Donald Trump vuole mettere fine al conflitto russo-ucraino, costi quel che costi. Lo confermano le ore di tensione che da martedì continuano a formarsi sull’asse Washington-Kiev. Le parole del Tycoon, che ha ipotizzato la possibilità che l’Ucraina diventi russa nel prossimo futuro, hanno scosso gli animi di Volodymyr Zelensky e dei vertici del suo governo, che hanno visto vacillare il sostegno di quello che consideravano uno dei loro maggiori alleati.
Il presidente Usa ha preferito sentire telefonicamente Vladimir Putin per trattare nuovamente la fine del conflitto. Sembrerebbe che i due capi di Stato abbiano parlato a lungo, circa un’ora e mezza secondo il Cremlino, concludendo il colloquio con una decisione comune: “È necessario far iniziare immediatamente i negoziati“.
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Così il titolare della Casa Bianca ha deciso di avere un colloquio, sempre telefonicamente, con il leader ucraino. “La telefonata è andata molto bene“, ha affermato il Tycoon su Truth, sostenendo che anche Zelensky, come Putin, non desideri altro che la fine del conflitto. “Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile“, ha infatti dichiarato il presidente ucraino, non sembrando particolarmente preoccupato delle condizioni che Usa e Russia potrebbero imporre al suo Paese.
Trump: “L’Ucraina non può entrare nella Nato”
All’annuncio della telefonata hanno fatto seguito alcune dichiarazioni del presidente Usa, che ha cercato di chiarire quali sono le sue intenzioni sulla questione ucraina. “Sono qui solo per cercare di ottenere la pace. Non mi interessa molto altro“, ha dichiarato il miliardario, lanciando un ulteriore messaggio a Kiev.
Le richieste di Volodymyr Zelensky, quindi, potrebbero non essere approvate, in nome di una pace che deve porre fine alle stragi sui campi di battaglia. “La Russia dice da molto tempo che l’Ucraina non può entrare nella Nato, e io sono d’accordo“, ha quindi sostenuto il Tycoon, sottolineando poi la possibilità che prima o dopo il processo di pacificazione saranno necessarie nuove elezioni nel Paese.
Inoltre, secondo Trump, è sempre più probabile che l’Ucraina si trovi costretta a dover cedere territori alla Russia. Tutte queste perdite, però, secondo il miliardario porteranno ad un successo impagabile, ovvero la conclusione del conflitto in tempi brevi, come auspicato da entrambe le parti. Il Tycoon ha poi annunciato di aver deciso di incontrare Putin in Arabia Saudita, alla presenza del principe ereditario, per discutere di persona questi argomenti e continuare con i negoziati.
La telefonata tra Putin e Trump
Secondo quanto si apprende, sembra che il lungo colloquio telefonico tra Putin e Trump non abbia riguardato solamente il conflitto in Ucraina. “È giunto il momento per i nostri Paesi di lavorare insieme“, ha infatti dichiarato il leader russo, lasciando intendere che la cooperazione tra russi e statunitensi potrebbe essere più radicata di quanto finora immaginato.
Putin ha infatti annunciato di aver invitato Trump a Mosca, con l’obiettivo di discutere anche dal vivo questi argomenti. Nella telefonata, infatti, sembrerebbe che i due presidenti abbiano anche trattato della soluzione della crisi mediorientale, del programma nucleare italiano e delle relazioni bilaterali russo-americane in ambito economico. Il colloquio, poi, assume un’importanza particolare anche alla luce dello scambio di ostaggi che si è verificato nelle scorse ore.
Martedì, l’ambasciatore e inviato speciale Usa, Steve Witkoff, è arrivato a sorpresa a Mosca per riportare a casa Mark Fogel, l’insegnante americano detenuto dal 2021 in Russia. In cambio del suo rilascio, le autorità americane hanno annunciato la liberazione del cittadino russo Alexander Vinnik, che era stato arrestato in Grecia ed estradato negli Usa per accuse di riciclaggio. Secondo il conduttore di Fox News, Sean Hannity, Witkoff sarebbe anche riuscito ad avere un colloquio con Putin della durata di ben tre ore e mezzo. Questa circostanza, però, non è stata confermata dal segretario di Stato Usa, Marco Rubio.
Tornando ai negoziati, sembrerebbe che nel corso della telefonata siano stati discussi anche possibili piani. Già alcuni giorni fa, il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, aveva chiarito che per Washington è necessario che l’Ucraina rinunci all’entrata nella Nato e alla riconquista dei territori che erano in suo possesso dal 2014, affinché la Russia accetti l’accordo. Inoltre, sembrerebbe che gli Usa non abbiano intenzione di inviare truppe a difesa della pace a seguito del cessate il fuoco.
La reazione dell’Ue e di Zelensky
Le parole di Trump e la telefonata di ieri hanno quindi mandato in allarme l’Unione europea, sempre più consapevole di essere stata esclusa dalle trattative di pacificazione dell’Ucraina. “L’Europa deve essere presente al tavolo dei negoziati perché l’esito ci influenzerà molto“, ha quindi ricordato Kaja Kallas, Alto rappresentante della politica estera Ue, tentando di recuperare terreno ed esercitare pressioni sui due leader.
Sulla questione è intervenuto anche Volodymyr Zelensky, chiarendo che le sole trattative tra Usa e Russia non potranno portare alla pace, in quanto “senza consultazioni con noi il piano non può essere completato“. Inoltre, il leader di Kiev ha anche cercato di minimizzare quanto accaduto, sottolineando di non credere che Trump abbia realmente già stilato una proposta di negoziato e rilanciando la possibilità di uno scambio di territori tra Kiev e Mosca.
L’Ucraina sarebbe infatti disponibile a liberare la piccola regione del Kursk, da agosto sotto assedio delle sue truppe, in cambio delle province ucraine che sono state conquistate dai russi. Una possibilità che, però, non ha assolutamente convinto la Nazione di Vladimir Putin. “Questo è impossibile, la Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio“, ha infatti sostenuto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, chiarendo che l’obiettivo della Russia è eliminare del tutto le unità militare ucraine ancora presenti sui suoi territori.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha invece dichiarato di “accogliere con favore” l’apertura dei dialoghi tra Russia e Usa, riconoscendo però la necessità che anche l’Ue sia inclusa nelle trattative, per evitare che “la pace cancelli le regioni dell’Ucraina” e soprattutto che si trasformi solamente in una tregua provvisoria.
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