Giustizia, concluso il vertice tra Anm e governo. Parodi: “No cambi di posizione, ma non è un fallimento”

La posizione del governo è stata espressa da una nota rilasciata da Palazzo Chigi che, in poche righe, ha sostenuto che quello odierno è stato un "incontro chiaro e proficuo"

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L’incontro tra l’Associazione nazionale magistrati (Anm) e i vertici del governo Meloni non ha portato a particolari scontri o aperture sul tema della riforma della giustizia. “È stato un incontro non breve in cui c’è stato un lungo scambio di opinioni che, devo dire, non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo“, ha infatti dichiarato Cesare Parodi, neo presidente del sindacato dei magistrati, che alcune settimane fa propose a Giorgia Meloni proprio questo incontro.

In sostanza, un nulla di fatto, se non fosse per la smentita da parte del governo dell’indiscrezione giornalistica riguardante la possibilità di togliere la direzione della Polizia Giudiziaria ai pubblici ministeri. “Questo è l’unico dato assolutamente positivo“, ha dichiarato il magistrato indipendente, sottolineando che l’Associazione è stata “rincuorata” dalla notizia.

Per quanto riguarda invece gli altri temi della riforma, il governo ha annunciato di “voler andare avanti senza alcun tentennamento, alcuna modifica“. Allo stesso modo, Parodi e i magistrati hanno esposto le loro visioni e confermato le loro posizioni, riuscendo anche a “spiegare nel dettaglio le ragioni specifiche, tecnico giuridiche, che ci portano assolutamente a non condividere questa riforma“. In questo senso, quindi, il presidente dell’Anm ha sostenuto che l’incontro non sia stato affatto inutile. Il governo Meloni si è espresso sulla questione con un breve comunicato rilasciato da Palazzo Chigi: “Al centro dell’incontro franco e proficuo la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere e il Csm all’esame del Parlamento“.

Anm, Parodi: “Non considero l’incontro un fallimento”

L’incontro è durato circa due ore, alla presenza del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dei due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. L’Anm, invece, è stata rappresentata da una delegazione di magistrati, oltre al presidente Parodi, che sono giunti a Palazzo Chigi con indosso una coccarda tricolore. Questa mattina, invece, si è tenuta nella stessa sede una riunione tra gli esponenti dell’esecutivo e l’Unione delle Camere penale.

All’uscita dall’incontro, il presidente dell’Anm ha rilasciato alcune informazioni su quanto avvenuto. Nonostante la mancanza di un accordo tra le due parti, ancora barricate sulle loro posizioni riguardanti la riforma della Giustizia, Cesare Parodi si è detto soddisfatto. “In tutta sincerità, non mi aspettavo di più e non lo considero un fallimento“, ha spiegato, per poi aggiungere che quello odierno è stato “un momento di chiarezza per la nostra volontà di farci capire“.

Parodi ha poi sottolineato di essere consapevole che il processo della riforma è destinato ad andare avanti e che la categoria dei magistrati è dunque pronta a rispettarla, in quanto si tratta di “una procedura costituzionale“. Anche in vista dei tempi brevi, il presidente del sindacato dei magistrati ha riconosciuto che non sarebbe possibile rivedere il sorteggio temperato, che oggi quindi non è stato affrontato nel corso della riunione. “Noi andiamo avanti con serenità e se la riforma sarà approvata saremo i primi evidentemente ad applicarla“, ha concluso il presidente.

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