La linea dura di Donald Trump lo ha ripagato. Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha annunciato un improvviso e inaspettato dietrofront sulle posizioni finora adottate nei confronti di Russia e Stati Uniti, aprendo alla possibilità di un cessate il fuoco e di un accordo con Vladimir Putin. “Sono pronto a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump per ottenere una pace duratura“, ha infatti annunciato il leader ucraino, di fatto lasciando carta bianca al suo omologo statunitense, che ormai da settimane continua a lavorare per l’apertura di un negoziato di pace riguardante il conflitto russo ucraino.
A cambiare le carte in tavola, l’annuncio che ieri sera è giunto dagli Stati Uniti. Trump ha deciso di sospendere a tempo indeterminato gli aiuti a Kiev, di fatto lasciando la Nazione con un’autonomia di sei mesi prima del collasso al fronte. Una decisione già anticipata dal New York Times ad alcune ore dallo scontro tra Zelensky e il presidente Usa alla Casa Bianca e poi confermata dallo stesso Tycoon. Gli aiuti saranno sospesi finché l’Ucraina non accetterà l’accordo sulle terre rare presentato da Washington. Un aut aut brutale, che ha sconvolto l’Occidente e spinto l’Ue a ribadire il proprio sostegno alla causa ucraina.
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Un sostegno che però non si sarebbe rivelato sufficiente. Secondo quanto si apprende, Zelensky avrebbe sentito telefonicamente il primo ministro britannico, Keir Starmer, che si presume lo abbia consigliato sul da farsi. La mancanza di aiuti statunitensi, infatti, non potrebbe essere sopperita dalle capacità europee. L’Ucraina sarebbe infatti costretta a rinunciare ai Patriot, ovvero i velivoli indispensabili per la contraerea, all’artiglieria a lungo raggio e ai missili balistici a corto raggio. Uno scenario catastrofico, su cui Zelensky ha riflettuto per poi decidere di cedere alle richieste Usa.
Zelensky: “Non vogliamo un cessate il fuoco temporaneo ma la fine della guerra”
Il presidente ucraino anche oggi ha ribadito la sua volontà di collaborazione con gli Usa per una pace duratura in Ucraina. Zelensky ha infatti sottolineato di fare affidamento sia sull’Europa che sugli Stati Uniti, entrambe realtà fondamentali per il raggiungimento delle garanzie di sicurezza per Kiev. “Con i nostri sforzi coordinati e la leadership degli Stati Uniti, questo è del tutto realizzabile“, ha infatti dichiarato il Capo dello Stato ucraino, sottolineando quanto già riferito a Olaf Scholz nel corso di un colloquio telefonico.
Zelensky ha infatti poi evidenziato il contributo fondamentale rivestito dalla Germania nel corso della guerra scoppiata nel 2022, ponendo particolare attenzione sul rafforzamento dello scudo aereo del Paese operato dai mezzi tedeschi, che hanno permesso di “proteggere migliaia di vite“.
Ucraina, ipotesi viaggio di Macron, Starmer e Zelensky
Secondo quanto dichiarato dal portavoce del governo francese, è previsto un viaggio di Volodymyr Zelensky, Keir Starmer ed Emmanuel Macron a Washington per un incontro formale con il presidente Usa. Si tratterebbe di un’ipotesi che al momento è solamente in discussione e che è stata annunciata da un’indiscrezione del Daily Mail.
“L’Europa è a una svolta della sua storia“, ha infatti dichiarato il portavoce, sottolineando che il continente europeo non aveva affrontato “una situazione così grave e instabile” dalla Seconda guerra mondiale. Fonti dell’Eliseo, però, hanno smentito la possibilità, chiarendo che “non è prevista alcuna visita di Macron a Washington“.
Zelensky: “Deporremo in parte le armi, se la Russia farà lo stesso”
Nel tentativo di riaprire i dialoghi con Washington, finora congelati a seguito dello scontro tra i due leader, Zelensky ha sottolineato che il vertice di domenica “non è andato come avrebbe dovuto“, ma che comunque quello attuale è “il tempo di sistemare le cose” e non di creare ulteriori divisioni. Ora, quindi, la palla è nelle mani di Trump, a cui spetta il compito di “guidare gli sforzi per una pace duratura“.
Il primo passo, secondo il leader di Kiev, è quello di firmare “in qualsiasi momento e in qualsiasi formato opportuno l’accordo sui minerali“, considerato ora un primo passo verso le possibili garanzie di sicurezza Usa nel dopoguerra. Proprio la mancanza di queste rassicurazioni avrebbero spinto l’Ucraina a rifiutare il primo accordo, scatenando quindi l’ira del titolare della Casa Bianca.
Successivamente, Zelensky ha aperto alla possibilità di un cessate il fuoco, chiarendo che le truppe ucraine sono pronte a “deporre in parte le armi“, ma solo a patto che “la Russia faccia lo stesso“. La proposta del leader di Kiev, poi, prevede il rilascio dei prigionieri e il divieto di lancio di missili, droni a lungo raggio, bombe sulle reti energetiche e altre infrastrutture civili. Ora, quindi, resta da capire la reazione di Mosca e Washington.
Le reazioni alle parole di Zelensky
Sembrerebbe che le parole di Zelensky abbiano in parte convinto l’amministrazione americana. Alcune indiscrezioni riportate da Ansa, infatti, ipotizzerebbero che il via libera di Trump sull’accordo per le terre rare sarà annunciato questa notte nel corso del suo primo intervento al governo. Al momento, comunque il titolare della Casa Bianca non ha commentato direttamente l’apertura del presidente ucraino.
Un segnale rincuorante è giunto anche dal Cremlino, che ha accolto positivamente le dichiarazioni di Zelensky, come sottolineato telegraficamente dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “Pronto è buono, è positivo“. Piuttosto soddisfatto anche il presidente francese, Emmanuel Macron, fautore del piano per l’invio delle truppe di interposizione a Kiev nel dopoguerra, che ieri avrebbe sentito telefonicamente sia Trump che Zelensky, sottolineando la sua volontà di “lavorare con tutte le parti in causa alla realizzazione di una pace solida e duratura in Ucraina“.
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