald Trump, che ha dimostrato all’Unione europea che la dipendenza da altri Stati, anche se alleati, può trasformarsi in un pericolo senza precedenti.
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Secondo la testata americana Bloomberg, Draghi avrebbe sottolineato come l’azione degli Usa, sia a livello commerciale che di mediazione con Russia e Ucraina, abbia spinto l’Ue a prendere decisioni in tempi ben più veloci del solito. “Gli Usa in pratica ci hanno detto che non abbiamo più tempo“, ha chiarito, sottolineando che il messaggio cristallino è stato quello di dover dare avvio ad un progetto di difesa vero e proprio che eviti all’Ue di farsi trovare impreparata.
Draghi: “Abbiamo un nemico che è la Russia”
“Ora, essere indifesi in questo nuovo clima non è molto piacevole, perché abbiamo un nemico, che è la Russia“, ha evidenziato l’ex premier, prima di concentrarsi su un altro argomento piuttosto complesso, ovvero la possibile guerra commerciale che Trump potrebbe avviare. “Se Trump costruisce un muro tariffario, non è nel nostro interesse costruire un muro tariffario“, ha tuonato l’ex presidente della Bce, aggiungendo che ad oggi la questione riguarda proprio la possibilità che l’Europa reagisca oppure no. In ogni caso, secondo l’ex premier italiano, l’Ue deve prendere in considerazione ogni possibile aspetto della questione, in quanto al momento l’Europa è “più vulnerabile” di Cina e Stati Uniti in riferimento ai possibili shock sul commercio.
Già lo scorso 18 marzo, in occasione della presentazione del suo rapporto sulla competitività europea, l’ex premier aveva definito gli Usa una “minaccia concreta per l’Unione europea“, in quanto le sue disponibilità economiche e militari le permetterebbero di defilarsi da questioni internazionali senza avere particolari ricadute. “L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali“, aveva quindi sottolineato l’ex presidente della Bce,
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