Ennesimo episodio di insulti sessisti nei confronti di una donna. E’ quanto è accaduto a Motta di Livenza, in provincia di Treviso, dove una giovane arbitra, durante una partita di basket, è stata offesa con l’indecorosa frase: “Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa”. Solidarietà da tecnici, giocatori e mondo della politica.
Treviso, le dinamiche del grave episodio
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, la vittima del pesante insulto è scoppiata a piangere al centro del campo e la partita, disputata nella giornata dei diritti delle donne, sospesa per più di 20 minuti.
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Secondo quanto emerso, l’insulto arriverebbe dalla madre di un giocatore. La partita, riferisce il quotidiano, è poi ripresa con l’arbitra che ha fatto il suo rientro in campo cercando di fare comunque del suo meglio. Al termine dell’incontro, disputato nella località vicino Treviso, è arrivata forte la solidarietà di tecnici e giocatori.
Solidarietà da parte di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto
Sulla grave vicenda, avvenuta nella cittadina vicino a Treviso, è intervenuto Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Il governatore veneto sottolinea che “bisogna prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna”. Da parte di Zaia va tutta la solidarietà alla giovane arbitra che dev’essere “orgogliosa di sé stessa”, mentre per la colpevole degli insulti si augura che possa esserci il Daspo.
Inoltre, ha posto in essere delle riflessioni su questi tipi di episodi di cui “non si è riusciti a eradicare l’aggressività, la violenza, verbale o fisica”. A sottolineare con sconcerto che gli insulti sessisti sono stati rivolti da una donna verso un’altra donna, Zaia ha voluto mandare un caro saluto alla donna vittima di insulti. “Continua a coltivare la tua passione con orgoglio”, ha voluto concludere il presidente della Regione Veneto.
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