Meloni al Senato per le repliche: “M5S antimilitarista? Perché firmò aumento delle spese militari al 2% del Pil?”

Il premier ha ribadito di essere intenzionata a mettere il Paese in sicurezza sia perché "è una patriota", sia perché "c'è scritto in Costituzione"

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Giorgia Meloni è tornata in Aula al Senato per rispondere alle dichiarazioni delle opposizioni, pronunciate subito dopo il suo intervento in Aula sulle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Il premier ha voluto innanzitutto sottolineare che il centrodestra ha trovato un accordo sulla necessità di rafforzare la sicurezza e ha ribadito che “l’esercito unico europeo non è all’ordine del giorno“.

Meloni: “Non ci sono certezze sui dazi”

Rispondendo poi alle critiche Riccardo Magi, segretario di +Europa, sui rapporti tra il governo italiano e quello statunitense, il premier ha sostenuto di non avere certezze sui dazi“, ma di ritenerla una “materia complessa” per cui è necessario “ragionare in maniera pragmatica e non rispondere per istinto altrimenti rischieremmo di crearci più problemi di quelli che speriamo di risolvere“. Magi aveva accusato il premier di volere “un’Europa vassalla di Trump e di Musk“, che accetta passivamente i dazi e osserva da lontano mentre Russia e Usa si spartiscono l’Ucraina.

Meloni: “Nessuna manovra correttiva nei piani del governo”

Alle accuse di Matteo Renzi, che ha sottolineato le assenze di Meloni in Parlamento, il premier non ha voluto rispondere, sostenendo che il leader di Italia Viva starebbe continuando a “gettare ombre per necessità di vendere il suo libro“. Il senatore ha poi accusato Meloni di aver “dimenticato le famiglie“, che si trovano a fare i conti con le conseguenze della crisi economica, per poi chiedere al premier se nei piani del governo c’è una manovra correttiva. Il Presidente del Consiglio ha quindi risposto negativamente, chiarendo che ci sarebbero diversi indicatori positivi, visto che “in una situazione internazionale complessa, l’Italia va meglio di altri partner del passato“.

Meloni: “800 miliardi per la difesa è annuncio roboante”

Alla critica del senatore Claudio Borghi della Lega sulle disponibilità economiche dell’Europa sul piano del riarmo, Meloni ha confermato che ad oggi “non funziona la narrazione di non dire che non ci sono soldi per fare nulla e poi ci sono all’improvviso 800 miliardi per la difesa“, ma ha poi sottolineato che al momento non si sta parlando di nuove risorse dell’Ue o di soldi tolti ad altri bilanci. Si parla, invece, di una ipotetica possibilità che gli Stati possa produrre nuovo deficit e in questo senso si tratterebbe di un annuncio molto roboante rispetto alla realtà, e questo bisogna segnalarlo“.

Trattando sempre di economia e finanze, Meloni ha voluto sottolineare che il suo governo ha portato avanti un lavoro complesso al “fine di mantenere una politica di bilancio seria“, anche per recuperare un minimo l’immagine del Paese. “Siamo molto gelosi di questi risultati, e bisogna fare attenzione a scaricare questo peso sui bilanci degli Stati nazionali“, ha spiegato Meloni.

Meloni: “Per occuparsi di difesa non è sufficiente comprare armi”

Sul tema delle armi, poi, il capo del governo ha chiarito di non aver mai detto di “comprare armi per occuparci di cose“, ma che “per occuparsi di difesa non è sufficiente comprare armi“. Rispondendo poi alle dure critiche del M5S, il primo ministro si è chiesto perché il partito di Giuseppe Conte si dice un partito antimilitarista e al tempo stesso quanto era al governo sottoscrisse l’impegno di arrivare al 2% del Pil in Difesa. “Perché lo fece se non era d’accordo?“, ha tuonato Meloni, per poi aggiungere: “Dovevate accontentare qualcuno?“.

Il premier ha quindi ribadito di essere intenzionata a mettere il Paese in sicurezza sia perchéè una patriota“, sia perché “c’è scritto in Costituzione“. Con queste parole, Giorgia Meloni ha quindi concluso il suo intervento in Aula, tra gli applausi dei senatori della maggioranza.

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