Mattarella a Gorizia rilancia la pace: “Le democrazie hanno gli anticorpi contro i nazionalismi”

Il Presidente della repubblica ha ricevuto il premio "Santi Ilario e Taziano - Città di Gorizia" ed ha utilizzato l'occasione per lanciare un nuovo appello in nome della pace, utilizzando la storia delle città di Gorizia e Nova Gorica come linea guida da seguire

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha utilizzato il suo intervento in occasione del premio “Santi Ilario e Taziano – Città di Gorizia“, ricevuto unitamente al Presidente emerito sloveno, Borut Pahor, per parlare nuovamente dell’importanza del mantenimento della pace in un periodo storico così complesso per l’Occidente. Il Presidente della Repubblica si è detto “lietissimo” di essere stato insignito di questo premio e ha ricordato l’importanza del lavoro svolto per mantenere pacifici i rapporti tra l’Italia e la Slovenia.

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Il Presidente emerito sloveno, Borut Pahor

Questo obiettivo è stato vissuto dai due Paesi come “una responsabilità doverosa“, in quanto l’alternativa “pericolosa” sarebbe stata la stessa già vissuta in prima persona e drammaticamente dall’Europa. Anche oggi, quindi, “esiste il dovere di creare un’Unione europea che sia capace di affrontare i temi cruciali che propone lo scenario globale“, ha ricordato Mattarella, lanciando un appello alla politica europea.

Mattarella: “La strada della cooperazione porta al successo”

L’esistenza stessa di questo premio, che porta il nome di due Santi che sono alle radici della fede cristiana in Europa e che sono i pilastri di una Chiesa, quella di Aquileia, capace di tenere insieme popoli e culture diverse, “offre l’occasione per evidenziare come la strada della cooperazione porti al successo“. L’esempio lampante di questa convinzione è intrinseco al rapporto oggi esistente tra le città di Gorizia e Nova Gorica, i cui cittadini sono inseriti all’interno di “società mature, cresciute in democrazia, con efficaci anticorpi rispetto a lusinghe sterili e pericolosi nazionalismi“, che, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, hanno portato a tanti e gravi danni.

Il Capo dello Stato ha quindi ricordato come queste due città siano riuscite a trasformare la vicinanza geografica in un’opportunità, dando vita a quello che può essere definito un esempio inestimabile per l’Europa intera e per i valori che l’Unione europea rappresenta. Mattarella ha quindi ricordato come la rottura di quel confine, che separava Italia e Jugoslavia passando per la città di Gorizia, è divenuto un “momento di rilevanza storica“, che ha avuto ripercussioni in tutta Europa.

Il Capo dello stato ha poi rivendicato come sia stato proprio grazie ai cittadini di queste terre che è stato possibile portare a termine questo percorso. “La comunione di intenti tra le autorità politiche di Slovenia e Italia rappresenta il riflesso istituzionale di un impulso che trova le sue radici nei rispettivi popoli“, ha infatti ricordato il Presidente della Repubblica, sottolineando come alla base del processo di pacificazione delle due realtà vi sia stato “il desiderio di amicizia espresso dai cittadini, divisi da un confine fisico, eredità della guerra, ma uniti nella convinzione che gli orrori e i sentimenti di ritorsione e rivalsa doveva lasciare il posto alla convivenza pacifica“.

Un appello, quello pronunciato dal Mattarella tra le righe del suo discorso, a non lasciarsi logorare dalla rabbia e dai sentimenti che derivano dalle ostilità, per lasciare spazio alla volontà di fare meglio, di diventare persone migliori e lasciarsi alle spalle le brutture della guerra alla ricerca di una pace che sia frutto del compromesso e della collaborazione. Un discorso che giunge in contemporanea con la riunione della “coalizione dei volonterosi“, a cui ha preso parte anche Giorgia Meloni, e alla manifestazione nelle piazze italiane in favore dell’Ue.

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