Chat FdI, possibili ricorsi al Garante della privacy: cosa sta succedendo

Le anticipazioni del libro firmato dal cronista de Il Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, hanno rivelato alcuni estratti di una chat di Fratelli d'Italia, risalente al 2018, in cui veniva preso di mira Matteo Salvini. I membri del partito ora minacciano ricorsi al Garante in quanto vi sarebbero "evidenti violazioni della Costituzione"

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Il caso nato ieri dalle anticipazioni sul libro del cronista de Il Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, dal titolo “Fratelli di chat“, continua a far discutere. La pubblicazione di alcuni estratti di una chat del partito di Giorgia Meloni continua a infastidire la maggioranza, consapevole di essere di fronte ad una dura fuga di notizie.

Diversi esponenti del partito avrebbero quindi intenzione di rivolgersi al Garante della privacy, come riferito da fonti di FdI, e alcuni parlamentari starebbero anche valutando la possibilità di cause civili per danni. “Ci sono evidenti violazioni della Costituzione e di varie normative“, hanno infatti commentato alcuni membri del primo partito di maggioranza, sottolineando poi che non vi sarebbe corrispondenza tra le chat e il contenuto vero e proprio del libro.

Sono state tralasciate alcune parti delle conversazioni“, hanno infatti dichiarato, evidenziando come invece nel libro ne siano state inserite altre che invece non c’erano. Le chat prese in considerazione avrebbero creato un certo scalpore a causa delle dichiarazioni dei membri di Fratelli d’Italia nei confronti dell’attuale vicepremier Matteo Salvini.

Insulti e prese in giro sarebbero infatti apparse innumerevoli volte, secondo quanto riporta il libro, ma c’è da precisare che queste conversazioni risalgono al 2018, ovvero quando FdI e Lega non erano alleati e non riuscivano a trovare un punto di intesa.

Chat FdI, la reazione di Matteo Salvini

Le chat pubblicate nel libro del giornalista de Il Fatto Quotidiano, quindi, ripercorrerebbero l’ascesa di FdI fino al governo, portando alla luce anche momenti che in molti avrebbero preferito non ricordare. “Cialtrone“, “ridicolo“, “incapace“, questi sarebbero alcuni degli epiteti riferiti al leader della Lega, sempre in periodi in cui i due partiti non erano alleati.

Quello che però ha creato più scalpore apparterrebbe all’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, che scrisse: “Ministro Bimbominkia colpisce ancora“. Ad oggi, invece, la situazione apparrebbe ben diversa, come sottolineato da fonti di FdI: “Non può esserci una sola parola contro Salvini o gli altri alleati da quando siamo tornati a unirci e a governare“. Inoltre, la chat interessata sarebbe stata chiusa nel 2024 per fughe di notizie, come riporta Il corriere della Sera.

Quanto trapelato ieri, è poi stato commentato dallo stesso diretto interessato. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha però preciso rispondere con ironia, evidenziando che tra quanto è stato letto, ciò che gli ha dato più fastidio è stato l’aggettivo “gonfio“, perché avrebbe toccato “un punto da sempre sensibile“. Il ministro ha poi chiarito che “questi sgradevoli epiteti” risalgono ad anni in cui FdI e Lega non erano alleati e quindi se fossero pronunciati domani avrebbero un peso evidentemente diverso“.

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