Russia, Lavrov avverte Trump sui negoziati di pace: “Tieni a bada i cavalli”

A Mosca e nella regione del Kursk, nella notte, si è verificato il più grande attacco con droni dall'inizio del conflitto. Sono quattro le vittime e decine i feriti. Secondo il portavoce del governo ucraino si tratterebbe di un tentativo di "spingere" Putin ad accettare la tregua proposta da Kiev

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Nel giorno dell’incontro tra le delegazioni Usa e ucraina a Gedda, in Arabia Saudita, la Russia è stata presa d’assalto da quello che è stato definito “l’attacco più massiccio dei droni nemici“. Una pioggia di esplosivi che ha sconvolto la popolazione, dalla regione del Kursk fino al Mosca. In totale, sono stati abbattuti 337 droni ucraini, di cui 91 nella regione di Mosca, come affermato dal ministero della Difesa russo.

L’attacco ha provocato la morte di quattro persone. Si tratta di due donne di 66 e 37 anni, un uomo di 39 anni e un ragazzo di 18 anni; si contano poi una decina di feriti. Secondo gli investigatori, le forze armate ucraine avrebbero intenzionalmente colpito un negozio di alimentari nel villaggio di Belaya. La portavoce della Commissione investigativa russa, Svetlana Petrenko, ha annunciato l’apertura di un procedimento penale con l’accusa di attacco terroristico contro la popolazione civile nel Kursk.

Un portavoce del governo ucraino è quindi intervenuto per chiarire le motivazioni dell’attacco, sostenendo che questo si sia reso necessario perspingere” il presidente russo, Vladimir Putin, ad accettare la tregua proposta da Kiev. La delegazione ucraina è infatti intenzionata a mettere un cessate il fuoco parziale sul tavolo dei colloqui di oggi a Gedda con la delegazione americana. Intanto, Mosca attende con un certo scetticismo le evoluzioni dei rapporti tra Russia e Ucraina, sottolineando che lo stop agli aiuti militari statunitensi e le parole di Musk sulla sospensione di Starlink a Kiev non siano motivazioni valide per “abbassare la guardia“.

Russia, Peskov: “Bisogna essere preparati al peggio”

Molti si sono precipitati a vedere tutto rosa e fiori. Invece bisogna sempre sperare per il meglio, ma essere comunque preparati al peggio“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, all’agenzia Tass. Intanto, cresce l’attesa per la visita dell’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che si recherà a Mosca questa settimana per incontrare il presidente Putin e trattare nuovamente di un possibile cessate il fuoco nella guerra con la Russia.

Il portavoce russo Dimitri Peskov sulla guerra in Ucraina
Il portavoce russo Dimitri Peskov

Lo stesso Witkoff ieri ha incontrato il presidente dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman, che poco più tardi ha avuto un colloquio con il leader ucraino, Volodymyr Zelensky, e staserà arriverà a Doha, in Qatar, per unirsi ai ai mediatori qatarioti ed egiziani nei negoziati sull’accordo di cessate il  fuoco e sugli ostaggi a Gaza.

All’interno di un quadro così composito, la Russia non si espone eccessivamente nei suoi pareri e commenti, consapevoli della già fragile collaborazione tra Russia e Usa. Una delle poche dichiarazioni che sono giunte da Mosca sono state pronunciate dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, che ha utilizzato un motto russo per spingere Trump a ripensare le sue mossa. “Tieni a bada i cavalli“, cioè “non lasciarti prendere dalla fretta” perché al momento le dichiarazioni Usa sono “incoraggianti“, ma è troppo presto per trarre conclusioni di qualunque tipo.

Lo scetticismo della Russia sui negoziati con Kiev

Un messaggio chiarissimo all’alba dei colloqui di Gedda, che dimostra la posizione ancora piuttosto scettica di Mosca che crede che la pace non si effettivamente così vicina come sostenuto da Trump. La Russia è ora consapevole dell’appoggio garantito a Zelensky da Londra e Parigi, i cui leader potrebbero essere divenuti i consiglieri più vicini al leader ucraino.

Secondo alcuni esperti di politica russi, infatti, Zelensky potrebbe cercare di offrire alla Russia un trattato non accettabile e quindi poi accusare Mosca di essere l’unica parte in gioco a non volere veramente una tregua. Resta da comprendere in che modo l’attacco con droni ucraini si inserirà in questo contesto e come la Russia sia pronta a rispondere a questa provocazione.

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