Confindustria, Orsini: “Basta nuove norme dall’Ue, non aiutano competitività”

Il leader degli industriali ha chiarito la necessità che i funzionari europei "smettano di scrivere norme", sottolineando come, negli ultimi 5 anni, l'Ue ne abbia redatte 13.500 e gli Usa solo 3mila

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Rendere più semplice il lavoro dell’industria in Italia“, è questo lo scopo che Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, vuole perseguire, con la speranza di evitare problemi che potrebbero sorgere nel caso in cui la situazione economica ed industriale italiana non si modifichi. In questo senso, quindi, il leader degli industriali, ha spiegato come il funzionamento dell’Unione europea possa essere deleterio.

Sul palco della presentazione del presidente degli industriali della Lombardia, Orsini ha infatti ricordato come in Europa siano al lavoro 21mila persone tra la Commissione Ue e l’Europarlamento, a cui aggiungere circa 11mila collaboratori. Numeri mostruosi, che assumono una prospettiva ancora più inquietante se si riflette su come questi continuino a scrivere norme per i settori industriali dei 27 Paese membri.

L’aumento esponenziale di queste modifiche, dunque, mette in difficoltà coloro che quotidianamente operano nel settore, rischiando di affossare ancora di più un ambiente già piuttosto provato. “Se vogliamo essere competitivi non possiamo pensare di aggiungere altre norme all’industria“, ha evidenziato il presidente di Confindustria, sottolineando la necessità di snellire questi processi e non di ispessirli. Un secondo punto dolente, poi, è quello del Green deal che, se attuato frettolosamente, rischia di mettere in ginocchio l’industria.

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Emanuele Orsini, presidente di Confindustria

Se vogliamo andare avanti, a salvaguardare l’industria dobbiamo pensare che quel Green Deal debba essere per forza cambiato“, ha infatti spiegato, sottolineando i repentini cambi di decisione della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der leyen, che deve dunque “dire chiaramente cosa vuole“.

Orsini: “Abbiamo proposto al governo 80 misure a costo zero”

Il leader degli industriali ha quindi chiarito la necessità che i funzionari europei “smettano di scrivere norme“, sottolineando come, negli ultimi 5 anni, l’Ue ne abbia redatte 13.500 e gli Usa solo 3mila. “Li dobbiamo pagare per cancellare le norme, non per farne di più e di nuove“, ha tuonato Orsini, chiarendo che questa è l’unica strada per la rinascita del settore industriale. Proprio per permettere che questo accada, quindi, Orsini ha annunciato di aver proposto al governo 80 misure a costo zero per lo snellimento della burocrazia.

Di queste, sei sono state approvate, 7 sono in via di approvazione, 16 sono in discussione e 8 sono state bocciate. L’obiettivo prossimo è quello di ottenere 30 misure approvate, così da presentarne al governo ulteriori 30. Il tutto al fine di rendere la vita dei lavoratori italiani finalmente più semplice.

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