L’inaspettata e aspra reprimenda di Donald Trump nei confronti di Volodymyr Zelensky, avvenuta sotto gli occhi delle telecamere nello Studio Ovale, potrebbe segnare un punto di svolta nella diplomazia europea. Finora, i governi del Vecchio Continente hanno evitato di esprimere apertamente le loro perplessità sulle modalità con cui l’ex presidente degli Stati Uniti ha gestito il dialogo sulla guerra in Ucraina. Ma dopo l’episodio di ieri, questa reticenza sembra ormai insostenibile.
La vicenda ha suscitato reazioni immediate da parte di diverse leadership europee. Emmanuel Macron, Donald Tusk e Pedro Sánchez si sono schierati apertamente dalla parte di Kiev, evidenziando la crescente distanza tra l’approccio europeo e quello statunitense. La tensione crescente potrebbe ora sfociare in una vera e propria frattura diplomatica tra le due sponde dell’Atlantico.
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L’Italia tra prudenza e preoccupazione
Anche a Palazzo Chigi si respira un clima di forte di preoccupazione. Pur avendo in passato suggerito di valutare Trump senza pregiudizi, la premier Giorgia Meloni non può ignorare la portata dello scontro diplomatico in atto. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha riconosciuto che l’ex presidente USA ha sorpreso tutti per il suo stile diretto e spregiudicato, pur sottolineando la necessità di distinguere tra dichiarazioni e fatti concreti. Tuttavia, l’episodio della Casa Bianca ha chiaramente superato i limiti della retorica, scatenando una crisi senza precedenti nei rapporti tra Stati Uniti e Ucraina.
L’allontanamento di Zelensky dalla Casa Bianca ha avuto un’eco immediata anche a Mosca, dove il Cremlino ha accolto con favore l’accaduto, interpretandolo come un segnale di debolezza occidentale. Uno scenario che l’Italia teme particolarmente, consapevole del ruolo cruciale dell’alleanza transatlantica nella stabilità europea.
Meloni invoca un vertice d’emergenza
Di fronte alla situazione sempre più tesa, Meloni ha preso l’iniziativa, proponendo la convocazione urgente di un summit tra Stati Uniti, Unione Europea e alleati per affrontare con franchezza le sfide della sicurezza globale. “Ogni divisione tra le democrazie occidentali ci rende più vulnerabili e favorisce chi mira a minare i valori fondamentali su cui si fonda la nostra civiltà”, ha dichiarato la premier italiana, sottolineando la necessità di preservare la coesione dell’Occidente.
Nel governo italiano, tuttavia, le reazioni non sono state univoche. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invitato alla prudenza, esortando a mantenere la calma di fronte alla crisi diplomatica. “È un momento delicato, servono nervi saldi”, ha commentato. Di tutt’altro avviso il vicepremier Matteo Salvini, che ha manifestato apertamente il suo sostegno a Trump, condividendo sui social il video dello scontro con Zelensky accompagnato da un esplicito “Forza Donald”.
L’opposizione attacca Meloni
Dall’opposizione, le critiche non si sono fatte attendere. Carlo Calenda ha definito Trump un “bullo”, mentre la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di un episodio di “violenza inaudita”. “Ora Meloni deve scegliere: o con l’Europa o con Trump”, ha incalzato Schlein, evidenziando la difficoltà della premier nel gestire il rapporto con l’ex presidente USA. Anche Giuseppe Conte ha attaccato duramente Trump, accusandolo di favorire Putin e invitando il governo italiano a schierarsi in difesa di Kiev.
Verso una crisi transatlantica?
Il prossimo vertice UE-Regno Unito, previsto a Londra, rischia di trasformarsi in un confronto sulla crisi in corso tra Europa e Stati Uniti. La crescente tensione tra le due sponde dell’Atlantico si inserisce in un contesto già reso complesso dalle dispute commerciali e dalle divergenze sulle strategie di difesa comune.
A Palazzo Chigi si cerca di mantenere una linea equilibrata, evitando di compromettere i rapporti con Washington, ma l’episodio di ieri ha reso evidente quanto sia difficile per l’Italia muoversi tra le posizioni di un’Europa sempre più compatta nel sostegno a Kiev e un Trump che sembra spingere per una revisione radicale delle alleanze internazionali.
Con il rischio di una frattura definitiva, l’Italia si trova ora di fronte a una scelta cruciale: rafforzare il legame con l’UE o tentare di mantenere un ponte con una possibile nuova amministrazione Trump. La decisione potrebbe segnare il futuro della politica estera italiana per gli anni a venire.
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