Attualmente al suo quinto mandato, Vladimir Putin ha progressivamente accentrato tutti i poteri nelle sue mani nel corso della sua presidenza. Ha guidato la Russia attraverso la guerra in Cecenia e il conflitto per il controllo dell’Ucraina, mantenendo stretti rapporti con l’Italia di Silvio Berlusconi.
Oggi ricorre il 25° anniversario delle prime elezioni presidenziali della Federazione Russa che hanno visto protagonista Vladimir Putin. Il 26 marzo 2000, con il 52,94% dei voti, Putin superò gli altri due candidati, Gennadij Zjuganov e Grigorij Javlinskij, e prestò giuramento come presidente il 7 maggio 2000.
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Nell’agosto 1999, Boris El’cin lo nominò Primo Ministro, carica che mantenne per poco più di quattro mesi, fino alle dimissioni del Presidente il 31 dicembre 1999. Come previsto dalla Costituzione, al momento dell’abdicazione di El’cin, il controllo del Cremlino passò al Primo Ministro. Pertanto, Putin si candidò alle elezioni presidenziali del 2000 occupando già la carica ad interim.
Un quarto di secolo di potere
In questi 25 anni, Vladimir Putin ha ricoperto la Presidenza della Federazione Russa per cinque mandati (2000-2004, 2004-2008, 2012-2018, 2018-2024, 2024-in corso), con un’interruzione tra il 2008 e il 2012 a causa del limite costituzionale che allora impediva un terzo mandato consecutivo.
La deriva autoritaria del governo Putin
Nel 2008 fu Dmitrij Medvedev, un suo stretto alleato, a diventare presidente, nominando Putin Primo Ministro. Quest’ultimo tornò al Cremlino nel 2012, vincendo le elezioni con il 64% dei voti. Negli anni successivi, Putin modificò la Costituzione, allungando la durata del mandato presidenziale da 4 a 6 anni ed eliminando il limite delle ricandidature.
Da allora, Putin ha accentrato sempre più potere su di sé, e le elezioni in Russia sono state frequentemente accusate di brogli. Gli oppositori politici del Cremlino hanno visto restringersi i loro spazi di libertà: chi non è fuggito in esilio rischia il carcere senza un giusto processo o, nei casi più estremi, l’assassinio.
Le guerre di Putin
Durante i suoi 25 anni di governo, la Russia ha intrapreso numerose operazioni militari, spesso con l’obiettivo di ricostituire l’influenza dell’ex Unione Sovietica. La seconda guerra cecena portò a una feroce reazione dei separatisti, culminata nelle tragiche stragi del teatro Dubrovka nel 2002 e della scuola di Beslan nel 2004.
Dal 2014, con l’annessione illegale della Crimea attraverso un referendum controverso, Putin ha intensificato la sua campagna per inglobare territori ucraini nella Federazione Russa. L’invasione dell’Ucraina nel 2022 ha acuito come mai prima d’ora le tensioni tra Mosca e l’Occidente.
I partner internazionali di Putin
Sul piano diplomatico, Putin ha rafforzato i rapporti con i paesi BRICS e con la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan. L’amicizia con Silvio Berlusconi ha contribuito ad avvicinare la Russia all’Italia. In occasione della morte del leader di Forza Italia, Putin ha espresso parole di grande stima, riconoscendone il contributo allo sviluppo delle relazioni italo-russe.
Dopo 25 anni, il futuro della Russia sotto il governo di Putin rimane un punto interrogativo: il consolidamento del suo potere sembra destinato a proseguire, mentre il suo impatto geopolitico continua a influenzare il panorama internazionale.
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