Borse, Tesla crolla a Wall Street, Europa in rosso e big tech a picco: incidono le parole di Trump

Sell-off consistente a Wall Street su cui pesano le dichiarazioni di Donald Trump in merito ad una possibile recessione degli Stati Uniti

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Le parole del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alimentano i timori in merito alla recessione negli Usa facendo calare a picco le Borse e contagiando gli investitori. Tra i cali generalizzati, i titoli tecnologici sono i principali a pagare lo scotto sulla stessa onda di Tesla che ha visto un -10%, in seguito alle vendite dimezzate a febbraio in Cina.

L’influenza di Trump

Intervistato da Fox, rispondendo a una domanda sulla possibilità di una recessione, il Tycoon ha spiegato con estrema serenità che l’economia sta vivendo “un periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è davvero notevole“. Ovvero, per il Presidente degli Stati Uniti sarebbe del tutto normale in quanto le politiche della sua amministrazione stanno sconvolgendo il mondo intero.

Howard Lutnick, il Segretario al Commersio, ha invece rimarcato che non ci sarà una “contrazione nell’economia statunitense“, riconoscendo però che i prezzi di alcuni prodotti potrebbero crescere. Ad ogni modo, i dati economici di questa settimana daranno ulteriori indicazioni sullo stato di salute dell’economia statunitense, visto che sono in programma il rapporto Jolts sulle offerte di lavoro, l’inflazione Cpi di febbraio, l’inflazione Ppi, oltre alle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione e la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan.

Borse, il crollo di Tesla

Il colosso delle auto elettriche, sul Nasdaq risulta essere tra i peggiori, cedendo oltre il 14% dopo sette settimane di fila in calo e aver cancellato i guadagni registrati dalle elezioni americane di novembre 2024. La flessione di Tesla, però, trascina con sé al ribasso tutte le altre cosiddette Magnifiche 7, ossia Alphabet che perde il 5,2%, Meta il 5,6%, Nvidia il 5,1%, Apple il 5,3%, Microsoft il 2,8% e Amazon il 3,7%.

La motivazione di tale crollo sarebbe riconducibile alla notizia secondo cui il colosso fondato da Elon Musk cede terreno in Cina. Infatti, solo a febbraio, Tesla ha quasi dimezzato le vendite a 30.688 veicoli, per una quota di mercato nel settore delle e-car scesa di 4 punti percentuali, raggiungendo così il 3,9%.

Piazza Affari spaccata in due

Diasorin, Stellantis e Amplifon navigano con il vento in poppa rispettivamente con +4,65%, +2,59% e +2,06%. Le due utility con i loro titoli difensivi sono schizzate dopo l’acquisto della rete del gruppo Kind in Polonia. Dal lato opposto, il mare in tempesta con Buzzi e Mps alla deriva, con -6,14% e -4,52%. Ma non sono le uniche, perché neanche i titoli del comparto difesa riescono a prendere quota inquesto contesto in cui prevale l’avversione al rischio, ma che nelle precedenti sedute erano stati sostenuti dai piani di investimento progettati per il riarmo.

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