In occasione della Giornata della Memoria, questa sera su Canale 5 andrà in onda il capolavoro di Roberto Benigni, La vita è bella. Un film che ha commosso il mondo e che rimane una delle opere più significative del Cinema italiano, capace di mescolare commedia e dramma in un racconto di speranza. La pellicola mostra il potere dell’umorismo anche nei momenti più bui. Il finale, profondamente commovente, invita lo spettatore a riflettere sul significato della storia e sull’umanità che resiste nonostante la tragedia.
Guido Orefice, un giovane ebreo italiano si innamora e sposa Dora, una maestra elementare. La coppia conduce una vita felice e serena, coronata dalla nascita del loro figlio Giosuè. L’ascesa del nazismo e le leggi razziali stravolgono drammaticamente le loro vite. Deportati in un campo di concentramento, Guido cerca di proteggere Giosuè dall’orrore della realtà: con straordinaria fantasia, trasforma l’esperienza in un gioco in cui il piccolo deve superare delle prove per vincere un carro armato. Grazie a questa illusione, Giosuè riesce a mantenere la sua innocenza e a vivere l’incubo con leggerezza.
La vita è bella, le curiosità sul film Premio Oscar
Per commemorare gli 80 anni dalla fine della Shoah, Mediaset sta riproponendo alcuni prodotti audiovisivi che hanno a che fare con l’orrore che si è consumato il secolo scorso. Non poteva mancare all’appello l’opera maestra di Roberto Benigni. Quali sono le curiosità e i segreti più interessanti del dietro le quinte?
- Inizialmente, il titolo non era quello che tutti conoscono. Durante le riprese, il progetto era conosciuto come Buongiorno Principessa, una frase chiave che accompagna lo spettatore dal principio alla fine. Il nome definitivo si ispira al testamento del militare sovietico Lev Trockij, che, in esilio in Messico e consapevole del suo destino, scrisse: “La vita è bella. Che le future generazioni la liberino da ogni male“.
- La storia del protagonista prende ispirazione dal vissuto di Rubino Romeo Salmonì, un sopravvissuto ai campi di sterminio. Salmonì raccontò le sue esperienze nel libro Ho sconfitto Hitler, che Benigni lesse per creare il personaggio di Orefice.
- La vita è bella è ricco di riferimenti alla Settima Arte. Da Charlie Chaplin a Massimo Troisi.
- Il film ha vinto tre Premi Oscar nel 1999: Miglior Attore Protagonista per Roberto Benigni, Miglior Film Straniero e Miglior Colonna Sonora Originale per Nicola Piovani. Un momento iconico ha visto un’entusiasta Sophia Loren gridare il nome del regista, il quale ha raggiunto il palco camminando sullo schienale delle poltrone.
Come spiegato dal cineasta toscano, l’umorismo della pellicola non è mai dissacrante, ma serve come strumento di resistenza. Questo contrasto ha permesso di affrontare un tema drammatico con una leggerezza che non toglie dignità alla tragedia.
Si tratta, dunque, di un capolavoro senza tempo che continua a far riflettere su temi universali come l’amore e la forza dell’umanità anche sotto la tempesta con un valore educativo.
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