Overshoot Day, a che punto è l’Italia? 

Sara Rossi
3 Min di lettura

Una riflessione dopo l’arrivo del giorno in cui la Terra finisce le risorse naturali che genera durante l’anno. Appuntamento che nel nostro Paese si “celebra” sempre prima  

Anche quest’anno è arrivato. Anche quest’anno in anticipo rispetto a quello scorso. Secondo l’organizzazione che calcola la biocapacità terrestre, Global Footprint Network, ieri, 28 luglio, è stato l’Overshoot Day, il giorno in cui la Terra finisce tutte le risorse naturali generate nel corso dell’anno.

L’evento cade con un giorno di anticipo rispetto al 2021 e segna il più grande deficit ecologico da quando il mondo è entrato nello sovrasfruttamento delle risorse, all’inizio degli anni Settanta. 

Italia dei record (sbagliati): qui arriva ancora prima

L’umanità utilizza l’equivalente di “1,75 Terre”, calcola l’organizzazione, e l’Italia è tra i Paesi in cui l’Overshoot day arriva ancora prima della data globale: quest’anno è stato il 15 maggio.

Le ondate di calore anomale, gli incendi, la siccità e le inondazioni sempre più frequenti sono tutti segnali di aiuto in risposta a uno sfruttamento intensivo che ha portato ad un declino della biodiversità, a un eccesso di gas serra nell’atmosfera e ad una maggiore competizione per l’energia e le risorse alimentari.

Le conseguenze esistono, anche se non le vediamo direttamente: più di 3 miliardi di persone vivono in Paesi che producono meno cibo di quanto ne consumano e generano meno reddito della media mondiale e hanno quindi una capacità alimentare inadeguata ed un enorme svantaggio nell’accesso al cibo sui mercati globali.

“Occhio non vede…”, ma il cuore duole lo stesso

Allargando il discorso a tutte le risorse, il numero di persone esposte a una sfida sia economica che ambientale sale a 5,8 miliardi.

Il fondatore del Global Footprint Network, Mathis Wackernagel: «La sicurezza delle risorse naturali sta diventando un parametro essenziale della forza economica. Non c’è alcun vantaggio nel temporeggiare. Piuttosto, è nell’interesse di ogni città, azienda o Nazione proteggere la propria capacità di operare in un futuro inevitabile di maggiori cambiamenti climatici e scarsità delle risorse. Invertire questa tendenza non è soltanto possibile, ma farlo porterà vantaggi economici a coloro che guideranno il cambiamento».

Per esempio dimezzare gli sprechi alimentari su scala globale farebbe spostare la data dell’Earth Overshoot Day di 13 giorni, migliorare le infrastrutture ciclabili urbane in tutto il mondo, in linea con gli standard che attualmente troviamo nei Paesi Bassi, di 9 e produrre energia con eolico on-shore a costi competitivi, come avviene in Danimarca e Germania, di almeno 10 giorni.

Cambiare non è difficile: basta volerlo.

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