Milano, il compagno della baby sitter scomparsa resta in cella: “L’ho uccisa in un gioco erotico finito male”

L'uomo, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip, avrebbe poi confessato di essersi disfatto del corpo nella zona di Cassano d'Adda, che è però ricca di corsi d'acqua. In quest'area si stanno quindi concentrando le ricerche

5 Min di lettura

Il compagno di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, baby sitter 40enne residente a Milano e scomparsa dal 24 gennaio, ha confessato davanti alla giudice per le indagini preliminari, Anna Calebi. “Non volevo ucciderla, poi mi è preso il panico e ho deciso di disfarmi del cadavere“, avrebbe dichiarato il Pablo Gonzalez Rivas. Il salvadoriano, però, resta in cella. La decisione sarebbe stata presa dalla gip che ne aveva convalidato il fermo e accolto la richiesta della Procura di Milano di disporre la custodia cautelare in carcere ritenendo sussistenti il pericolo di fuga e di inquinamento probatorio, ma non quello di reiterazione del reato.

Ora il mistero riguarda la posizione del cadavere della donna.Secondo quanto si apprende, sembrerebbe che l’uomo abbia dichiarato di essersi disfatto del cadavere nell’area di Cassano d’Adda, che è però ricca di corsi d’acqua. Proprio in questa zona, quindi, si stanno concentrando le ricerche dei carabinieri. Pablo Gonzalez Rivas è stato arrestato nella giornata di ieri con l’accusa di femminicidio, a seguito di alcune scoperte operate dal Nucleo investigativo e dalla Procura di Milano, che avrebbero fatto sorgere dei dubbi sulla posizione dell’uomo.

L’ultimo dei messaggi che la vittima avrebbe inviato prima di morire avrebbe fatto scattare alcuni campanelli di allarme negli agenti. Lo stile di scrittura, l’utilizzo di determinati termini e gli argomenti di cui trattava, sembrerebbero piuttosto diversi dal resto dei messaggi che Jhoanna ha inviato nel corso della giornata.

L’ipotesi, quindi, è che l’uomo possa aver preso il telefono della donna e aver scritto quel messaggio, per depistare gli inquirenti e non far insospettire le amiche della sua compagna. Secondo gli inquirenti, a mezzanotte della notte tra il 24 e il 25 gennaio scorso, Jhoanna era già deceduta. I messaggi delle amiche che commentano le sue ultime parole, infatti, rimangono senza risposta.

Milano, cosa sappiamo della scomparsa di Jhoanna

A far insospettire gli inquirenti sono state le tempistiche della denuncia. Jhoanna sarebbe scomparsa tra il 24 e il 25 gennaio, ma le autorità competenti vengono informate a solo una settimana di distanza. Il 45enne sostiene che la sua compagna fosse diventata strana, che avesse iniziato a parlare insistentemente della morte e di come avesse nostalgia del suo Paese natale e dei suoi parenti.

Inoltre, secondo Pablo Gonzalez Rivas, la vittima avrebbe sofferto perché lui aveva avuto due figli da una precedente relazione. Alcuni messaggi della donna, tra cui quello inviato alla mamma del bimbo a cui faceva da baby sitter, sembrano però escludere che la donna potesse star pensando ad un suicidio. In un audio con la sua datrice di lavoro, infatti, Jhoanna racconta di aver preso per sbaglio i guanti del bimbo e di volerli riportare il successivo lunedì.

Nelle chat con le amiche, analizzate dagli inquirenti, la donna fa riferimento a nuove opportunità lavorative e a progetti futuri. Il caso ha poi assunto una piega più inquietante nel momento in cui gli investigatori hanno avuto accesso alle telecamere dell’abitazione in cui i due vivevano. La notte della presunta sparizione di Jhoanna l’unico a lasciare l’abitazione è il 45enne.

L’uomo si trova in casa quando la compagna torna dal lavoro e lo si vede rientrare con quello che appare un borsone da palestra vuoto. Tra le due e le tre del mattino, Gonzales Rivas lascia l’appartamento con lo stesso borsone, che stavolta appare però ben più pesante. Alle 3:32 torna a casa ma a mani vuote. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quindi, all’interno di quel borsone si troverebbe il cadavere della 40enne.

Sono dunque immediatamente scattate le indagini per comprendere dove possa aver nascosto il corpo. I sorvegliati speciali sono il fiume Adda e il canale della Mussa all’altezza di Cassano d’Adda, in provincia di Milano. L’uomo si trova ora nel carcere di San Vittore, dove è stato ascoltato dal gip.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo