Sono 4,5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno vengono sprecate in Italia, provocando una perdita economica che si attesta intorno ai 14,1 miliardi di euro. Cifre inquietanti se si pensa alle difficoltà che quotidianamente vivono milioni di cittadini, costretti a sopravvivere sotto la soglia della povertà.
Un paradosso che colpisce il Paese la cui cucina è rinomata in tutto il mondo e che rappresenta uno spreco sempre più preoccupante. Il dato più allarmante riguarda la crescita di questo fenomeno. Rispetto allo scorso anno, infatti, sono stati persi 140 euro pro capite, rispetto ai 126 dello stesso periodo dell’anno precedente.
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Con lo spreco aumenta anche l’insicurezza alimentare
In vista della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, giunta alla dodicesima edizione e fissata per il 5 febbraio, a lanciare l’allarme è l’Osservatorio Waste Watcher International. Nel rapporto dedicato al nostro paese e denominato “Il caso Italia 2025”, si attesta che sono stati persi 88,2 grammi ci cibo a testa. Un dato che registra un incremento rispetto allo scorso anno, con frutta fresca e pane a capofila della classifica dello spreco.
Altra tematica che preoccupa è l’accesso al cibo sano e sostenibile, che diventa sempre più complesso. L’indice Fies di insicurezza alimentare è infatti salito al 13,95%, con il Sud e il Centro come aree più colpite, mentre rimane stabile il Nord. A sorprendere inoltre è il dato che vede le fasce sociali più deboli come detentori del record di spreco maggiore, a seguire i piccoli centri e le famiglie senza figli.
Spreco alimentare, urgente bisogno di tagli
I numeri delineano una situazione che desta grande preoccupazione e su cui sembra sempre più necessario un intervento al fine di evitare situazioni spiacevoli in un prossimo futuro. È di questo avviso Andrea Segrè, ideatore della Giornata, che ha voluto mettere in guardia gli italiani proponendo una particolare sfida.
In riferimento all’Agenda di sostenibilità delle Nazioni Unite, adottata 10 anni fa con l’obiettivo di un 2030 migliore, l’esperto ha suggerito che di tagliare 50 grammi di cibo a settimana a testa entro i prossimi 5 anni. L’obiettivo è il raggiungimento di valori più impattanti e sostenibili. Una sfida ambiziosa, ma non irraggiungibile.
Un’applicazione per evitare sprechi
Un altro suggerimento arriva da Luca Falasconi, docente dell’Università di Bologna e coordinatore del Rapporto, che invita a scaricare “Sprecometro”, un’applicazione che si pone come guida nella lotta allo spreco alimentare, in cui si possono trovare importanti suggerimenti per ridurre lo sperpero di cibo, ma anche consigli per una buona cucina.
In sostanza, l’applicazione monitora lo spreco alimentare di un nucleo famigliare e suggerisce buoni comportamenti per evitare che questo aumenti o peggiori. Inoltre, sono presenti percorsi informatico-educativi che informano i cittadini sulle loro abitudini e sugli impatti che questi anno sull’economia e sulla natura.
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