La spiaggia di Steccato di Cutro si è illuminata alla luce delle candele accese nel buio delle 4 del mattino, dove decine di persone si sono ritrovate per una veglia silenziosa. Litorale sul quale il 26 febbraio 2023 si è consumato il tragico destino di 94 persone. A bordo di un caicco partito il 21 febbraio dalle coste della Turchia, il gruppo di migranti si è schiantato a pochi metri dalla riva calabrese. A pochi dalla salvezza e dalla possibilità di poter vivere un futuro migliore.
A due anni di distanza dal naufragio, cittadini, volontari e alcuni parlamentari si stringono nell’abbraccio ai superstiti nel ricordo delle vittime tra cui 35 bambini anche con pochi mesi di vita. Tra preghiere musulmane e letture del Corano e recita del Padre Nostro, il lancio di una corona di fuori in mare da parte di una rappresentante delle vittime e dei due pescatori che furono tra i primi ad aver prestato soccorso.
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Schlein: “Giustizia per le vittime di Cutro”
“Piena verità e giustizia“, è ciò che chiede la Segretaria del Pd, Elly Schlein, affinché venga fatta luce sulla strage. “Stiamo ancora facendo la domanda politica che facevamo due anni fa – puntualizza la Segretaria dem – perché non sono partiti messi adeguati, perché non è partita la Guardia Costiera?“, mentre la magistratura sta svolgendo il proprio lavoro con i processi in corso. Una presenza per commemorare che, secondo Schlein, è fondamentale e importante per ascoltare ancora una volta le testimonianze e per cercare di ottenere il rispetto “a quella che è stata una strage“.
Monsignor Savino: “Mi preoccupa il male della banalità”
A prendere parte alla veglia anche monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Ionio, che accanto alla Segretaria dem, ha chiesto il silenzio “che faccia recuperare il senso di ciò che è accaduto, aiuti a chiedere verità e giustizia – perché se così non fosse – si rischia anche di offendere, di violentare la preghiera che rivolgiamo a Dio“. Per il presule risulta estremamente importante fare memoria dopo due anni, perché “ogni dimenticanza diventa complicità“. Monsignor Savino ammonisce poi coloro che non hanno compreso che “la questione migranti non va affrontata con un atteggiamento che vede sempre e comunque nel fratello e sorella immigrati un problema e non una risorsa“.
Sulla questione dell’immigrazione, per il vescovo di Cassano, ci si sta giocando una “democrazia più matura, una democrazia compiuta” oltre che la civiltà. Il presule rimarca inoltre il concetto della memoria come strumento per attivare processi di cambiamento degli atteggiamenti culturali e politici rispetto al fenomeno immigratorio. “Stiamo riportando le lancette della storia ai tempi più bui” denuncia monsignor Savino riportando in risalto anche la deportazione dei popoli e interrogandosi sul fatto che “la banalità del male non ci ha insegnato nulla“.
“Mi preoccupa il male della banalità, mi preoccupano contiguità, attiguità, atteggiamenti organici a chi crede che i fili spinati, i muri siano la soluzione ai problemi della storia“, esorta il vescovo chiamando alla sfida dell’integrazione, alla fraternità e al combattere l’indifferenza.
Occhiuto: “E’ doveroso ricordare Cutro”
Il Presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, nel ricordo delle vittime del naufragio fuggite dalla fame e dalla guerra nella speranza di raggiungere una vita dignitosa e libera, puntualizza il la solidarietà e la “straordinaria umanità” che la regione calabrese mostrò fin dalle prime ore della tragedia. “Il cuore della nostra Regione – sottolinea Occhiuto – non si rivelò solo nell’imminenza di quella strage, ma durante le decine e decine di sbarchi avvenuti anche in seguito sulle coste ioniche“. Un impegno che dovrebbe essere approfondito dall’intera Italia e dall’Europa nell’ottica di trovare strategie efficienti per gestire la migrazione in sicurezza, affinché stragi come queste non capitino più.
Boldrini: “Meloni costringe le Ong a desistere”
“Tutte quelle persone si potevano salvare?“, così la deputata del Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo, Laura Boldrini, interviene alla veglia ponendo il quesito al Governo Meloni che non avrebbe mantenuto la promessa fatta ai sopravvissuti di potersi ricongiungere con le loro famiglie. Arriva poi l’invettiva alla premier, che avrebbe emanato decreti e predisposto misure per ostacolare il lavoro delle navi Ong “che salvano le vite in mare“, per fermarle con “provvedimenti vessatori, per costringerle a desistere“, piuttosto che “mettere in campo strumenti per evitare stragi come questa di Cutro“.
Magi: “Servono canali legali e sicuri”
A distanza di due anni continua, quindi, la richiesta di verità su quella notte a Steccato di Cutro nella battaglia per la tutela del soccorso in mare e del diritto d’asilo, senza dimenticare le vittime di Cutro e le migliaia di persone morte in mare mentre cercavano una vita sicura. Sulla stessa scia di Boldrini si pone Riccardo Magi, che ritiene non sia stato fatto tutto il possibile per salvare il gruppo di migranti. Il Segretario di +Europa porta poi una soluzione sul tavolo, un’alternativa che riguarderebbe “canali legali e sicuri per chi fugge da guerre e dittature, corridoi umanitari, un piano di salvataggio europeo e lo stop ad accordi con i regimi che violano i diritti umani“.
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