Usa, eseguita una condanna a morte per fucilazione: la prima in 15 anni

Prima di essere fucilato, il condannato in tuta nera con cappuccio in testa e bersaglio sul petto, ha invitato "i fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte"

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Brad Sigmon è l’uomo morto con l’esecuzione della condanna a morte per fucilazione a Columbia, nel Sud della Carolina. Una sentenza capitale che ha visto il dispiegamento del plotone di esecuzione per la prima volta dopo 15 anni negli Usa.

Il condannato di 67 anni è stato giustiziato per essere stato l’omicida, nel 2001, dei genitori della sua fidanzata, William e Gladys Larke, colpiti ciascuno 9 volte con una mazza da baseball nella loro casa a Taylors, oltre ad aver tentato di mettere fine anche alla vita della ragazza, rapendola e minacciandola con una pistola ma la donna riuscì a scappare.

L’esecuzione e’ stata eseguita dopo che il governatore Henry McMaster ha rifiutato di concedere la clemenza a Sigmon. La giustizia della Carolina del Sud, stando a quanto riportato sul sito del Death Penalty Information Center, aveva chiesto a Brad Sigmon di scegliere tra i tre metodi possibili, ossia iniezione letale, sedia elettrica e fucilazione e il 67enne ha deciso di voler essere ucciso con il plotone d’esecuzione.

Stando a quanto comunicato l’avvocato del condannato, Gerald “Bo” King, Sigmon ha scelto la fucilazione perché preoccupato per i problemi con il protocollo di iniezione letale dello Stato e perché lo considerava il modo più rapido rispetto agli altri.

La maggior parte delle esecuzioni negli Stati Uniti utilizza l’iniezione letale, introdotta negli anni ’70 come metodo apparentemente meno violento. Ma secondo il Death Penalty Information Center, è diventato il metodo di esecuzione più frequentemente fallito.

L’esecuzione per fucilazione

Diversi sono stati i respiri profondi presi dal condannato nel corso dei due interminabili minuti trascorsi prima che lo sparo spazzasse via il bersaglio dal suo petto. Le braccia si sono tese brevemente e circa un minuto dopo, l’esame medico di 90 secondi condotto sul corpo di Sigmon lo ha dichiarato morto.

Poco meno di 5 metri, 4,6, dividevano i dipendenti armati del carcere dal condannato seduto in tuta nera e con il capo coperto da un cappuccio. La stessa distanza che c’è tra il tabellone e la linea dei tiri liberi su un campo da basket. Gli spari dei volontari sono stati esplosi tutti contemporaneamente attraverso le aperture di un muro che li copriva alla vista della dozzina di testimoni presenti in una stanza separata dalla camera da vetri antiproiettile.

Il messaggio si Sigmon

In nessun punto del Nuovo Testamento Dio dà all’uomo l’autorità di uccidere un altro uomo“. Prima della fucilazione, il suo avvocato, Bo King, ha voluto leggere un ultimo messaggio lasciato dal suo assistito, un invito “all’amore e ai miei fratelli cristiani ad aiutarci a mettere fine alla pena di morte“, conclusosi citando diversi passaggi della Bibbia che sottolineano il perdono e la legge.

Venerdì, in Carolina del Sud, un gruppo di manifestanti con cartelli con messaggi come “Ogni vita è preziosa” e “Giustizia esecutiva, non persone” si è riunito fuori dal carcere prima dell’esecuzione di Sigmon.

La storia della fucilazione

La fucilazione è un metodo di esecuzione con una lunga e violenta storia negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976, sono stati altri tre i prigionieri negli Stati Uniti giustiziati dal plotone di esecuzione. Tutti erano nello stato dello Utah e l’ultimo, Ronnie Lee Gardner, risalente al 2010.

Un altro uomo dello Utah, Ralph Menzies, potrebbe essere il prossimo. Il condannato è in attesa del risultato di un’udienza in cui i suoi avvocati hanno sostenuto che la sua demenza lo rende inadatto all’esecuzione.

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