Vladimir Putin vorrebbe annunciare formalmente la vittoria della Russia sull’Ucraina e sulla Nato il prossimo 24 febbraio, ovvero nel giorno che segna il terzo anniversario dallo scoppio della guerra. L’indiscrezione è stata riportata dalla Bild e dal Kiev Indipendent, che hanno citato fonti provenienti dai servizi di intelligence militare ucraini.
Si tratterebbe dell’ultimo allarme lanciato dall’Ucraina in relazione ai dialoghi intavolati da Mosca e Washington a Riad, in Arabia Saudita, avvenuti lo scorso martedì. Secondo fonti ucraine, infatti, Putin vorrebbe utilizzare la sua posizione di forza derivante proprio dall’alleanza con gli Stati Uniti per “imporre le sue condizioni di pace al mondo“, cercando allo stesso tempo di dipingere i governi europei come “nemici della pace“, escludendoli da ogni tipo di trattato.
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Un’allarme non indifferente, che si aggiunge a quello legato alle ideologie e alle decisioni del presidente Usa, Donald Trump, che nei giorni scorsi ha lanciato pesanti accuse nei confronti dell’Ucraina, definendola colpevole di aver dato inizio al conflitto e di non aver mai voluto sedere al tavolo dei negoziati nel corso dei tre anni di guerra.
Il silenzio della Russia sui negoziati
Al momento, la Russia non ha ancora rilasciato dichiarazioni su quanto deciso nel corso dei colloqui a Riad, a cui hanno partecipato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, se non per definire il quadro delineatosi come “positivo“.
Inoltre, lo stesso presidente russo, in concomitanza con quello Usa, ha dichiarato di non voler escludere del tutto l’Ucraina dai negoziati. Questa, infatti, avrà il suo posto al tavolo delle trattative, ma solamente in una seconda fase, ovvero dopo che il cessate il fuoco sarà entrato in vigore. Per quanto riguarda la posizione dell’Unione europea, l’unico ad esprimersi è stato Trump, che ha chiarito che i suoi delegati parteciperanno ma solo nella fase conclusiva delle trattative.
L’unica precisazione che è giunta da Mosca riguarda il posizionamento della nuova amministrazione americana. “Penso che ritenere il governo Usa filorusso e anti-ucraino sia sbagliato“, ha infatti dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, prima di annunciare che nell’immediato futuro il presidente Putin avrà un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping proprio per informarlo dei risultati dell’incontro a Riad.
L’Ue continua la difesa dell’Ucraina di Zelensky
Intanto, la posizione dell’Unione europea continua a non cambiare. “È molto chiaro chi è l’aggressore qui. La Russia è l’aggressore. La Russia ha iniziato la guerra“, ha dichiarato la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper, ribadendo nuovamente il sostegno della comunità europea a Kiev. Le accuse giunte dal leader Usa non hanno lasciato indifferente il Vecchio Continente, consapevole dell’opera di propaganda e disinformazione che Usa e Russia stanno tentando di mettere in atto.
L’Ue ha quindi sottolineato come quanto accaduto in Ucraina sia parte di un progetto di attacco che è stato già osservato in passato. “È stato usato in Georgia, in Siria e in Ucraina“, ha sostenuto Hipper, ricordando come tutti abbiano assistito all’aggressione subita dall’Ucraina. L’ennesimo tentativo di rispondere alle comunicazioni di Trump, le cui intenzioni al momento non risultano chiare.
Il leader della Casa Bianca ha anche deciso di sostenere che Volodymy Zelensky sia “un dittatore mai eletto” e un “comico mediocre“, che rifiuterebbe di indire elezioni per permettere al suo Paesi di avere un’amministrazione democratica. Accuse su cui l’Ue non ha potuto soprassedere e a cui diversi leader europei hanno deciso di controbattere.
“L’Ucraina è una democrazia. La Russia di Putin non lo è“, ha infatti affermato il portavoce della Commissione europea Stefan de Keersmaecker, sostenuto dalle parole di Antonio Costa e Ursula Von der Leyen: “Riaffermeremo il nostro sostegno all’eroico popolo ucraino e al presidente democraticamente eletto Volodymyr Zelensky“.
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