Opposizioni di tutta Italia, unitevi! O, forse no. Ieri, in Piazza del Popolo, si è assistita alla presenza dei principali leader di opposizione, con partito e votanti a seguito, convocati a radunarsi da Michele Serra per la manifestazione pro Europa. Così per un pomeriggio, Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Carlo Calenda e Riccardo Magi hanno superato le loro disuguaglianze e le loro opinioni discordanti per unirsi nella medesima visione di un’Europa che deve ritrovare il proprio spirito.
Ma, chi manca all’appello? Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle. Un’assenza che il leader pentastellato aveva giustificato ritenendo che la manifestazione, “nata con buone intenzioni ma subito infittita da esponenti politici favorevoli al riarmo, che vorrebbero continuare lo scontro con la Russia“. E quindi, da europeista convinto ma critico, Conte ha detto no ad ambiguità e incertezza di chi vuole la guerra e chi non la vuole, chi vuole il riarmo e chi non lo vuole, perché non si può avere tutto e il contrario di tutto. “Io – puntualizzava il leader 5s – mi batto per una Europa che si batte per la politica, che se spende per la difesa lo faccia con criterio“.
Leggi Anche
Fratoianni: “Decisione legittima ma…”
Una decisione che Nicola Fratoianni ritiene legittima pur sostenendo che la presenza di ieri fosse giusta. Il deputato di Avs, comunque, rimarca ancora una volta di aver sempre avuto le idee chiare contro l’escalation delle armi, sostenendo la pace. Motivo per cui, “non ho nessuna difficoltà ad andare in una piazza come quella di ieri” e “non mi sento meno coerente“, infatti, erano tantissime le bandiere della pace, “era diffuso il sentimento di chi pensa che dell’Europa ci sia un disperato bisogno e che per costruirla sia necessario mettere in campo la pace, il multilateralismo e la difesa del nostro welfare“.
E proprio nella difesa del welfare, il Segretario di Sinistra Italiana pone il punto fondamentale da cui partire, in quanto elemento prezioso nonché “più odiato da parte degli autocrati che la vorrebbero far saltare dall’esterno o da parte dei nazionalisti delle destre che la vorrebbero far saltare dall’interno“.
Conte: “Quando ero premier io, i soldi si spendevano meglio”
Giuseppe Conte però non riesce a superare il fatto che ci potessero essere esponenti pro ReArm Europe, nel quale, tra le altre cose, non figurerebbe neanche “un cenno” alla difesa comune, anzi rappresenterebbe solo “una reazione istintiva, isterica” che entra in contrasto con l’avvio dei colloqui di pace. Nonostante, sia stato descritto“come pacifisti con i fiori in mano“, il Presidente dei 5S sostiene che il Movimento si sia assunto la responsabilità di governo, aumentando le spese di 2,7 miliardi in tre anni, all’1,4% di Pil, lontano dal 2% concordato nel 2014. Conte vuole far intendere che non si tratta di non migliorare l’efficientamento del sistema di difesa, bensì investire bene senza “buttare i soldi“.
In tal senso, l’ex premier ricorda come nel suo secondo mandato sia stato firmato il programma Gol, Garanzia di occupabilità dei lavoratori che, ad oggi, ha permesso ad oltre un milione di cittadini di trovare un’occasione per reinserirsi nel mondo del lavoro e firmare un contratto. “Ecco, – afferra il punto Conte – questa è l’Europa per cui si è battuto e si batte concretamente il Movimento 5 Stelle, non certo quella del folle Piano di Riarmo“. Quindi, sarebbero queste, secondo il leader pentastellato, le sfide che occorre vincere “anziché fare come il Governo Meloni, che si è affannato a chiedere a Bruxelles di spendere fino a 35 miliardi in armi fuori dai vincoli europei“.
Governo Meloni sotto attacco
Un governo che, a detta di Fratoianni non starebbe affrontando un periodo roseo né tantomeno unito sulle medesime posizioni in fatto di Riarmo. Infatti, all’interno di Palazzo Chigi, “a me pare che ci sia un problema gigantesco, visto che si sono differenziati enormemente nel voto a Strasburgo“. Divisione che invece non avrebbe colpito l’opposizione, considerando che “in questi giorni le principali forze Pd, M5S e Avs hanno detto la stessa cosa“, ovvero che il piano di riarmo europeo che finanzia la spesa militare delle singole nazioni “è una scelta sbagliata“.
“L’ha detto Elly Schlein, l’ha detto Giuseppe Conte, l’hanno detto – prosegue l’esponente di Avs – Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni“. Codificando così una stessa posizione condivisa nelle tre forze principali dell’opposizione che però non si è vista vivere in piazza, ma “se c’è qualcuno che deve preoccuparsi delle proprie divisioni è il centrodestra e Giorgia Meloni“.
© Riproduzione riservata