Armen Sarkisian, fondatore della milizia filorussa ArBat, è deceduto nell’esplosione avvenuta questa mattina in un grattacielo di Mosca, in Russia. Intorno alle 9:50, le 7:50 in Italia, è stato infatti lanciato un allarme per una deflagrazione in un elegante edificio residenziale della città, dove sono stati segnalati diversi feriti. Immediato il pensiero che quella stessa esplosione potesse essere collegata alla guerra contro l’Ucraina e che quindi potesse aver interessato qualche membro delle forze speciali russe. Il leader di ArBat è deceduto in terapia intensiva a causa delle gravi ferite riportate, come dichiarato dalla polizia.
La notizia è stata confermata da diversi canali Telegram, che hanno chiarito come l’attacco fosse collegato alla figura di Armen Sarkisian, separatista ucraino che ha dato vita ad un gruppo militare composto principalmente da membri provenienti dall’Armenia e attivo nel conflitto contro Kiev. Inizialmente non si avevano certezze sulle condizioni dell’uomo che non sarebbe deceduto sul colpo, ma sarebbe stato trasferito in ospedale in gravissime condizioni.
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Sul posto sono intervenute prontamente le forze dell’ordine, i servizi di emergenza e le unità della Guardia Nazionale, insieme a diverse squadre dei vigili del fuoco delle ambulanze. La detonazione si è infatti verificata in un edificio imponente, una delle cosiddette Vele scarlatte di Mosca, alto 29 piani e situato in Aviatsionnaya Street, come dichiarato dai servizi di emergenza.
Chi è Armen Sarkisian
L’uomo deceduto oggi è una delle figure più particolari che hanno preso parte alla guerra russo ucraina fino a questo momento. Nato in Armenia e presto trasferitosi nella regione separatista del Donetsk, in Ucraina, Armen Sarkisian nutre sin da bambino la convinzione che il territorio in cui è cresciuto debba tornare sotto il controllo della Russia. La sua parabola di avvicinamento a Mosca inizia con una carriera piuttosto criminosa, che gli fa guadagnare nel suo Paesi il soprannome di “barone del crimine“.
Con gli anni, poi, riesce ad inserirsi negli ambienti politici e sembra formare un legame piuttosto stretto con il presidente ucraino e filo-russo, Viktor Yanukovych, che poi fuggirà in Russia a seguito delle rivolte di Maidan a Kiev, nel 2014. Secondo quanto è stato ricostruito, l’Ucraina avrebbe iscritto Sarkisian nel registro dei ricercati proprio in quell’anno, perché ritenuto uno degli uomini che ha assoldato diversi “picchiatori” per intimidire con ogni mezzo i manifestanti di Kiev.
Da quanto si apprende, nel 2022 il separatista ucraino fonda il battaglione armeno ArBat, con mercenari ed ex galeotti inviati combattere al fianco delle forze russe in Ucraina. Il suo obiettivo era quello di creare una nuova compagnia privata che fosse in grado di arginare lo strapotere della Wagner di Evgheni Prigozhin. ArBat combatte prima nell’Ucraina orientale e poi viene trasferito nella regione russa di Kursk, per sostenere l’esercito russo contro l’offensiva delle truppe ucraine partita lo scorso agosto. Gli ultimi balzi in avanti della carriera di Sarkisan lo vedono eletto “sovrintendente” di tutte le prigioni del territorio della Federazione russa e dei territori occupati dell’Ucraina nel 2023.
Russia, cosa sappiamo dell’esplosione
Le notizie provenienti dalla Russia sono piuttosto frammentate e al momento risulta complesso riuscire a ricostruire un quadro esatto di quello che è successo. Secondo quanto riportato dai media russi, sembrerebbe che l’esplosione sia stata provocata da un ordigno, posizionato all’interno dell’edificio di Mosca, proprio al primo piano e nelle vicinanze dell’ascensore.
Sull’esplosione è stata aperta una indagine da parte della Procura di Mosca. Sembrerebbe, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass, che le forze dell’ordine russe temano che si sia trattato di un complotto per portare all’omicidio del fondatore delle gruppo militare Arbat.
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