Nella diatriba politica sul caso del generale libico ricercato dalla Corte Penale Internazionale, arrestato in Italia e poi rimpatriato, Almasri e il successivo avviso di garanzia avviato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, fioccano giudizi, opinioni, difese e giustificazioni di ogni tipo. Tra questi non mancano le considerazioni di Giuseppe Conte che, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, non lascia spazio ad interpretazioni e non esita ad affondare sulla premier.
“Meloni è in fuga dal Parlamento perché anche sul caso Almasri ha mentito, si sono contraddetti più volte perché in grave difficoltà“, sentenzia il leader del Movimento 5 Stelle rimarcando che continuerà ad insistere finché la presidente di Fratelli d’Italia non spiegherà, essendo donna e madre, il motivo per cui ha rimpatriato un “boia accusato di omicidi e persino di stupri su bambini di cinque anni“. Per questa scelta condotta, per l’avvocato di Volturara Appula, “d’ora in poi, Meloni sarà complice morale di Almasri e si porterà sulla coscienza i crimini che questo figuro commetterà in Libia“.
Conte: “Questo governo il più incapace degli ultimi decenni“
Secondo l’ex premier pentastellato, il governo starebbe compiendo una “torsione autoritaria giovandosi dell’appoggio di buona parte del sistema mediatico” così da poter eliminare il controllo sulla legalità. Infatti, Conte riterrebbe l’attuale governo al potere “il più incapace degli ultimi decenni“, nonché “indecente” vista la mancanza di interesse per i più deboli mentre aumenta i fondi per gli stipendi di ministri e sottosegretari.
La scontro con la magistratura che si sta portando avanti, secondo il leader dei 5s, sarebbe un modo per distogliere l’attenzione dalla situazione “drammatica” che vede protagonisti gli italiani. Dal caro bollette ai rincari energetici, dalla cassa integrazione che starebbe esplodendo al calo della produzione industriale nonché la crescita bloccata nonostante i fondi in arrivo dal Pnrr “che abbiamo portato noi“.
Conte sull’alleanza ‘light’ di Franceschini
Dopo aver ragionevolmente posto osservato le dinamiche interne al governo, Conte guarderebbe anche in casa propria, soprattutto alla proposta del dirigente Pd, Dario Franceschini su un’alleanza ‘light’ tra le opposizioni, ossia un accordo solo per i colleghi uninominali e poi ogni partito a correre per conto suo con il proporzionale. Un’offerta che l’ex premier pugliese guarderebbe con particolare attenzione, “perché è un tentativo di rendere compatibili le differenze“, ma sottolinea l’importanza di condividere l’obiettivo di porre al centro dell’azione politica il cambiamento della società.
Secondo Romano Prodi sarebbe cinico, invece, presentarsi con un’alleanza solo per vincere le elezioni e in relazione all’osservazione del Professore, Conte risponde che le opposizioni si starebbero confrontando e sembra ci siano terreni in comune sui cui poter agire. “Ma sarebbe ancora più cinico – spiega il leader pentastellato – presentarsi in coalizione ed esibire una unità fittizia senza misurarsi concretamente anche sulle questioni che ci dividono“, sarebbe, dunque, una “finta alleanza che si sfalderebbe il giorno dopo le elezioni“.
All’invito di Prodi ai leader del centrosinistra di non rinunciare a un’alleanza e a un programma comune, piuttosto, Giuseppe Conte replica con fermezza dichiarando di rispettare la storia del Pd, che ha sempre espresso questa “vocazione testardamente unitaria“. Anzi, il leader osserva che il M5s sarebbe in prima linea a costruire un progetto politico alternativo a questo governo, ma vanno rispettate anche la storia e l’identità dei 5s. Per questo motivo, secondo l’ex premier pentastellato, “il confronto con le altre forze politiche è possibile solo in un quadro di chiarezza e di coerenza“.
