Groenlandia, alle elezioni trionfano centrodestra e nazionalisti: gli scenari per l’indipendenza

I due partiti vincenti, i democratici e i nazionalisti, sono favorevoli all'indipendenza dell'isola, ma sembrerebbe che differiscano sulle tempistiche con cui attuarla

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Le elezioni in Groenlandia si sono concluse con la sorprendente vittoria del partito di centrodestra, che fino a ieri si trovava all’opposizione. Un risultato in controtendenza rispetto all’unico sondaggio che si è svolto circa due mesi fa e che invece confermava la vittoria dei partiti al governo. Sembrerebbe che le mire espansionistiche di Donald Trump abbiano modificato radicalmente le intenzioni di voto dei circa 60mila cittadini dell’isola danese, preoccupati dalla possibilità che il presidente americano riesca veramente a prendere il controllo del territorio.

I seggi elettorali si sono chiusi ieri sera alle 23 ora italiana e le stime attuali saranno confermate tra alcune settimane, ovvero quando si saranno concluse le operazioni per certificare i risultati ufficiali. Le schede elettorali, infatti, dovranno arrivare nella capitale Nuuk da insediamenti remoti tramite nave, aereo ed elicottero.

Groenlandia, i risultati elettorali

Il partito centrista liberale dei Demokraatit, ovvero i Democratici, ha conquistato le elezioni con il 29,9% dei voti, superando quindi nettamente i risultati raggiunti dalle forze politiche del governo. Un ottimo risultato è stato anche raggiunto dal partito nazionalista Naleraq, con il 23% dei consensi. Proprio quest’ultimo gruppo si prefigge l’obiettivo di far raggiungere l’indipendenza al territorio autonomo.

I partiti di governo hanno invece ottenuto consensi drasticamente più bassi rispetto alle elezioni passate. Gli ambientalisti di sinistra di Inuit Ataqatigiit sono accreditati del 21%, perdendo il 15% rispetto alle scorse votazioni, mentre i socialdemocratici di Siumut sono a quota 15%, in calo del 14%.

Groenlandia, la prospettiva post elezioni

Secondo le stime attuali, sembrerebbe che il partito democratico non riuscirà ad ottenere la maggioranza dei 31 seggi in Parlamento, per cui nei prossimi giorni bisognerà intavolare delle trattare al fine di formazione una coalizione di governo. Resta quindi da comprendere quali siano gli scenari possibili. I due partiti vincenti, i democratici e i nazionalisti, sono favorevoli all’indipendenza dell’isola, ma sembrerebbe che differiscano sulle tempistiche con cui attuarla.

Da un lato, infatti, ci sono i Naleraq che vorrebbero attuare immediatamente i processi indipendentisti, dall’altro invece i Demokraatik vorrebbero analizzare al meglio la situazione per poi prendere una decisione a lungo termine sul destino dell’isola. Si prevede, quindi, che il governo possa fornire un calendario per l’indipendenza, in quanto questa è auspicata dalla maggior parte della popolazione.

Il leader del partito democratico, Jens-Frederik Nielsen, ha annunciato che il suo partito è aperto ai colloqui con le altre forze “soprattutto con quello che sta succedendo nel mondo“. I democratici, poi, hanno chiarito di aspettarsi che le elezioni avessero questo risultato di successo.

Groenlandia, le reazioni del premier uscente

Rispettiamo il risultato delle elezioni“, ha dichiarato il premier groenlandese, Mute Egede, leader del partito di sinistra verde Inuit Ataqatigiit, ammettendo la sconfitta della sua forza politica. Il leader del governo ha poi sottolineato che il Paese sta affrontando un periodo complesso, dovuto proprio alle mire di Donald Trump. “Il nostro Paese è nell’occhio del ciclone“, ha sostenuto il premier, chiarendo che la comunità internazionale groenlandese guarda alla politica con una certa speranza.

I cittadini groenlandesi, per il 90% di origine Inuit, hanno sostenuto di essere stanchi di essere trattati come cittadini di serie B dal potere coloniale della Danimarca, accusandola anche di aver soppresso la loro cultura e di aver eseguito sterilizzazioni forzate e di aver allontanato i bambini dalle loro famiglie. Principalmente, dunque, sono questi i motivi che hanno spinto la popolazione a chiedere l’indipendenza.

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