“Un discorso perfetto, per una ministra del Governo Trump, non certo per la Presidente del Consiglio italiana“. Così esordisce Nicola Fratoianni ai microfoni de Il Difforme riferendosi con critica alle comunicazioni in Senato del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo.
E quindi, tra Ucraina, Medio Oriente, dazi Usa, immigrazione e competitività sigillati da Giorgia Meloni, il leader di Sinistra Italiana ha individuato un errato atteggiamento della premier, causa del complesso collocamento del Paese nell’attuale contesto geopolitico, che cade nel paradosso di giustificare “una folle corsa al riarmo in nome della difesa“. Fratoianni confessa di avere la netta impressione che la destra italiana non sia consapevole da cosa sia effettivamente necessario difendersi. Questione che, invece, il leader di Avs declina in poche e chiare battute, ovvero nel prendere provvedimenti dalla “guerra commerciale senza limiti scatenata dal suo amico Trump nei confronti della nostra economia“.
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Quindi, il punto preso di Fratoianni esplicita la problematica dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti da quando il Presidente a stelle e strisce ha iniziato ad imporre le tariffe di importazione sui prodotti italiani ed europei, piuttosto che immaginarsi un’ipotetica guerra euro-russa. Ma, “di fronte a tutto questo nessuna risposta se non la giustificazione del piano di Ursula von der Leyen” che il Presidente di Si ribadisce essere “un piano suicida per l’Ue” oltre che inutile da presentare come “un’iniziativa che non determinerà tagli ulteriori alla spesa sociale, al welfare e ulteriori conseguenze negative anche sui salari degli italiani“.
Una questione che emergerebbe anche solo quando la premier Meloni afferma che la spesa di 800 miliardi non riguarda esclusivamente armi, perché, a detta di Fratoianni, la Presidente della Commissione Ue sarebbe stata al quanto chiara sull’argomento. Entro il 2030, infatti, l’Europa dovrà risultare pesantemente armata, con le spalle coperte da missili, carri armati e aerei da combattimento. “Non mi sembra quindi abbia parlato di spesa sociale e neanche di tecnologie” in cui investire.
Così il leader di Avs insieme ai contrari al ReArmUe, si interroga su quanto i singoli Paesi europei continueranno a spendere in nuovi armamenti, sottolineando che i 27 Membri dell’Unione spendono tre volte più della Russia. “Ma è possibile – tiene il punto Fratoianni – che si può fare la deroga al Patto di Stabilità per comprare carri armati e ci sbattono la porta in faccia ogni volta che chiediamo una deroga per aumentare le pensioni, per la sanità, l’istruzione?” Un affondo che smonterebbe, così, la tesi sostenuta da Meloni secondo cui rafforzare le capacità difensive italiane vorrebbe dire anche risvegliare l’economia e il tessuto produttivo italiano con la produzione stessa di armamenti.
Liris: “C’è bisogno di pace e di ricostruire moralità”
Incentrandosi su un altro passaggio del discorso a Palazzo Madama della premier, il Senatore di Fratelli d’Italia, Guido Liris, commenta il momento dedicato a Papa Francesco che ha ricevuto gli unici applausi bipartisan. “C’è un grande bisogno dell’intervento del Pontefice in un momento storico in cui c’è un grande bisogno di pace e di una moralità da ricostruire” sia come popoli ma anche come ponti fra continenti. L’Onorevole Liris, augurando pronta guarigione al Santo Padre, da medico, cattolico e “come persona innamorata di una garanzia di pace e di saggezza” invita a credere nella “sua fibra resistente e sulla sua capacità di resistenza, resilienza e rigenerazione“.
Come membro della Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria del 2020, il Senatore Liris ha ricordato e reso omaggio nella Giornata in memoria delle vittime del Covid, a tutti coloro che non ci sono più, alle loro famiglie, rendendo grazie a al loro servizio, pagato con la vita e il sacrificio. Ma, “il vero ringraziamento – puntualizza l’Onorevole di FdI – è operare in funzione tale che il servizio sanitario si ricostruisca alla luce di tanti insegnamenti e riflessioni ricevuti anche dalle situazioni sbagliate” vissute sotto pandemia.
La giornata del 18 marzo incarna un momento per fare un bilancio di ciò che sono stati gli anni della pandemia e di ciò che è stato costruito negli anni successivi in termini propositivi, normativi e legislativi. In Commissione Covid, si stanno affrontando varie tematiche relative alla prima fase e successivamente si analizzerà anche come sono state affrontate la seconda e la terza fase, “dall’assenza di dispositivi di protezione individuale alla mancanza di letteratura di riferimento, di un piano pandemico non approvato”, fino a tutta una serie di situazioni che hanno posto l’Italia in difficoltà e vulnerabilità.
Ma, l’Onorevole Liris legge in controluce ciò che non ha funzionato prospettandolo nella costruzione di un servizio sanitario nazionale che sia pronto dal punto di vista di apparati di medicina generale, reparti di terapia intensiva e reti territoriali che riescano ad intercettare le patologie prima dei ricoveri in ospedale dove molto spesso sono aumentate le criticità.
Fondamentale, però, costruire modelli di riferimento e letteratura di riferimento. “Quello che mancava sotto pandemia era un piano pandemico che fosse un codice di comportamento ben guidato, supportato e consacrato“, spiega Liris ribadendo il dovere di costruire codici di comportamento e di monitoraggio, oltre che di un servizio sanitario che possa sempre valere in situazioni simili.
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