Proseguono a passi incerti i colloqui a Doha per l’avvio della seconda fase del cessate il fuoco tra Israele e Gaza. Ieri l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, è atterrato in Qatar per prendere parte al tavolo dei negoziati. In discussione la proposta Usa di estendere la tregua per altri 60 giorni, in cambio della liberazione di altri 10 ostaggi ancora in vita. Sarebbero 59, secondo le stime, i prigionieri ancora detenuti in territorio palestinese: di questi, si ritiene che 24 siano ancora vivi.
Qatar, Stati Uniti ed Egitto, i Paesi mediatori dei colloqui indiretti tra lo Stato Ebraico e Gaza, ammoniscono Hamas spronandolo a non lasciar cadere la proposta mediata dagli Usa. “Questa è la vostra ultima possibilità di impedire che Israele ricominci la guerra a Gaza“, questo l’ultimatum dei mediatori di Doha riportato dall’emittente israeliana Channel 12.
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L’Anp contro Hamas: no a trattative con gli Usa
Intanto l‘Autorità Nazionale Palestinese (Anp) si è scagliata contro il governo palestinese per aver accettato un dialogo di mediazione con gli Stati Uniti. Il futuro di Gaza, ribadisce l’Anp, non può essere lasciato nelle mani di Trump.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata all’agenzia palestinese Wafa, il portavoce del presidente Abu Mazen ha fortemente condannato Hamas per aver intrapreso un dialogo che “danneggia l’unità palestinese e viola la legge contro le comunicazioni con soggetti stranieri“. Non solo: l’apertura di Hamas agli Usa, aggiunge l’Anp, indebolisce pericolosamente la posizione araba rappresentata dall’intesa egiziano-palestinese, che propone una soluzione alternativa per la ricostruzione di Gaza e soprattutto si sforza “a contrastare i tentativi di sfollare i palestinesi dalla loro patria“.
L’invito dell’Autorità Palestinese è quindi all’unità nazionale, “a porre fine alla divisione intra-palestinese”, in modo che “Gaza e la Cisgiordania possano essere riunite sotto un’unica legge, un’unica autorità nazionale, un’unica arma e un’unica legittima rappresentanza politica“
Raid e uccisioni: nel mezzo delle trattative non si arresta la furia di Israele su Gaza
Mentre i colloqui in Qatar proseguono, la morsa di Israele attorno a Gaza non accenna ad allentarsi. Nelle ultime 24 ore sono stati sferrati diversi attacchi aerei, che hanno portato all’uccisione di almeno 8 palestinesi, secondo quanto riportato dal sito di Al Jazeera. Degli attacchi con i droni hanno poi ucciso sei persone presso il corridoio di Netzarim, nella zona sud-est della città e una donna Ad ash-Shakka, una cittadina a est di Rafah.
Nessuna tregua per i palestinesi, ai quali nei giorni scorsi Israele ha anche interrotto la fornitura di elettricità. “Un ricatto a buon mercato e inaccettabile”, volto a esercitare pressione sul governo per il rilascio di ulteriori ostaggi. Così Hamas ha definito la decisione dello Stato ebraico, ricordando anche come l’occupazione abbia già privato più volte la popolazione di “di cibo, medicine e acqua“.
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