Zelensky apre ai negoziati con Putin: il Cremlino è disponibile

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov risponde al presidente ucraino che, si è detto pronto a "negoziati diretti" con Putin, "se questa è l’unica opzione per portare la pace"

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A tre anni dall’inizio dell’invasione russa nei territori ucraini, Volodymyr Zelensky si è detto pronto a “negoziati diretti” con Vladimir Putin. “Se questa è l’unica opzione per portare la pace ai cittadini ucraini e a non perdere vite, sicuramente opteremo per questa scelta“, sono queste, infatti, le parole espresse dal presidente dell’Ucraina nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista britannico Piers Morgan e postata su Youtube.

Motivo per cui, Zelensky avrebbe accettato una “riunione con quattro partecipanti” senza però precisare quali fossero, sebbene nei giorni scorsi avesse avanzato l’ipotesi di trattative con la Russia, insieme a Stati Uniti e Unione europea. Ciò che desta stupore è il cambiamento di rotta di Zelensky, che finora aveva sempre respinto l’ipotesi di trattative, specialmente con Mosca che non intende scendere a compromessi bensì solo imporre le proprie condizioni.

Anche perché, nel 2022, lo stesso presidente ucraino aveva vietato con un decreto qualsiasi negoziato con la Russia finché Putin fosse rimasto al potere. Ma, le carte in tavola sono cambiate non appena Donald Trump è stato eletto a presidente degli Stati Uniti e l’esercito russo ha preso campo nel Donbass. Nuove condizioni che hanno accelerato l’ipotesi di colloqui, con il Tycoon che nei giorni scorsi ha parlato di un dialogo “in corso” con Mosca. “Qual è il mio atteggiamento verso Putin? Non sarò gentile con lui e lo considero un nemico” confessa Zelensky sostenendo che anche il presidente russo lo consideri un nemico.

La risposta del Cremlino

I cambiamenti d’umore di Zelensky hanno immancabilmente provocato la reazione del Cremlino. Infatti, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, avrebbe chiarito la situazione attribuendo al presidente ucraino “grossi problemi in termini di legittimità, ma nonostante questo la parte russa rimane aperta ai negoziati“. Un’illegittimità che sorgerebbe in riferimento alla fine teorica del mandato del presidente dell’Ucraina che non ha mai visto nuove elezioni per essere rieletto. Inoltre, nel considerare proprio il decreto ucraino del 2022, il portavoce del Cremlino ritiene come “parole vuote” quelle con cui il leader ucraino si è detto disponibile ad incontrarsi con Putin per negoziare la fine del conflitto.

La disponibilità deve essere basata su qualcosa“, rimarca Peskov appellandosi al pragmatismo nel decidere la strada da seguire, anche nella sfera politica e diplomatica. Il portavoce della presidenza russa è stato, infine, punzecchiato con riferimento alla dichiarazione del presidente ucraino sull’inamicizia tra i due leader. Peskov non ha lasciato spazio ad interpretazioni ed ha risposto stoico che “non può e non deve esserci spazio per le emozioni, dovrebbe esserci spazio per l’analisi giuridica e il pragmatismo assoluto“.

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