Manca poco a Sanremo e anche i Modà, in particolar modo il frontman, Kekko, hanno voluto dire la propria sulle ultime polemiche che riguardano il festival ed alcune canzoni. In un’intervista ad Adn Kronos il cantante ha dato il suo punto di vista sugli attuali testi tanto definiti ‘sessisti’. Ha poi spiegato che, secondo lui, è scorretto che alcuni artisti partecipino cantando con l’autotune. Per Kekko c’è troppa commercializzazione della musica: “molto sentire e poco ascoltare“.
Le parole di Kekko dei Modà
“La musica è cambiata molto, oramai ci sono delle dinamiche di scrittura che sono legate più al sentire che all’ascoltare. Come si fa ad ascoltare canzoni che parlano di qualcosa quando le scrivono in sette?“, ha detto Kekko in merito alla polemica che riguarda gli autori delle canzoni in gara a Sanremo. “Ci sono i fatti di troppe persone lì dentro. Questo vuole dire che quelle canzoni sono costruite a tavolino per essere sentite e non ascoltate. Tutto qua”.
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Secondo lui siamo nel pieno dell’omologazione: “Siamo nel pieno di questo problema ma le cose stanno cambiando. A un certo punto, manca quella voglia di provare sentimento, la pelle d’oca quando ascolti una canzone, un brivido, un ricordo, ma le cose stanno cambiando“.
Kekko dei Modà contro i rapper e i loro testi
Non è la prima volta che Kekko si espone contro i rapper. Recentemente aveva detto che “Tony Effe tratta le donne come cacca dei cani sui marciapiedi“, oggi è tornato sull’argomento.
“Non dovrebbe essere concesso -ha detto Kekko in merito all’autotune-. Noi che proviamo a portare il canto in maniera dignitosa su quel palco rischiamo di essere quelli che cantano meno bene di quelli che magari fanno invece un po’ più fatica“.
E poi, sul brano Bella stronza, tanto criticato, ha detto: “Bella stronza è una canzone stupenda. Non la possiamo paragonare assolutamente ai testi violenti di questo periodo. E’ un capolavoro, veramente tosta e bella. Si racconta di un uomo innamorato e arrabbiato ma non violento“.
Le parole di Kekko dimostrano che a volte la differenza la fa non il testo di un brano, ma chi lo canta e il periodo. Se due testi dicono cose molto simili, ma uno è più recente ed interpretato da un rapper, viene considerato “sessista”. Al contrario, un brano più vecchio non può essere giudicabile in tal modo “perché ha fatto la storia della musica italiana“. Chissà se tra 20 anni diremo lo stesso anche dei brani dei rapper che ora in molti stanno criticando.
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