Gucci trova padre: Demna alla direzione artistica della doppia G

La promessa è stata mantenuta e una nomina in tempi brevi è arrivata. Lo stilista georgiano prende il posto dopo Sabato De Sarno, lasciando Balenciaga dopo dieci anni

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In fin dei conti poteva andare peggio. Il posto ai vertici creativi di Gucci è rimasto vacante per poche settimane e a sorpresa è arrivato Demna Gvasalia. Fino ad oggi anima di Balenciaga, lo stilista georgiano assume il ruolo di direttore creativo della maison dalla doppia G.

Gucci, un arrivo inaspettato

Ipotesi, rumors e speculazioni come se piovessero in questi mesi durante i quali Gucci era rimasto senza padre e ha sfilato all’ultima Fashion Week di Milano in mano al suo ufficio stile. Nelle ultime ore, i corridoi pullulavano di voci insistenti che hanno visto Demna superare per pochi millesimi di secondo Hedi Slimane, che per molto tempo è stato il favorito per il tanto ambito quanto ambiguo posto da Gucci.

Un annuncio che, difatti, ha lasciato fanatici, appassionati e addetti ai lavori ad occhi sgranati e bocca aperta, visto che fino a pochissimi giorni fa si era dato per certo l’arrivo dell’ex Celine e Saint Laurent. Invece, ecco il comunicato che ha sbaragliato qualsiasi sondaggio o previsione ponendo uno dei più sovversivi e provocatori designer come interprete dell’anima capricciosa di Gucci.

Quindi, dopo due anni di Sabato De Sarno, che fino allo scorso 6 febbraio modellava l’essenza della maison fiorentina, arriva trionfante un Demna che ancora profuma di Balenciaga. Lo stilista, insediato in Germania, aveva risollevato le sorti della storica casa di moda francese dopo il non felicissimo e discutissimo periodo firmato Alexander Wang. Oggi, François-Henri Pinault, presidente e Amministratore delegato del Gruppo Kering, “promuove” Demna al brand ammiraglio del Gruppo, nella speranza di replicare il successo ‘balenciaghiano’.

Sono entusiasta e emozionato di entrare a far parte della famiglia Gucci“, esprime a caldo il proprio riconoscimento, Demna che dopo 10 lunghi anni lascia la sua Balenciaga rispondendo alla più febbricitante delle domande della moda, ossia chi sarebbe stato il papabile nuovo direttore artistico di Gucci. Il Gruppo Kering, casa madre di entrambi i brand, ha motivato la scelta facendola confluire nel “potere creativo” dello stilista 43enne che “è esattamente ciò di cui Gucci ha bisogno“.

Prima di fare il suo primo passo negli uffici stile dalla doppia G, Demna dirigerà la sua ultima sfilata di alta moda da Balenciaga il prossimo 6 luglio, per poi fare le valigie e trasferirsi nella più grande casa di lusso italiana che tanto ha patito. Qui, lo stilista lavorerà in collaborazione con Stefano Cantino, Amministratore delegato di Gucci, con il quale “non vede l’ora di scrivere un nuovo capitolo della straordinaria storia” del brand.

Una vicenda al quanto unica, in quanto prima volta che uno stilista compie una migrazione interna da un marchio all’altro del colosso francese del lusso. Un fattore rischio che avvalora la stima posta nei confronti di Gvasalia, che dovrà semplicemente salvare il brand dall’annegamento delle vendite e il crollo dei fatturati. Primo appunto nella lista di Demna sarà la necessità di trovare una nuova identità, una nuova veste per l’anima di un marchio, che dopo l’addio di Alessandro Michele, ha vacillato nel trovare una direzione precisa. Una condizione che, purtroppo, ha visto toccare il fondo con la fugacità e la precarietà della direzione creativa di Sabato De Sarno.

Chi è Demna Gvasalia

Scappato “in sella a un cavallo malandato ottenuto barattando con due kalashnikov“, Deman, a causa della guerra civile del 1991, è costretto a lasciare la sua madrepatria Georgia, una nazione che porta in sé il peso di essere nata sulla linea di demarcazione tra Europa e Asia. Poi, Ucraina, Russia e Germania, fino in Belgio dove si laurea in progettazione di moda alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, ovvero il punto d’origine dei Sei di Anversa: Walter Van Beirendonck, Ann Demeulemeester, Dries Van Noten, Dirk Van Saene, Dirk Bikkembergs e Marina Yee. Sei nomi, sei designer che, negli anni ’80 hanno rivoluzionato la concezione della moda, fino a quel momento rilegata solo a Francia e Italia.

Ora, resta solo la più temuta delle incognite. Tra l’eredità di Michele, la crisi del lusso e il precario equilibrio dello scenario geopolitico, riuscirà Demna a domare la bisbetica Gucci?

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