Usa, Trump vieta la transizione di genere per le persone under 19

Il presidente Usa Donald Trump firma un nuovo ordine esecutivo in cui si vieta l'accesso al percorso di riassegnazione di genere alle persone al di sotto dei 19 anni

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Fra gli ordini esecutivi firmati dal rieletto presidente Usa Donald Trump figura anche un provvedimento che vieta il percorso di transizione di genere per le persone al di sotto dei 19 anni. Il tutto sarebbe volto a evitare di assecondare pratiche che il Tycoon ritiene lesive della vita e della salute di persone “facilmente influenzabili” come i minori.

È politica degli Stati Uniti non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o supportare la cosiddetta ‘transizione’ di un bambino da un sesso all’altro e applicheremo rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive e che cambiano la vita“. Così il presidente in una dichiarazione, dove poi ha aggiunto: “Oggi in tutto il Paese, i professionisti della medicina stanno mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini facilmente influenzabili“.

Nessuna scelta di autodeterminazione, nessuna tutela della libertà e dei diritti delle persone transgender dietro i trattamenti medico sanitari volti alla riassegnazione di genere, secondo Trump, che non esita a qualificare queste pratiche come “una pericolosa tendenza“, “una macchia nella storia della nostra Nazione“, che, come tale “deve finire“.

Stop alle cure ormonali e alla transizione under 19, esclusione dall’esercito: il destino delle persone transgender negli Usa di Trump

Le persone transgender sono state particolarmente colpite dagli ordini esecutivi della nuova amministrazione Repubblicana. Lo stop alla transizione di genere prima dei 19 anni infatti s’inquadra in un più ampio tentativo di ostacolare l’accesso alle cure necessarie per chiunque affronti un percorso di riassegnazione di genere.

In questo senso è stato varato l’ordine esecutivo che limita l’accesso alle terapie ormonali e ai farmaci bloccanti della pubertà. Nello stesso provvedimento si ordina alle agenzie federali di chiudere i finanziamenti alle istituzioni che offrono queste terapie, e vengono rimossi i trattamenti dalla copertura delle assicurazioni sanitarie per i membri delle Forze armate e per le loro famiglie.

Non solo, ma le misure dell’amministrazione Trump contro le persone transgender agiscono anche al di fuori dell’ambito medico-sanitario, mettendo in atto un’esclusione sociale e politica. Nei giorni precedenti il presidente aveva firmato un altro ordine esecutivo nel quale si vieta alle persone transgender l’accesso alle forze armate.

Per assicurarci di avere le forze armate più letali del mondo, dobbiamo liberarle dall’ideologia transgender“, ha detto Trump in un discorso agli eletti del Partito repubblicano in Florida. Nel decreto in questione si legge: “le forze armate sono state minate da un’ideologia radicale di genere adottata per far contenti gli attivisti“, e si associa esplicitamente la necessità di un percorso di riassegnazione del genere a “problemi di salute mentale e fisica“, “incompatibili con il servizio attivo nell’esercito“. Nello stesso testo si legge: “l’adozione di un’identità di genere incompatibile con il sesso di un individuo contraddice l’impegno dei soldati ad avere uno stile di vita onorevole e disciplinato, anche nella vita personale“.

Trump contro le minoranze: lo scontro con gli attivisti

Le misure del nuovo governo Usa si scagliano in modo diretto contro una serie di soggettività marginalizzate, dalla comunità Lgbtqia+ ai migranti, e mettono in questione una serie di diritti, fra cui anche quello all’aborto e all’accesso alle cure sanitarie.

Sugli ultimi provvedimenti ai danni delle persone transgender diverse associazioni e attivisti hanno espresso il loro disappunto: “L’ordine esecutivo sfida la scienza e i fatti e minaccia l’accesso all’assistenza sanitaria essenziale“, così Alexis McGill Johnson, presidente della Planned Parenthood Federation of America, associazione non-profit che si occupa di sostegno all’educazione sessuale negli Usa e nel mondo.

Ma le critiche verso le già allora prevedibili misure contro le minoranze era arrivata fin dalla consueta celebrazione alla National Cathedral dalla vescova di Washington Mariann Edgar Budde. L’alta prelata aveva pregato il Tycoon di avere misericordia verso gay e migranti clandestini.

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