Milleproroghe, riaperti termini rottamazione quater: Giorgetti riflette su ipotesi quinquies

I pagatori decaduti, che non sono quindi riusciti a pagare per tempo una rata, potranno essere riammessi nella rottamazione quater, come previsto dall'emendamento al Dl Milleproroghe; la Lega, non soddisfatta, continua a chiedere una nuova rottamazione con 120 rate da estinguere in dieci anni. Sembrerebbe però che Giorgetti stia prendendo in considerazione la possibilità

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Il tema dell’evasione fiscale e della necessità di rimpolpare le casse dello Stato continua a tenere impegnata la mente del centrodestra. Così, all’interno del decreto Milleproroghe, che deve essere approvato entro il 25 febbraio, è stato inserito un emendamento che potrebbe far tirare un respiro di sollievo a migliaia di italiani.

I termini della rottamazione quater potranno essere riaperti anche per coloro che al 31 dicembre 2024 hanno visto decadere i loro benefici, perché non riusciti a pagare in tempo una rata. La riammissione sarà possibile a partire dal 30 aprile 2025 e, secondo quanto si apprende, il pagamento delle somme, comprendenti il 2% di tasso annuo dal primo novembre 2023, potrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025, oppure in un massimo di 10 rate consecutive, tutte dello stesso ammontare.

Inoltre, l’emendamento prevede che il fondo per la delega fiscale sia incrementato di 283,91 milioni di euro nel triennio che va dal 2025 al 2027, mentre, per quanto riguarda la spesa, sono previsti 159,1 milioni dal 2028 al 2035 mediante corrispondente riduzione del fondo e 483 milioni dal 2025 al 2027 mediante corrispondente utilizzo delle maggiori entrate e minori spese derivanti dalla riammissione. Un’altra interessante novità riguarda l’assenza della proroga per il concordato preventivo biennale, che invece era previsto nella prima versione.

Le spinte della Lega per una rottamazione quinquies

Proprio l’esclusione della proroga sul concordato fiscale fa riflettere sull’influenza della Lega, che sin da subito ha criticato il provvedimento messo in atto dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, sostenendo che una nuova rottamazione avrebbe affrontato il problema delle cartelle da riscuotere in modo più efficiente.

La riapertura dei termini della rottamazione quater, quindi, potrebbe essere un segnale di apertura nei confronti del Carroccio, che chiede una rottamazione quinquies con chiusura delle cartelle fiscali in dieci anni e 120 rate. Questo stesso tema è stato discusso nel corso del consiglio federale della Lega, alla presenza del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale però non ha dato risposte chiarissime sulla sua posizione, scegliendo però di non smentire le dichiarazioni della Lega su un suo possibile via libera.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, aumento ministri
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aumento ministri

Il problema principale di una nuova rottamazione riguarderebbe i costi della sua attuazione, visti i limiti strettissimi in cui si muove il Mef. “Troveremo, come sempre, l’intesa con gli alleati“, ha sostenuto Matteo Salvini, chiarendo di non essere intenzionato a lasciar andare troppo presto l’argomento. Sia FdI che Forza Italia, però, per il momento non sembrano convinti e gli azzurri pensano addirittura che sia più fattibile utilizzare le risorse per il taglio dell’Irpef.

Matteo Salvini, leader della Lega
Matteo Salvini, leader della Lega

Si tratterebbe di circa 5 miliardi di euro, secondo le stime dei tecnici, che hanno immaginato una rottamazione che permetterebbe agli italiani di pagare i loro debiti senza tasse o interessi. A chi ha storto il naso pensando ad una mossa che può dare una mano agli evasori, il Carroccio ha risposto durissimo, chiarendo che si tratta di una regolarizzazione per coloro che “volevano pagare ma non sono stati nelle condizioni di farlo“.

L’opzione migliore, riconosce comunque la Lega, sarebbe quella di presentare il provvedimento come una proposta unitaria del centrodestra e non solo come un’idea di un partito. Proprio su questa linea, quindi, sembra si stia muovendo la comunicazione della Lega, che ha più volte ribadito che “al Mef sono già al lavoro per trovare una soluzione tecnica“.

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