Un’apertura inaspettata tra governo e magistratura è la conseguenza dell’elezione di Cesare Parodi a capo dell’Associazione nazionale magistrati (Anm). Togato dal 1990, membro della Magistratura Indipendente e procuratore aggiunto con il compito di coordinare il pool fasce deboli, Parodi dà inizio al suo mandato riconoscendo la “delicatezza“ del periodo che la magistratura sta attraversando, confermando lo sciopero indetto dell’amministrazione che lo ha preceduto ma aprendo anche ad un possibile colloquio col governo, nel tentativo di calmare le acque.
Dopo mesi concitati, in cui i toni si sono alzati da entrambe le parte, e in cui si è continuato a discutere di una riforma della giustizia che l’associazione non riesce proprio a digerire, sembrerebbe arrivato un piccolo spiraglio di speranza, un passo in avanti verso una collaborazione che potrebbe rivelarsi proficua.
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Nel suo messaggio di congratulazioni al nuovo presidente dell’Anm, il premier Giorgia Meloni ha risposto positivamente alla possibilità di un incontro: “Auspico che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’amministrazione della Giustizia nella nostra Nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura“.
Parodi: “Incontro con governo è possibilità di spiegare le nostre ragioni”
Il neo presidente dell’Anm ha voluto chiarire i motivi che lo hanno spinto a chiedere un incontro tra magistratura e governo, sottolineando che si è trattato di “una richiesta mia personale che avvertivo con una certa intensità“. Parodi si è quindi scusato con i colleghi per non averli consultati in precedenza e ammettendo di aver forse “iniziato male“, anche se con buona fede.
A questo punto però non è possibile “sottrarci ad un incontro che io ho chiesto” e quindi è necessario sfruttare questa interlocuzione per spiegare con ancora più chiarezza e fermezza e “senza nessun cedimento“, quelle che sono le ragioni dell’Associazione nazionale magistrati. In questo senso, quindi, Parodi sottolinea come questo incontro vada collocato all’interno del “quadro storico di impegno“, che si è posta l’associazione.
In questo senso, quindi, per Parodi sembra insensato procedere con una revoca formale dello sciopero di fine febbraio. Al contrario, il presidente dell’Anm sottolinea che è necessario comprendere in che modo muoversi. “Si potranno organizzare dei momenti di dibattito, delle conferenze stampa in tutte le sedi per illustrare con chiarezza e pacatezza le ragioni della nostra iniziativa“, ha infatti spiegato il magistrato, chiarendo però che questo stesso sciopero non può essere vissuto come la culminazione di una battaglia ma anche come un inizio.
“Il discorso non finisce con lo sciopero ma anzi inizia“, ha chiarito infatti Parodi, sottolineando però come vada anche preso in considerazione che alcuni membri della magistratura possano non partecipare, di fatto permettendo ad altri di criticare la mancanza di coesione del settore.
Parodi all’Anm, i punti programmatici della sua presidenza
L’elezione di Cesare Parodi è giunta alla fine di una giornata in cui sembrava che l’Anm non riuscisse a trovare la quadra perfetta. Nel tardo pomeriggio, invece, la situazione si è sbloccata grazie alla decisione di Area di cedere uno dei posti in giunta in favore di Magistratura democratica.
Così, il sindacato dei magistrati è riuscito ad eleggere i suoi nuovi vertici e a dare avvio ad una giunta unitaria, in cui non sono inseriti solamente i magistrati di Articolo 101, ovvero il gruppo nato dopo il caso Palamara in polemica con le correnti della magistratura. Il comitato ha eletto come segretario generale Ruocco Maruotti (Area) e come vicepresidente del sindacato delle toghe Marcello De Chiara (Unicost), mentre il vicesegretario dell’associazione sarà Stefano Celli (Md) e Giuseppe Tango (Mi) sarà coordinatore dell’ufficio sindacale.
A seguito della sua elezione, Parodi ha quindi chiesto un confronto con il governo sui principali temi riguardanti l’amministrazione della giustizia, per poi ricordare che la magistratura “un potere dello Stato” e che l’Anm è costituita da “cittadini che stanno portando avanti una battaglia per difendere la Costituzione su cui abbiamo giurato“. Inoltre, Parodi ha voluto chiarire un ulteriore punto che in passato ha creato numerose controverse. “Sappiamo che le leggi le fa il Parlamento, le decide il Governo, ma come tutti gli altri cittadini possiamo dire la nostra e far valere le nostre ragioni“, ha sostenuto il presidente dell’Anm.
Trattando poi della riforma della Giustizia, Parodi ha confermato lo sciopero del 27 febbraio, sostenendo però che nei prossimi giorni la nuova Giunta lavorerà su tutte le novità del caso.
Chi è Cesare Parodi, nuovo presidente dell’Anm
Cesare Parodi è stato eletto con il maggior numero di voti, ovvero 2.065 su 6.857 preferenze espresse. Queste gli hanno quindi permesso di ottenere 11 seggi in giunta, rispetto ai 9 di Area, agli 8 di Unicost, ai 6 di Magistratura democratica e dei 2 di Articolo 101. Parodi giunge al sindacato dei magistrati dopo una lunga carriera nella magistratura inquirente Torinese.
Nel 1990 diventa magistrato e l’anno successivo prende servizio a Torino, dove lavora prima nella procura e poi in pretura. Nel 1999 inizia a lavorare nella procura ordinaria presso il Tribunale. Nel 2017, quindi, entra nel pool fasce deboli come procuratore aggiunto e si occupa quindi del contrasto ai cosiddetti reati da codice rosso, che quindi coinvolgono gli individui più deboli della popolazione.
Inoltre, Parodi è il curatore e l’autore di trattati e monografie, oltre ad aver pubblicato circa 350 articoli in tema di diritto penale e procedura penale. Nel 2017 ha curato per Giuffrè “Il diritto penale dell’impresa“, nel 2019 “I procedimenti penali speciali” e nel 2020 “La nuova riforma delle intercettazioni“.
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