Starmer chiama a raccolta i ‘volenterosi’: giovedì la prima riunione operativa. Meloni chiude sulle truppe a Kiev

Il Presidente del Consiglio sarebbe riuscita ad ottenere un cambiamento "soft" dell'agenda dell'incontro, così da giustificare la partecipazione dell'Italia. Nel corso del summit, ha ribadito la contrarierà dell'Italia all'invio delle truppe e la volontà di continuare a collaborare con i partner europei e statunitensi per il sostegno a Kiev

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La prima riunione ufficiale dei leader dei 26 Paesi interessati alla “coalizione dei volenterosi” si è conclusa. Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha aperto e poi concluso la videochiamata con i suoi colleghi, ricordando come l’impegno odierno sia quello di parlare nuovamente di sostegno all’Ucraina e delle possibili soluzioni che l’Europa e i Paesi atlantici possono garantire al Paese invaso dall’Ucraina.

Il vertice in videochiamata sarà solo l’inizio di un lungo percorso che questi Paesi intraprenderanno al fine di proteggere il destino dell’Ucraina. Il primo ministro del Regno Unito ha infatti annunciato che il prossimo giovedì si terrà una riunione operativa a livello di vertici militari che coinvolgerà tutti coloro che sono disposti a discutere di un possibile futuro schieramento di soldati europei sul territorio ucraino.

Si tratterebbe, comunque, di una missione che prenderebbe avvio a seguito della pacificazione dell’Ucraina. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha però nuovamente ribadito la posizione contraria dell’Italia a questa possibilità e ha poi sottolineato la volontà del nostro Paese di continuare a collaborare con i partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti per la definizione di garanzie di sicurezza credibili ed efficaci.

La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, al termine della riunione, ha sottolineato nuovamente il sostegno dell’Unione europea all’Ucraina, chiarendo che ora è arrivato il momento che la Russia dimostri di essere disposta a “sostenere un cessate il fuoco che porti ad una pace giusta e duratura“. Al contempo, l’Ue continuerà ad essere favorevole al rafforzamento dell’Ucraina e delle sue forze armate.

Starmer: “Il ‘Sì, ma’ di Mosca non basta”

Il primo ministro britannico ha spiegato che l’incontro di giovedì avrà come obiettivo la creazione di “un piano robusto“, che risponda al bisogno di azione che ha il mondo attuale, a cui non bastano più “le parole e le condizioni vuote“. Tramite questa presa di posizione, quindi, sarà possibile porre fine al conflitto sanguinoso in corso in Ucraina e lavorare al raggiungimento di una pace giusta e duratura.

Saremo pronti a schierarci come una ‘coalizione di volenterosi’ in caso di accordo di pace, per aiutare a proteggere l’Ucraina sulla terra, in mare e nei cieli“, ha rivendicato soddisfatto Starmer, spiegando che, nel momento in cui sarà assicurata la pace, serviranno forti disposizioni in termini di monitoraggio, al fine di “garantire che qualsiasi violazione sia identificata e denunciata“.

Secondo il primo ministro britannico, infatti, saranno necessarie delle “garanzie di sicurezza robuste“, le stesse che l’Ucraina continua a chiedere da mesi agli Usa, necessarie a spingere Vladimir Putin a rispettare l’eventuale accordo di pace. In quest’ottica, quindi, si inseriscono le nuove sanzioni che la coalizione dei volenterosi ha ritenuto necessarie nei confronti della Russia.

Le esitazioni e i ritardi del Cremlino sulla proposta di cessate il fuoco del presidente Trump e i continui attacchi barbarici della Russia contro l’Ucraina sono in totale contrasto con il desiderio di pace dichiarato dal presidente Putin“, ha spiegato Starmer ai giornalisti, rivendicando duramente che “Il sì, ma di Mosca non è sufficiente“.

Starmer: “Putin deve smettere di fare giochetti”

Il premier britannico ha diffuso questa mattina un messaggio in vista del meeting virtuale previsto per oggi, annunciando la partecipazione di circa 25 leader di vari Paesi europei, di Australia, Nuova Zelanda e Ucraina. Nel suo discorso, Starmer ha accusato Putin di non essersi mostrato finora “serio sulla pace“, per cui sembrerebbe necessario dover procedere con nuove pressioni al fine di “spingerlo a smettere di fare giochetti sul piano del presidente Trump“.

Il primo ministro ha poi pubblicato sui suoi profili social una foto insieme al leader ucraino, Volodymyr Zelensky, accompagnata dalla scritta: Il popolo dell’Ucraina può contare su di noi più che mai“. Il leader britannico ha dimostrato di avere le idee chiare, sottolineando che prima o poi la Russia dovrà sedersi al tavolo dei negoziati e dare inizio a discussioni serie.

Il premier ha poi ricordato l’importanza dei passi in avanti compiuti in questa settimana, soprattutto per quanto riguarda l’approvazione da parte dell’Ucraina della tregua di 30 giorni proposta dagli Usa. “L’Ucraina è parte del processo di pace“, ha quindi sottolineato Starmer, aggiungendo che invece i comportamenti della Russia sono necessari solamente e prendere tempo. “Se il presidente russo è serio riguardo alla pace, deve interrompere i suoi barbarici attacchi all’Ucraina e accettare il cessate il fuoco“, ha spiegato il primi ministro.

Starmer ha poi proceduto a strigliare i Paesi dell’Ue e della zona euroatlantica, sottolineando che è necessario sia preparare una difesa ucraina sia imparare noi stessi a difendere un eventuale accordo attraverso lo strumento di una coalizione di volenterosi“.

Meloni partecipa al vertice di Starmer

Strappare o non strappare? E soprattutto contro chi? Giorgia Meloni si è trovata a procedere su una strada tortuosa e complessa, stracolma di ostacoli e soprattutto di trappole che potrebbero rendere vani tutti gli sforzi compiuti nel passato per costruire una politica estera forte ed efficiente per il Paese. L’ultimo pericolo in ordine di tempo, almeno per ora, è stato il summit in videocollegamento organizzato dal primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer.

Si tratterebbe della prima riunione ufficiale della “coalizione dei volenterosi“, ovvero di quei Paesi che sarebbero disposti ad inviare in Ucraina truppe di interposizione per il mantenimento della pace. L’Italia, quindi, avrebbe dovuto essere assente per partito preso, in quanto più e più volte sia il premier che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, hanno ribadito che Roma non invierà soldati a Kiev.

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Perché, quindi, Meloni avrebbe deciso di partecipare? L’organizzazione creata da Starmer e sostenuta da Macron potrebbe trasformarsi in un nucleo operativo fondamentale per l’Unione europea e la mancata partecipazione dell’Italia a questo primo colloquio avrebbe potuto trasformarsi in una sconfitta in partenza. Inoltre, la possibilità che alla missione partecipino Paesi extra-Ue ha intrigato il premier, che quindi ha riflettuto a lungo su quali fossero i pro e i contro della partecipazione a Londra.

Il piano di Meloni per partecipare al summit dei “volenterosi”

Fino all’ultimo momento, sull’agenda di Meloni non vi sarebbero state certezze. Nei giorni scorsi, però, l’Italia avrebbe aperto un canale di comunicazione con il Regno Unito, al fine di discutere del contenuto dell’agenda del summit odierno. Starmer sarebbe stato più che chiaro nel momento in cui ha sostenuto che non sarebbero stati ammessi Paesi osservatori all’interno del summit, spingendo quindi tutte le parti in gioco a prendere una decisione definitiva.

Lo scetticismo dell’Italia, però, avrebbe provocato una perdita considerevole all’incontro, per cui i canali di comunicazione tra i due Paesi sono rimasti a lungo aperti. Sembrerebbe che all’interno del programma sia quindi stata aggiunta una discussione sulla difesa comune europea, così da poter giustificare la presenza dell’Italia, senza però legarla specificamente all’invio di truppe in Ucraina.

Sostengo l’Europa anche se è poco lucida“, avrebbe spiegato il Presidente del Consiglio ai suoi collaboratori, chiarendo anche di voler mantenere i buoni rapporti finora esistenti con il premier britannico.

La frattura con la Lega

Mentre Meloni continua a lavorare per mantenere in equilibrio alleanze consolidate e quelle in crescita, inizia ad avanzare l’ipotesi che la Lega possa tramare un attacco inaspettato, proprio in riferimento alla volontà di FdI di riflettere ancora sul riarmo. Così, il Presidente del Consiglio, per non farsi cogliere impreparata, starebbe lavorando alla possibilità di costruire una risoluzione da presentare al Parlamento che possa accontentare tutti e tre i partiti di maggioranza.

Si tratterebbe di un nuovo tentativo di riallineare le posizioni del centrodestra, che a Strasburgo ha votato in ordine sparso. Si ipotizza, quindi, che all’inizio della prossima settimana, Meloni porti alla Camera e al Senato proposte mediane, non eccessivamente forti e che possano evitare conflitti non necessari. Forse, già il prossimo lunedì, Meloni e Salvini si incontreranno per discutere della posizione da far ricoprire all’Italia nel corso del vertice del 20 marzo.

Alcuni parlano della possibilità che il Presidente del Consiglio non pronunci mai la parola riarmo e che invece possa fare riferimenti alla priorità della pace e al sostegno degli sforzi diplomatici da parte di Donald Trump.

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